Background: This thesis analyzes the operational methods of neuropsychomotor intervention to address difficulties in interaction and communication in preschool-aged children. It considers the physiological development of these skills, exploring key aspects such as intersubjectivity and the relationship with caregivers, based on theories by scholars like Vygotsky and neuroscience studies. It highlights how certain developmental challenges, such as visual impairment, can hinder the consolidation of relational skills. The case study focuses on a 4-year-9-month-old child with a rare organic pathology, who is followed by the neuropsychiatry service, with an analysis of the rehabilitation treatment provided to support him. Objective: To determine whether neuropsychomotor treatment can be considered a valid intervention to reduce relational difficulties and improve interaction and communication skills in preschool children without specific pathologies. This thesis examines the tools and methods that can facilitate these changes and considers therapeutic elements that may be generalizable to other clinical contexts. Materials and Methods: A bibliographic search was conducted on biometric databases to identify approaches that support preschool patients with interaction and communication difficulties. Various intervention methods were analyzed. Assessment tools included neuropsychomotor observation and the Griffiths III scale, applied at the beginning and end of treatment to monitor progress. Results: The observation and assessment tools highlighted the child's developmental profile, identifying relational and communicative difficulties. The treatment, based on a holistic approach, showed slow but progressive improvement. The Griffiths III scale highlighted progress, especially in the areas addressed by the intervention. The importance of timely intervention is emphasized to prevent difficulties from becoming entrenched, addressing them even if unrelated to the main pathology, as they can impact the child’s overall development. Conclusions: Neuropsychomotor intervention has proven effective in improving relational and communicative skills. The strategies adopted can serve as guidelines for professionals treating children with similar challenges. The treatment shows potential for application in other clinical settings. Further studies will be needed to confirm results on larger samples and for early, targeted interventions that meet each child’s individual needs.

Background: L’elaborato analizza le modalità operative dell’intervento neuropsicomotorio per affrontare criticità nell’interazione e comunicazione in bambini prescolari. Si considera lo sviluppo fisiologico di queste competenze, esplorando aspetti cruciali come l’intersoggettività e la relazione con i caregiver, basandosi su teorie di studiosi come Vygotskij e studi neuroscientifici. Viene evidenziato come alcune difficoltà, ad esempio la minorazione visiva, possano ostacolare il consolidamento delle competenze relazionali. Il caso studiato è un bambino di 4 anni e 9 mesi con patologia organica rara, seguito dal servizio di neuropsichiatria, di cui si analizza il trattamento riabilitativo. Obiettivo: Verificare se il trattamento neuropsicomotorio possa essere un intervento valido per ridurre le criticità nella sfera relazionale e migliorare le competenze interattive e comunicative in bambini prescolari senza patologie specifiche. Il lavoro esamina gli strumenti e le modalità che possono apportare tali cambiamenti e considera elementi terapeutici generalizzabili ad altre situazioni cliniche. Materiali e metodi: È stata effettuata una ricerca bibliografica su banche dati biometriche per identificare approcci che supportino i pazienti prescolari con difficoltà di interazione e comunicazione. Diverse modalità di intervento sono state analizzate. Gli strumenti di valutazione includono l’osservazione neuropsicomotoria e la scala Griffiths III, applicati all’inizio e alla fine del trattamento per monitorare i progressi. Risultati: Gli strumenti di osservazione e valutazione hanno evidenziato il profilo di sviluppo del bambino, rilevando difficoltà relazionali e comunicative. Il trattamento, basato su un approccio olistico, ha mostrato una lenta ma progressiva evoluzione. La scala Griffiths III ha permesso di evidenziare i progressi, specialmente nelle aree trattate. Si evidenzia l’importanza di un intervento tempestivo per evitare che le difficoltà si radichino e di affrontarle anche se non legate alla patologia principale, poiché possono influire sullo sviluppo del bambino. Conclusioni: Il trattamento neuropsicomotorio ha dimostrato efficacia nel migliorare le competenze relazionali e comunicative. Le strategie adottate possono essere linee guida per professionisti che trattano bambini con criticità simili. Il trattamento ha potenziale per essere applicato in altri contesti clinici. Ulteriori studi saranno necessari per confermare i risultati su campioni più ampi e per interventi precoci e mirati che rispondano alle esigenze individuali di ciascun bambino.

Case report. Modalità operative dell’intervento neuropsicomotorio in pazienti di età prescolare con criticità nell’ambito dell’interazione e della comunicazione

BOCCIA, ALESSIA
2023/2024

Abstract

Background: L’elaborato analizza le modalità operative dell’intervento neuropsicomotorio per affrontare criticità nell’interazione e comunicazione in bambini prescolari. Si considera lo sviluppo fisiologico di queste competenze, esplorando aspetti cruciali come l’intersoggettività e la relazione con i caregiver, basandosi su teorie di studiosi come Vygotskij e studi neuroscientifici. Viene evidenziato come alcune difficoltà, ad esempio la minorazione visiva, possano ostacolare il consolidamento delle competenze relazionali. Il caso studiato è un bambino di 4 anni e 9 mesi con patologia organica rara, seguito dal servizio di neuropsichiatria, di cui si analizza il trattamento riabilitativo. Obiettivo: Verificare se il trattamento neuropsicomotorio possa essere un intervento valido per ridurre le criticità nella sfera relazionale e migliorare le competenze interattive e comunicative in bambini prescolari senza patologie specifiche. Il lavoro esamina gli strumenti e le modalità che possono apportare tali cambiamenti e considera elementi terapeutici generalizzabili ad altre situazioni cliniche. Materiali e metodi: È stata effettuata una ricerca bibliografica su banche dati biometriche per identificare approcci che supportino i pazienti prescolari con difficoltà di interazione e comunicazione. Diverse modalità di intervento sono state analizzate. Gli strumenti di valutazione includono l’osservazione neuropsicomotoria e la scala Griffiths III, applicati all’inizio e alla fine del trattamento per monitorare i progressi. Risultati: Gli strumenti di osservazione e valutazione hanno evidenziato il profilo di sviluppo del bambino, rilevando difficoltà relazionali e comunicative. Il trattamento, basato su un approccio olistico, ha mostrato una lenta ma progressiva evoluzione. La scala Griffiths III ha permesso di evidenziare i progressi, specialmente nelle aree trattate. Si evidenzia l’importanza di un intervento tempestivo per evitare che le difficoltà si radichino e di affrontarle anche se non legate alla patologia principale, poiché possono influire sullo sviluppo del bambino. Conclusioni: Il trattamento neuropsicomotorio ha dimostrato efficacia nel migliorare le competenze relazionali e comunicative. Le strategie adottate possono essere linee guida per professionisti che trattano bambini con criticità simili. Il trattamento ha potenziale per essere applicato in altri contesti clinici. Ulteriori studi saranno necessari per confermare i risultati su campioni più ampi e per interventi precoci e mirati che rispondano alle esigenze individuali di ciascun bambino.
Case report. Operational methods of neuropsychomotor intervention in preschool patients with critical issues in the areas of interaction and communication
Background: This thesis analyzes the operational methods of neuropsychomotor intervention to address difficulties in interaction and communication in preschool-aged children. It considers the physiological development of these skills, exploring key aspects such as intersubjectivity and the relationship with caregivers, based on theories by scholars like Vygotsky and neuroscience studies. It highlights how certain developmental challenges, such as visual impairment, can hinder the consolidation of relational skills. The case study focuses on a 4-year-9-month-old child with a rare organic pathology, who is followed by the neuropsychiatry service, with an analysis of the rehabilitation treatment provided to support him. Objective: To determine whether neuropsychomotor treatment can be considered a valid intervention to reduce relational difficulties and improve interaction and communication skills in preschool children without specific pathologies. This thesis examines the tools and methods that can facilitate these changes and considers therapeutic elements that may be generalizable to other clinical contexts. Materials and Methods: A bibliographic search was conducted on biometric databases to identify approaches that support preschool patients with interaction and communication difficulties. Various intervention methods were analyzed. Assessment tools included neuropsychomotor observation and the Griffiths III scale, applied at the beginning and end of treatment to monitor progress. Results: The observation and assessment tools highlighted the child's developmental profile, identifying relational and communicative difficulties. The treatment, based on a holistic approach, showed slow but progressive improvement. The Griffiths III scale highlighted progress, especially in the areas addressed by the intervention. The importance of timely intervention is emphasized to prevent difficulties from becoming entrenched, addressing them even if unrelated to the main pathology, as they can impact the child’s overall development. Conclusions: Neuropsychomotor intervention has proven effective in improving relational and communicative skills. The strategies adopted can serve as guidelines for professionals treating children with similar challenges. The treatment shows potential for application in other clinical settings. Further studies will be needed to confirm results on larger samples and for early, targeted interventions that meet each child’s individual needs.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/7762