La tesi affronta il modo in cui il filosofo Louis Althusser interpreta lo sviluppo del pensiero marxiano, con particolare riguardo al rapporto tra la funzione dell'ideologia ed il concetto di "feticismo della merce". Per ricostruire il rapporto degli autori con tali questioni si utilizza un riferimento privilegiato alle opere di Louis Althusser nel primo periodo del suo itinerario teorico, ovvero agli scritti compresi nelle raccolta Per Marx e al seminario del 1965 sul Capitale. Ci si avvale anche dei contributi degli allievi Jacques Rancière e Étienne Balibar, in quanto indispensabili a restituire efficacemente la trattazione dei temi toccati. Si fanno inoltre alcune brevi sortite in opere più tarde, sia di Althusser che dei due allievi, al fine di tracciare i ripensamenti e l'evoluzione ininterrotta che il loro pensiero attraversa intorno all'analisi dei processi ideologici e alla spiegazione del feticismo. L'obiettivo della tesi è quello di evidenziare come le problematiche esaminate siano un filo conduttore che struttura tutta la riflessione althusseriana, aprendo una prospettiva chiarificatrice sull'insieme dei suoi interrogativi e delle sue aporie. Althusser assume infatti sin dalle prime opere il terreno dell'ideologia come una sfida, in rapporto allo statuto dei concetti marxiani e alla natura della ¿rottura epistemologica¿ che ne segnerebbe lo sviluppo. Capire il funzionamento della struttura ideologica è il presupposto per leggere come il materialismo storico possa svincolarsene e così prendere corpo. Seguire Althusser in questa indagine comporta quindi affrontare da vicino i testi di Marx, individuare i loro punti di scarto rispetto all'iniziale umanesimo feuerbachiano, ma ancora prima risalire alla natura del suo metodo filosofico e alla ¿dialettica¿ che non ha mai scritto. In questo modo emerge come si possano applicare a Marx le sue stesse lenti interpretative, cercando nei suoi scritti quanto rimane in ombra ed implicito, le ¿presenze fuggitive¿ che segnalano la reale natura delle sue scoperte. Si affaccia così una nuova definizione del gesto teorico e della ¿lettura¿, ma anche del soggetto, in cui la totale rielaborazione dei classici paradigmi marxisti si innesta sul linguaggio dell'epistemologia e della psicanalisi lacaniana. In quest'ottica si affrontano inoltre due possibili sviluppi del problema dell'ideologia: il primo riguarda la sua costituzione in apparati materiali, istituzionali, che ¿interpellano¿ i soggetti e garantiscono la riproduzione dei rapporti sociali; il secondo la sua esemplificazione nel feticismo come ¿oggettività sociale¿ che funziona automaticamente quale forma di espressione invertita del modo di produzione capitalistico, ¿mistificazione della struttura¿ radicalmente estranea alla problematica ¿antropologica¿ dell'alienazione. Si vuole così mostrare come gli approdi delle due prospettive finiscano per convergere, incontrando analoghe contraddizioni e i medesimi punti di svolta. Sotto entrambe le angolature riemerge infatti la mancanza di una teoria marxista dell'ideologia e dello Stato, ipoteca per lungo tempo ignorata da Althusser e dai suoi allievi, che li costringe a ritornare a più riprese sulle proprie posizioni per riconsiderarle o correggerle.
Leggere il Capitale. Ideologia, alienazione e feticismo nell'interpretazione di Louis Althusser.
GARAU, MICHELE
2015/2016
Abstract
La tesi affronta il modo in cui il filosofo Louis Althusser interpreta lo sviluppo del pensiero marxiano, con particolare riguardo al rapporto tra la funzione dell'ideologia ed il concetto di "feticismo della merce". Per ricostruire il rapporto degli autori con tali questioni si utilizza un riferimento privilegiato alle opere di Louis Althusser nel primo periodo del suo itinerario teorico, ovvero agli scritti compresi nelle raccolta Per Marx e al seminario del 1965 sul Capitale. Ci si avvale anche dei contributi degli allievi Jacques Rancière e Étienne Balibar, in quanto indispensabili a restituire efficacemente la trattazione dei temi toccati. Si fanno inoltre alcune brevi sortite in opere più tarde, sia di Althusser che dei due allievi, al fine di tracciare i ripensamenti e l'evoluzione ininterrotta che il loro pensiero attraversa intorno all'analisi dei processi ideologici e alla spiegazione del feticismo. L'obiettivo della tesi è quello di evidenziare come le problematiche esaminate siano un filo conduttore che struttura tutta la riflessione althusseriana, aprendo una prospettiva chiarificatrice sull'insieme dei suoi interrogativi e delle sue aporie. Althusser assume infatti sin dalle prime opere il terreno dell'ideologia come una sfida, in rapporto allo statuto dei concetti marxiani e alla natura della ¿rottura epistemologica¿ che ne segnerebbe lo sviluppo. Capire il funzionamento della struttura ideologica è il presupposto per leggere come il materialismo storico possa svincolarsene e così prendere corpo. Seguire Althusser in questa indagine comporta quindi affrontare da vicino i testi di Marx, individuare i loro punti di scarto rispetto all'iniziale umanesimo feuerbachiano, ma ancora prima risalire alla natura del suo metodo filosofico e alla ¿dialettica¿ che non ha mai scritto. In questo modo emerge come si possano applicare a Marx le sue stesse lenti interpretative, cercando nei suoi scritti quanto rimane in ombra ed implicito, le ¿presenze fuggitive¿ che segnalano la reale natura delle sue scoperte. Si affaccia così una nuova definizione del gesto teorico e della ¿lettura¿, ma anche del soggetto, in cui la totale rielaborazione dei classici paradigmi marxisti si innesta sul linguaggio dell'epistemologia e della psicanalisi lacaniana. In quest'ottica si affrontano inoltre due possibili sviluppi del problema dell'ideologia: il primo riguarda la sua costituzione in apparati materiali, istituzionali, che ¿interpellano¿ i soggetti e garantiscono la riproduzione dei rapporti sociali; il secondo la sua esemplificazione nel feticismo come ¿oggettività sociale¿ che funziona automaticamente quale forma di espressione invertita del modo di produzione capitalistico, ¿mistificazione della struttura¿ radicalmente estranea alla problematica ¿antropologica¿ dell'alienazione. Si vuole così mostrare come gli approdi delle due prospettive finiscano per convergere, incontrando analoghe contraddizioni e i medesimi punti di svolta. Sotto entrambe le angolature riemerge infatti la mancanza di una teoria marxista dell'ideologia e dello Stato, ipoteca per lungo tempo ignorata da Althusser e dai suoi allievi, che li costringe a ritornare a più riprese sulle proprie posizioni per riconsiderarle o correggerle.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/76979