La terapia anticoagulante standard prevede prevalentemente l'utilizzo del warfarin, ed è molto efficace. Tuttavia questo tipo di trattamento comporta alcune problematiche. Il warfarin, essendo un antagonista della vitamina k, può causare molteplici interazioni con alimenti comuni ricchi di vitamina k o con altri farmaci che ne possono alterare l'azione stessa, necessitando di analisi e controlli ravvicinati, per valutare la coagulazione del sangue ed eventualmente modificare il dosaggio del farmaco. Il paziente in terapia con il warfarin, deve quindi presentarsi ripetutamente per gli esami, e ciò rappresenta anche un problema economico. Recentemente sono stati messi in commercio nuovi anticoagulanti orali (NAO): il Dabigatran, il Rivaroxaban ed l'Apixaban. Grazie al differente target farmacodinamico di queste nuove terapie, il paziente non necessita più di continui controlli. Bisogna però valutare e considerare che i NAO presentano alcuni limiti. Infatti nonostante alcuni trial abbiano dimostrato una non inferiorità di efficacia dei NAO rispetto alla terapia standard, restano da verificare molti aspetti: ad esempio la mancanza di controlli coagulativi routinari per verificare l'entità dell'effetto anticoagulante e l'assenza di trattamenti in grado di antagonizzare rapidamente l'effetto nella gestione delle emergenze emorragiche, chirurgiche o traumatiche. In conclusione quindi possiamo dire che i NAO rappresentano una vantaggiosa alternativa alla terapia standard, ma tali incoraggianti risultati necessitano di ulteriori studi e approfondimenti sia da un punto di vista degli effetti sui pazienti e delle possibili complicazioni cliniche, sia da un punto di vista farmacoeconomico.
i nuovi anticoagulanti orali: una vera alternativa al warfarin?
FARCOMENI, ALESSANDRA
2013/2014
Abstract
La terapia anticoagulante standard prevede prevalentemente l'utilizzo del warfarin, ed è molto efficace. Tuttavia questo tipo di trattamento comporta alcune problematiche. Il warfarin, essendo un antagonista della vitamina k, può causare molteplici interazioni con alimenti comuni ricchi di vitamina k o con altri farmaci che ne possono alterare l'azione stessa, necessitando di analisi e controlli ravvicinati, per valutare la coagulazione del sangue ed eventualmente modificare il dosaggio del farmaco. Il paziente in terapia con il warfarin, deve quindi presentarsi ripetutamente per gli esami, e ciò rappresenta anche un problema economico. Recentemente sono stati messi in commercio nuovi anticoagulanti orali (NAO): il Dabigatran, il Rivaroxaban ed l'Apixaban. Grazie al differente target farmacodinamico di queste nuove terapie, il paziente non necessita più di continui controlli. Bisogna però valutare e considerare che i NAO presentano alcuni limiti. Infatti nonostante alcuni trial abbiano dimostrato una non inferiorità di efficacia dei NAO rispetto alla terapia standard, restano da verificare molti aspetti: ad esempio la mancanza di controlli coagulativi routinari per verificare l'entità dell'effetto anticoagulante e l'assenza di trattamenti in grado di antagonizzare rapidamente l'effetto nella gestione delle emergenze emorragiche, chirurgiche o traumatiche. In conclusione quindi possiamo dire che i NAO rappresentano una vantaggiosa alternativa alla terapia standard, ma tali incoraggianti risultati necessitano di ulteriori studi e approfondimenti sia da un punto di vista degli effetti sui pazienti e delle possibili complicazioni cliniche, sia da un punto di vista farmacoeconomico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/77992