Oration 61 of the corpus of Dio of Prusa, intellectual active between 40 and 112 AD, is a dialogue between teacher and pupil in which the interlocutors investigate the character of Criseide. In Homer's poem the young woman never speaks and she is described by a small number of adjectives and some appreciations by Agamemnon. However, Dion has chosen to make her character the subject of this work. A female student is his partner in the discussion: she is not passive, but she shows a strong critical sense, in fact she is able to ask pertinent questions, to express her disagreement, to draw conclusions and make comparisons. Dion accepted the challenge of giving voice to a silent character, Chryseis, and to demonstrate her wisdom on the basis of the decisions that, though tacitly, she took. In the text there are interesting references to the philosophical conception of the woman in the stoic Musonius Rufus, the master of Dione, and the ambiguous conclusion of the dialogue betrays the ethic purpose of the author. Moreover, there are political references: through the figure of Agamemnon, the king portrayed as arrogant and overbearing, the author addresses to the Roman emperors and shows the necessary role of the intellectual as counselor of political authority.
L'orazione 61 del corpus di Dione di Prusa, intellettuale attivo tra il 40 e il 112 d.C., è un dialogo tra maestro e allieva in cui gli interlocutori indagano il carattere di Criseide a partire dai fatti che l'hanno riguardata. Nel poema omerico la giovane non prende mai la parola e di lei viene fornita una descrizione a dir poco sommaria, attraverso un numero ridotto di aggettivi e qualche giudizio fornito da Agamennone. Tuttavia, Dione ha scelto di fare del suo carattere l'argomento di quest'orazione, per di più affidando il ruolo di interlocutore ad un'allieva, tratto senza dubbio raro nella letteratura antica e unico nel suo corpus. Non si tratta di un'interlocutrice passiva, che segue il ragionamento del maestro limitandosi ad assentire, ma di un'allieva dallo spiccato senso critico, in grado di porre domande pertinenti, di esprimere il suo disaccordo, di trarre conclusioni e di fare confronti. Dione raccoglie la sfida di dar voce ad un personaggio muto, Criseide, e di dimostrare la sua saggezza sulla base delle decisioni che, seppur tacitamente, ha saputo prendere. Interessanti sono i rimandi filosofici alla concezione della donna presso lo stoico Musonio Rufo, maestro di Dione. Inoltre l'ambigua conclusione del dialogo lascia trapelare lo scopo etico che l'autore si è prefissato nel rielaborare la vicenda mitica. Non bisogna infine dimenticare i riferimenti politici presenti nell'orazione: attraverso la figura di Agamennone, ritratto come sovrano spregiudicato e superbo, l'autore si rivolge agli imperatori romani che conobbe dopo l'esilio e ribadisce il necessario ruolo dell'intellettuale come consigliere dell'autorità politica.
Silenzi eloquenti di donna-L'orazione Criseide di Dione di Prusa.
MICCA, ELENA
2009/2010
Abstract
L'orazione 61 del corpus di Dione di Prusa, intellettuale attivo tra il 40 e il 112 d.C., è un dialogo tra maestro e allieva in cui gli interlocutori indagano il carattere di Criseide a partire dai fatti che l'hanno riguardata. Nel poema omerico la giovane non prende mai la parola e di lei viene fornita una descrizione a dir poco sommaria, attraverso un numero ridotto di aggettivi e qualche giudizio fornito da Agamennone. Tuttavia, Dione ha scelto di fare del suo carattere l'argomento di quest'orazione, per di più affidando il ruolo di interlocutore ad un'allieva, tratto senza dubbio raro nella letteratura antica e unico nel suo corpus. Non si tratta di un'interlocutrice passiva, che segue il ragionamento del maestro limitandosi ad assentire, ma di un'allieva dallo spiccato senso critico, in grado di porre domande pertinenti, di esprimere il suo disaccordo, di trarre conclusioni e di fare confronti. Dione raccoglie la sfida di dar voce ad un personaggio muto, Criseide, e di dimostrare la sua saggezza sulla base delle decisioni che, seppur tacitamente, ha saputo prendere. Interessanti sono i rimandi filosofici alla concezione della donna presso lo stoico Musonio Rufo, maestro di Dione. Inoltre l'ambigua conclusione del dialogo lascia trapelare lo scopo etico che l'autore si è prefissato nel rielaborare la vicenda mitica. Non bisogna infine dimenticare i riferimenti politici presenti nell'orazione: attraverso la figura di Agamennone, ritratto come sovrano spregiudicato e superbo, l'autore si rivolge agli imperatori romani che conobbe dopo l'esilio e ribadisce il necessario ruolo dell'intellettuale come consigliere dell'autorità politica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/77365