Il presente lavoro ha per oggetto la letteratura di matrice stoica degli Exitus virorum illustrium relativamente ai libri 15 e 16 degli Annales di Tacito. In particolare vengono prese in considerazione le morti: - della liberta Epicari che si fa protagonista eroica del proprio exitus, a dispetto della viltà mostrata da molti potenti della società romana; - del filosofo Seneca che affronta la morte secondo un ideale chiaramente stoico, incontrando nel complesso l'approvazione dell'autore come conferma soprattutto l'epitaffio finale; - del poeta Lucano che, nonostante la condanna morale che sembra emergere nei passi precedenti, trova il riscatto andando incontro alla morte recitando versi, benché ostacolato dall'imperatore nel corso della sua vita; - del filosofo Trasea Peto, simbolo dell'aristocrazia senatoria ormai in declino, che con la sua morte si propone di essere di esempio ai suoi contemporanei, come conferma la libagione a Giove liberatore in presenza del questore del console; - di Petronio, arbiter elegantiarum, di cui viene presentato un magistrale ritratto in cui si fondono aspetti contraddittori della sua personalità, che mantiene anche in punto di morte; - della nobil vedova Pollitta che mostra un coraggio e una determinazione davanti al potere imperiale, tali da assurgere, al pari di Epicari, a eroina, nonostante la tipologia narrativa differente che Tacito riserva loro.
Exitus virorum illustrium in Tacito, Annales 15 e 16
TROTTA, DAVIDE
2009/2010
Abstract
Il presente lavoro ha per oggetto la letteratura di matrice stoica degli Exitus virorum illustrium relativamente ai libri 15 e 16 degli Annales di Tacito. In particolare vengono prese in considerazione le morti: - della liberta Epicari che si fa protagonista eroica del proprio exitus, a dispetto della viltà mostrata da molti potenti della società romana; - del filosofo Seneca che affronta la morte secondo un ideale chiaramente stoico, incontrando nel complesso l'approvazione dell'autore come conferma soprattutto l'epitaffio finale; - del poeta Lucano che, nonostante la condanna morale che sembra emergere nei passi precedenti, trova il riscatto andando incontro alla morte recitando versi, benché ostacolato dall'imperatore nel corso della sua vita; - del filosofo Trasea Peto, simbolo dell'aristocrazia senatoria ormai in declino, che con la sua morte si propone di essere di esempio ai suoi contemporanei, come conferma la libagione a Giove liberatore in presenza del questore del console; - di Petronio, arbiter elegantiarum, di cui viene presentato un magistrale ritratto in cui si fondono aspetti contraddittori della sua personalità, che mantiene anche in punto di morte; - della nobil vedova Pollitta che mostra un coraggio e una determinazione davanti al potere imperiale, tali da assurgere, al pari di Epicari, a eroina, nonostante la tipologia narrativa differente che Tacito riserva loro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/77377