Chi è l'animale? Molti sono i pensatori che sin dagli albori della ricerca filosofica e scientifica hanno tentato di rispondere a questa domanda, obbiettivo che si è rivelato piuttosto difficile da raggiungere. Coloro che hanno trovato una risposta, giudicata in un primo momento certa, il più delle volte hanno sbagliato, accecati in particolare dalla religione e dall'antropocentrismo. Ciò che sorprende, soprattutto da Darwin in poi, è l'assoluta scissione tra uomo e animale, come se quest'ultimo fosse in totale contrapposizione rispetto al primo, il quale, in realtà, non è che uno degli esponenti di questo vasto gruppo. Il rapporto vigente nella nostra epoca tra la specie Homo Sapiens e tutte le altre specie animali esistenti è assolutamente duplice. Da un lato infatti siamo affascinati da questi esseri viventi al punto da studiarne il comportamento e da accoglierli nelle nostre case; dall'altro, invece, assumiamo un atteggiamento completamente disinteressato vedendoli dietro delle sbarre in cui, noi stessi, li abbiamo momentaneamente collocati. Dare una risposta a questa antica domanda è fondamentale non solo per saziare la nostra continua sete di sapere, ma anche per riconoscere ad essi la loro vera natura con tutte le conseguenze che questo comporta. Nel mio lavoro, dopo una breve panoramica su alcune teorie filosofiche che hanno proposto una soluzione al nostro problema, ho tentato di rispondere alla domanda iniziale partendo dall'animale uomo, da quelle caratteristiche che egli reputa fondamentali per definire se stesso e per escludere ogni possibile commistione con le altre specie. Nel primo capitolo ho esposto le teorie sul ruolo e la natura degli animali dall'antichità greca alla modernità, scegliendo di proposito posizioni che utilizzano argomentazioni differenti. Il secondo capitolo è dedicato interamente alla dottrina dell'animale-macchina di Cartesio, snodo centrale per la moderna riflessione non solo sullo status ontologico dell'animale, ma anche su quello dell'uomo. Il capitolo tre è diviso in due paragrafi: il primo espone le obbiezioni poste a Cartesio dai suoi contemporanei; nel secondo invece tento di confutare, mediante argomentazioni sia scientifiche che filosofiche, i due punti di differenziazione cruciali tra uomo e animale della dottrina meccanicista cartesiana, ovvero il possesso esclusivo da parte dell'uomo di mente e linguaggio. Nel capitolo quattro prendo in considerazione un'altra delle qualità ritenute peculiari dell'uomo, la sensibilità. Anche in questo caso ho mostrato come esistano altri esseri senzienti, concentrandomi sulla problematica del dolore, sia fisco che psichico. Nel quinto ed ultimo capitolo abbandono uno sguardo libero da giudizi etici per tentare di comprendere come dovrebbe essere strutturata una convivenza sostenibile, tenendo conto di quanto una morale venga influenzata dallo status ontologico che attribuiamo ai soggetti interessati. Propongo inoltre una mia interpretazione positiva dello specismo (specismo bio-evolutivo) e una nozione di morale basata sul concetto di necessità.

L'animale non esiste: l'etica dopo l'ontologia

BERTOLINO, ORIANA
2014/2015

Abstract

Chi è l'animale? Molti sono i pensatori che sin dagli albori della ricerca filosofica e scientifica hanno tentato di rispondere a questa domanda, obbiettivo che si è rivelato piuttosto difficile da raggiungere. Coloro che hanno trovato una risposta, giudicata in un primo momento certa, il più delle volte hanno sbagliato, accecati in particolare dalla religione e dall'antropocentrismo. Ciò che sorprende, soprattutto da Darwin in poi, è l'assoluta scissione tra uomo e animale, come se quest'ultimo fosse in totale contrapposizione rispetto al primo, il quale, in realtà, non è che uno degli esponenti di questo vasto gruppo. Il rapporto vigente nella nostra epoca tra la specie Homo Sapiens e tutte le altre specie animali esistenti è assolutamente duplice. Da un lato infatti siamo affascinati da questi esseri viventi al punto da studiarne il comportamento e da accoglierli nelle nostre case; dall'altro, invece, assumiamo un atteggiamento completamente disinteressato vedendoli dietro delle sbarre in cui, noi stessi, li abbiamo momentaneamente collocati. Dare una risposta a questa antica domanda è fondamentale non solo per saziare la nostra continua sete di sapere, ma anche per riconoscere ad essi la loro vera natura con tutte le conseguenze che questo comporta. Nel mio lavoro, dopo una breve panoramica su alcune teorie filosofiche che hanno proposto una soluzione al nostro problema, ho tentato di rispondere alla domanda iniziale partendo dall'animale uomo, da quelle caratteristiche che egli reputa fondamentali per definire se stesso e per escludere ogni possibile commistione con le altre specie. Nel primo capitolo ho esposto le teorie sul ruolo e la natura degli animali dall'antichità greca alla modernità, scegliendo di proposito posizioni che utilizzano argomentazioni differenti. Il secondo capitolo è dedicato interamente alla dottrina dell'animale-macchina di Cartesio, snodo centrale per la moderna riflessione non solo sullo status ontologico dell'animale, ma anche su quello dell'uomo. Il capitolo tre è diviso in due paragrafi: il primo espone le obbiezioni poste a Cartesio dai suoi contemporanei; nel secondo invece tento di confutare, mediante argomentazioni sia scientifiche che filosofiche, i due punti di differenziazione cruciali tra uomo e animale della dottrina meccanicista cartesiana, ovvero il possesso esclusivo da parte dell'uomo di mente e linguaggio. Nel capitolo quattro prendo in considerazione un'altra delle qualità ritenute peculiari dell'uomo, la sensibilità. Anche in questo caso ho mostrato come esistano altri esseri senzienti, concentrandomi sulla problematica del dolore, sia fisco che psichico. Nel quinto ed ultimo capitolo abbandono uno sguardo libero da giudizi etici per tentare di comprendere come dovrebbe essere strutturata una convivenza sostenibile, tenendo conto di quanto una morale venga influenzata dallo status ontologico che attribuiamo ai soggetti interessati. Propongo inoltre una mia interpretazione positiva dello specismo (specismo bio-evolutivo) e una nozione di morale basata sul concetto di necessità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/77783