In the thesis discusses the two bequests made by the lawyer Andrea Falcone in 1898 and in 1912 to the Museum of the City of Turin. Initially it was decided to analyze both the historical and cultural context in which he lived the lawyer, and the development and evolution of artistic interest, and collection of the period, which is widely expressed by various public and private collectors. The work was divided in the first place by analyzing the role of donors trying to place it within a changing environment mainly to rising industrialization with all the social problems associated with it. In the following chapters the focus was mainly on the problems of collecting the works on the "Primitives" in Piedmont, as was clearly shown in the Sacred Art Exhibition of 1898, where the lawyer lent eight works. Subsequently it was decided to analyze the decisions taken by the Civic Museum of Turin, concentrating mainly on the reasons that lead to the choice of works are bought or accept within their collections. The information retrieved from the archives made it possible to identify and analyze the various problems that led to the final selection of works to be placed in the museum. About the gift made by Advocate Falcone in 1898 it emerges from the documents in our possession, which consists of five paintings of the Piedmont school from the area of Novara and Vercelli, of unknown location and anonymous hand, except for the "San Giovanni Battista with two devoted and scroll "to" Bertolonus by Novaria ". As for the legacy of 1912, the material found is more robust and precise, also, we find the analysis made by the art historian Peter Toesca, appointed by the Executive Committee of the Civic Museum to choose the most valuable works in the collection Falcone . The last part of the thesis is devoted to the analysis of the works of the two legacies with trying to place them in historical and artistic context in which they were made.
Nella tesi vengono trattati i due lasciti fatti dall'avvocato Andrea Falcone nel 1898 e nel 1912 al Museo Civico della Città di Torino. Inizialmente si è provveduto ad analizzare sia il contesto storico-culturale in cui è vissuto l'avvocato, sia lo sviluppo ed evoluzione degli interesse artistici e collezionistici del periodo, che viene largamente manifestato dai vari collezionisti sia pubblici che privati. Il lavoro è stato suddiviso analizzando in primo luogo la figura del donatori cercando di collocarlo all'interno di un contesto in continua evoluzione dovuta principalmente alla nascente industrializzazione con tutti i problemi sociali ad essa collegata. Nei capitoli successivi l'attenzione si è concentrata principalmente sui problemi del collezionismo delle opere sui ¿Primitivi ¿ piemontesi, come si è ben evidenziato nella Mostra di Arte Sacra del 1898, in cui l'avvocato prestò ben otto opere. Successivamente si è provveduto ad analizzare le decisioni prese dal Museo Civico di Torino, concentrandoci principalmente sulle motivazioni che portano alla scelta delle opere da acquistare o da accettare all'interno delle proprie collezioni. Le informazioni reperite dagli archivi hanno permesso di individuare ed analizzare le varie vicissitudini che hanno portato alla scelta definitiva delle opere da collocare nel museo. In merito al dono fatto dall'avvocato Falcone nel 1898 emerge, dalla documentazione in nostro possesso, che è composto da cinque affreschi di scuola piemontese provenienti dal territorio novarese e vercellese, di ignota collocazione e di mano anonima, eccetto il ¿San Giovanni Battista con due devoti e cartiglio¿ di ¿Bertolonus da Novaria¿. Per quanto riguarda il lascito del 1912, il materiale reperito risulta essere più corposo e preciso, inoltre, si ritrova l'analisi fatta dallo storico dell'arte Pietro Toesca, incaricato dal Comitato Direttivo del Museo Civico di scegliere le opere più pregiate della collezione Falcone. L'ultima parte della tesi è dedicata all'analisi delle opere dei due lasciti con il tentativo di collocarle nel contesto storico-artistico in cui furono realizzate.
I lasciti Falcone al Museo Civico di Torino (1898, 1912)
SOTTEMANO, FEDERICA
2014/2015
Abstract
Nella tesi vengono trattati i due lasciti fatti dall'avvocato Andrea Falcone nel 1898 e nel 1912 al Museo Civico della Città di Torino. Inizialmente si è provveduto ad analizzare sia il contesto storico-culturale in cui è vissuto l'avvocato, sia lo sviluppo ed evoluzione degli interesse artistici e collezionistici del periodo, che viene largamente manifestato dai vari collezionisti sia pubblici che privati. Il lavoro è stato suddiviso analizzando in primo luogo la figura del donatori cercando di collocarlo all'interno di un contesto in continua evoluzione dovuta principalmente alla nascente industrializzazione con tutti i problemi sociali ad essa collegata. Nei capitoli successivi l'attenzione si è concentrata principalmente sui problemi del collezionismo delle opere sui ¿Primitivi ¿ piemontesi, come si è ben evidenziato nella Mostra di Arte Sacra del 1898, in cui l'avvocato prestò ben otto opere. Successivamente si è provveduto ad analizzare le decisioni prese dal Museo Civico di Torino, concentrandoci principalmente sulle motivazioni che portano alla scelta delle opere da acquistare o da accettare all'interno delle proprie collezioni. Le informazioni reperite dagli archivi hanno permesso di individuare ed analizzare le varie vicissitudini che hanno portato alla scelta definitiva delle opere da collocare nel museo. In merito al dono fatto dall'avvocato Falcone nel 1898 emerge, dalla documentazione in nostro possesso, che è composto da cinque affreschi di scuola piemontese provenienti dal territorio novarese e vercellese, di ignota collocazione e di mano anonima, eccetto il ¿San Giovanni Battista con due devoti e cartiglio¿ di ¿Bertolonus da Novaria¿. Per quanto riguarda il lascito del 1912, il materiale reperito risulta essere più corposo e preciso, inoltre, si ritrova l'analisi fatta dallo storico dell'arte Pietro Toesca, incaricato dal Comitato Direttivo del Museo Civico di scegliere le opere più pregiate della collezione Falcone. L'ultima parte della tesi è dedicata all'analisi delle opere dei due lasciti con il tentativo di collocarle nel contesto storico-artistico in cui furono realizzate.File | Dimensione | Formato | |
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