Abstract della prova finale di Selene Silvia Gallacci (matr. 720207) Il presente elaborato ha come oggetto di analisi gli interventi dei servizi sociali di sostegno alla genitorialità di nuclei familiari sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria, cioè coinvolti in procedimenti giudiziari iniziati per la presenza di un sospetto pregiudizio causato ai figli minori dalla condotta dei genitori. Si intende centrare la ricerca sul quadro normativo di riferimento e sulla prassi giudiziaria e amministrativa al fine di individuare i punti di forza ed i limiti di tali interventi, che, a causa del contesto coattivo in cui i servizi si trovano ad operare, sono complessi e delicati. La scelta dell'argomento è scaturita dalla riflessione intrapresa in sede di tirocinio, svolto nell'edizione autunnale 2013/2014, presso il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali di Pianezza. L'osservazione delle difficoltà incontrate dagli operatori durante l'attuazione degli interventi di sostegno, ed in particolare la frequente mancata condivisione degli obiettivi progettuali indicati nelle prescrizioni dell'autorità giudiziaria, mi ha spinta a ragionare sulla cornice normativa di tali interventi e sul ruolo del consenso degli utenti, nonché sulla necessità di promuovere l'assunzione di maggior consapevolezza e responsabilità da parte dei genitori, di ricercare il confronto e lo scambio, e di mediare tra le istanze di aiuto e di controllo. L'esposizione dei risultati di ricerca sarà suddivisa in tre parti. Nella prima parte la trattazione verterà sulle fonti normative che consentono alle autorità pubblica di prescrivere ai genitori la partecipazione a programmi in senso lato di sostegno alla genitorialità. Nello specifico si esamineranno gli artt. 333 e ss. cod. civ., comportanti limitazioni alla responsabilità genitoriale, e gli artt. 10 c. 3 e 12 c. 4 della L. 4 maggio 1983, n°184, entro l'iter processuale relativo alla dichiarazione di adottabilità.. Dopo aver esaminato le prescrizioni poste in capo ai genitori dall'autorità giudiziaria (ex art., 12 c. 4, l. 184/1983 ed art. 333 cod. civ.), mi soffermerò sul ruolo dei servizi socio assistenziali territoriali, prestando particolare attenzione sull'azione professionale degli operatori incaricati di monitorare l'effettivo rispetto delle disposizioni dell'autorità giudiziaria e l'aderenza agli obiettivi di recupero delle capacità genitoriali, di promuovere il diritto del minore a crescere nella propria famiglia e di prevedere modalità di sostegno plurime e flessibili. Nella parte successiva, intendo approfondire alcuni nodi critici tra cui la questione del consenso dei genitori, ma anche dei minori capaci di discernimento e dei limiti operativi derivanti dalla mancata condivisione degli obiettivi del progetto e dalla scarsa accettazione da parte dell'utenza del ruolo di un professionista che aiuta ma controlla, promuove ma al contempo valuta, sostiene ma opera per conto di un'autorità giudiziaria. Nel capitolo 3 verrà approfondito il tema della collaborazione tra servizi sociali e genitori, declinando i concetti di empowerment e partecipazione entro il contesto degli interventi di sostegno alla genitorialità.
'Gli interventi del servizio sociale a sostegno della genitorialità di nuclei sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria'
GALLACCI, SELENE SILVIA
2014/2015
Abstract
Abstract della prova finale di Selene Silvia Gallacci (matr. 720207) Il presente elaborato ha come oggetto di analisi gli interventi dei servizi sociali di sostegno alla genitorialità di nuclei familiari sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria, cioè coinvolti in procedimenti giudiziari iniziati per la presenza di un sospetto pregiudizio causato ai figli minori dalla condotta dei genitori. Si intende centrare la ricerca sul quadro normativo di riferimento e sulla prassi giudiziaria e amministrativa al fine di individuare i punti di forza ed i limiti di tali interventi, che, a causa del contesto coattivo in cui i servizi si trovano ad operare, sono complessi e delicati. La scelta dell'argomento è scaturita dalla riflessione intrapresa in sede di tirocinio, svolto nell'edizione autunnale 2013/2014, presso il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali di Pianezza. L'osservazione delle difficoltà incontrate dagli operatori durante l'attuazione degli interventi di sostegno, ed in particolare la frequente mancata condivisione degli obiettivi progettuali indicati nelle prescrizioni dell'autorità giudiziaria, mi ha spinta a ragionare sulla cornice normativa di tali interventi e sul ruolo del consenso degli utenti, nonché sulla necessità di promuovere l'assunzione di maggior consapevolezza e responsabilità da parte dei genitori, di ricercare il confronto e lo scambio, e di mediare tra le istanze di aiuto e di controllo. L'esposizione dei risultati di ricerca sarà suddivisa in tre parti. Nella prima parte la trattazione verterà sulle fonti normative che consentono alle autorità pubblica di prescrivere ai genitori la partecipazione a programmi in senso lato di sostegno alla genitorialità. Nello specifico si esamineranno gli artt. 333 e ss. cod. civ., comportanti limitazioni alla responsabilità genitoriale, e gli artt. 10 c. 3 e 12 c. 4 della L. 4 maggio 1983, n°184, entro l'iter processuale relativo alla dichiarazione di adottabilità.. Dopo aver esaminato le prescrizioni poste in capo ai genitori dall'autorità giudiziaria (ex art., 12 c. 4, l. 184/1983 ed art. 333 cod. civ.), mi soffermerò sul ruolo dei servizi socio assistenziali territoriali, prestando particolare attenzione sull'azione professionale degli operatori incaricati di monitorare l'effettivo rispetto delle disposizioni dell'autorità giudiziaria e l'aderenza agli obiettivi di recupero delle capacità genitoriali, di promuovere il diritto del minore a crescere nella propria famiglia e di prevedere modalità di sostegno plurime e flessibili. Nella parte successiva, intendo approfondire alcuni nodi critici tra cui la questione del consenso dei genitori, ma anche dei minori capaci di discernimento e dei limiti operativi derivanti dalla mancata condivisione degli obiettivi del progetto e dalla scarsa accettazione da parte dell'utenza del ruolo di un professionista che aiuta ma controlla, promuove ma al contempo valuta, sostiene ma opera per conto di un'autorità giudiziaria. Nel capitolo 3 verrà approfondito il tema della collaborazione tra servizi sociali e genitori, declinando i concetti di empowerment e partecipazione entro il contesto degli interventi di sostegno alla genitorialità.File | Dimensione | Formato | |
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