Ho scelto come argomento della mia Relazione di Laurea la tutela del Made in Italy, in particolare nei settori del tessile, della pelletteria e del calzaturiero, poiché è un tema particolarmente attuale ed importante per la commercializzazione del nostro Paese. La certificazione del Made in Italy è infatti la sola che garantisca l'autenticità del prodotto; ogni tipologia di prodotto certificato può ottenere molti vantaggi tra i quali: qualità, stile, immagine, fama; essa è un prestigio antico, che si basa sulla creatività che sposa qualità ed inventiva. Insieme alle parole "Pizza" e "Pasta Asciutta", il termine "Made in Italy" è il più famoso del mondo. Quando si parla di lusso sfrenato, quello vero che si combatte a suon di milioni di euro, entra in gioco l'Italia che con le sue piccole, medie e grandi imprese gestisce un impero di svariati miliardi di euro in tutto il mondo. La Legge 55/2010 introduce l'etichettatura obbligatoria per donare maggiori informazioni ai consumatori finali; dall' analisi di tale provvedimento emergono le criticità che il Legislatore ha dovuto e deve tuttora affrontare a proposito del concetto di Made in Italy, discordante con le disposizioni comunitarie. Mediante lo studio del contenuto della Legge si tenterà di comprendere i motivi per cui il Legislatore, malgrado le problematiche legate al contrasto con l' Unione Europea, si stia imponendo affinché diventi realtà l'entrata in vigore, fissata per il 1 ottobre 2010. La recente liberalizzazione degli scambi commerciali e la creazione del Mercato unico europeo hanno richiesto la predisposizione di regole precise che favoriscano sia la necessaria flessibilità delle transazioni economiche, sia la tutela dei consumatori da fenomeni di contraffazione e dalla diffusione di prodotti pericolosi per la salute. La fabbricazione e la commercializzazione di prodotti contraffatti possono infatti costituire un grave elemento distorsivo dell'economia e addirittura una minaccia alla salute pubblica. Sono proprio questi due fenomeni che la Legge 55/2010 vuole eliminare tramite l'etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti ed intermedi nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero. Il contrasto con l'articolo 36 del Codice Doganario Comunitario ha impedito l'acquisizione dell'efficacia per la data prevista (1 Ottobre 2010). Per il momento dunque resta in sospeso la realizzazione della finalità di tutelare maggiormente i consumatori ed i produttori italiani (in particolare piccole e medie imprese) dalla contraffazione.

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE NUOVE DISPOSIZIONI INERENTI IL MADE IN ITALY

BORTONE, FEDERICA
2009/2010

Abstract

Ho scelto come argomento della mia Relazione di Laurea la tutela del Made in Italy, in particolare nei settori del tessile, della pelletteria e del calzaturiero, poiché è un tema particolarmente attuale ed importante per la commercializzazione del nostro Paese. La certificazione del Made in Italy è infatti la sola che garantisca l'autenticità del prodotto; ogni tipologia di prodotto certificato può ottenere molti vantaggi tra i quali: qualità, stile, immagine, fama; essa è un prestigio antico, che si basa sulla creatività che sposa qualità ed inventiva. Insieme alle parole "Pizza" e "Pasta Asciutta", il termine "Made in Italy" è il più famoso del mondo. Quando si parla di lusso sfrenato, quello vero che si combatte a suon di milioni di euro, entra in gioco l'Italia che con le sue piccole, medie e grandi imprese gestisce un impero di svariati miliardi di euro in tutto il mondo. La Legge 55/2010 introduce l'etichettatura obbligatoria per donare maggiori informazioni ai consumatori finali; dall' analisi di tale provvedimento emergono le criticità che il Legislatore ha dovuto e deve tuttora affrontare a proposito del concetto di Made in Italy, discordante con le disposizioni comunitarie. Mediante lo studio del contenuto della Legge si tenterà di comprendere i motivi per cui il Legislatore, malgrado le problematiche legate al contrasto con l' Unione Europea, si stia imponendo affinché diventi realtà l'entrata in vigore, fissata per il 1 ottobre 2010. La recente liberalizzazione degli scambi commerciali e la creazione del Mercato unico europeo hanno richiesto la predisposizione di regole precise che favoriscano sia la necessaria flessibilità delle transazioni economiche, sia la tutela dei consumatori da fenomeni di contraffazione e dalla diffusione di prodotti pericolosi per la salute. La fabbricazione e la commercializzazione di prodotti contraffatti possono infatti costituire un grave elemento distorsivo dell'economia e addirittura una minaccia alla salute pubblica. Sono proprio questi due fenomeni che la Legge 55/2010 vuole eliminare tramite l'etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti ed intermedi nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero. Il contrasto con l'articolo 36 del Codice Doganario Comunitario ha impedito l'acquisizione dell'efficacia per la data prevista (1 Ottobre 2010). Per il momento dunque resta in sospeso la realizzazione della finalità di tutelare maggiormente i consumatori ed i produttori italiani (in particolare piccole e medie imprese) dalla contraffazione.
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