La seguente trattazione si sviluppa su due capitoli paralleli e contrapposti: nel primo viene preso in esame il 'punto di vista' del retore-sofista, nel secondo quello di Platone e del filosofo in generale. Nei primi paragrafi si esaminano rispettivamente le origini e gli sviluppi della retorica da un lato, e il diverso modo di vivere e di intendere il mondo proprio del filosofo dall'altro. Vengono poi analizzati i protagonisti di ambedue gli 'schieramenti' (nel primo capitolo vengono scelti Gorgia e Protagora come sofisti principali, mentre nel secondo capitolo è Socrate ad interpretare il ruolo di primo vero filosofo) e delineate le differenze e le caratteristiche delle due forme di conoscenza ¿ quella sofistica e quella filosofica. Nel quarto paragrafo di entrambi i capitoli si giunge alla peculiarità propria di questi due saperi, di cui si cercherà di evidenziarne punti di forza e debolezze: è lo scontro tra l'efficacia del retore e la virtù del filosofo (dove ¿virtù¿ è da intendersi come unione di giustizia, saggezza e bontà morale). Il quinto e ultimo paragrafo è dedicato alle conclusioni politiche delle precedenti posizioni teoriche, riscontrando nel tema della natura umana una elemento chiave per lo sviluppo delle argomentazioni; vi si alternano, sul fronte sofistico, le tesi di Polo, Callicle e Trasimaco, su quello filosofico, le diverse figure del filosofo-re, del vero politico e del legislatore garante delle leggi. In particolare, il paragrafo 2.5 mostra il tentativo platonico di rendere efficace il programma politico attraverso l'esame dei progetti normativi di una successione di dialoghi (Repubblica, Politico e Leggi), che non riescono però a realizzarsi nel 'mondo fattuale' della contingenza storica.
La potenza della retorica: un'indagine su Platone e i sofisti
ARENA, ANDREA
2014/2015
Abstract
La seguente trattazione si sviluppa su due capitoli paralleli e contrapposti: nel primo viene preso in esame il 'punto di vista' del retore-sofista, nel secondo quello di Platone e del filosofo in generale. Nei primi paragrafi si esaminano rispettivamente le origini e gli sviluppi della retorica da un lato, e il diverso modo di vivere e di intendere il mondo proprio del filosofo dall'altro. Vengono poi analizzati i protagonisti di ambedue gli 'schieramenti' (nel primo capitolo vengono scelti Gorgia e Protagora come sofisti principali, mentre nel secondo capitolo è Socrate ad interpretare il ruolo di primo vero filosofo) e delineate le differenze e le caratteristiche delle due forme di conoscenza ¿ quella sofistica e quella filosofica. Nel quarto paragrafo di entrambi i capitoli si giunge alla peculiarità propria di questi due saperi, di cui si cercherà di evidenziarne punti di forza e debolezze: è lo scontro tra l'efficacia del retore e la virtù del filosofo (dove ¿virtù¿ è da intendersi come unione di giustizia, saggezza e bontà morale). Il quinto e ultimo paragrafo è dedicato alle conclusioni politiche delle precedenti posizioni teoriche, riscontrando nel tema della natura umana una elemento chiave per lo sviluppo delle argomentazioni; vi si alternano, sul fronte sofistico, le tesi di Polo, Callicle e Trasimaco, su quello filosofico, le diverse figure del filosofo-re, del vero politico e del legislatore garante delle leggi. In particolare, il paragrafo 2.5 mostra il tentativo platonico di rendere efficace il programma politico attraverso l'esame dei progetti normativi di una successione di dialoghi (Repubblica, Politico e Leggi), che non riescono però a realizzarsi nel 'mondo fattuale' della contingenza storica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/77981