The purpose of the thesis is to show that annexation is illegal under international law by means of an in-depth analysis of State practice, position of the UN bodies, case-law of the International Court of Justice and other relevant national tribunals. The subject of research was chosen on the basis of the recent events and represents a possibility to scrutinise a topic discussed widely at political level and poorly at legal level. The analysis focuses on the important milestones leading to the prohibition of the use of force as a legitimate means of the acquisition of territory from the beginning of the 20th century to the contemporary practice, which tends to condemn and not recognize illegitimate territorial situations. A comparative study of the case-law of the International Court of Justice and of State practice clearly proves that the prohibition of the acquisition of territory by use of force stems from customary international law ius cogens norms. The first introductory chapter briefly defines the notion of annexation and the inadmissibility of the title to sovereignty over a territory acquired by use of force. The second chapter outlines the historical evolution of illegality of annexation and analyses the State practice, condemning the territorial acquisitions in violation of the principle of territorial integrity of States. The third chapter focuses on the protection of the territorial sovereignty in the case-law of the International Court of Justice. More specifically, a particular attention is given to the principle of non-intervention, the prohibition of the threat and use of force, the uti possidetis iuris principle and, finally, on the right to self-determination of peoples subject to colonial domination or alien subjugation. The fourth chapter analyses the concept of recognition, its various constructions and application and the cases of collective non-recognition as a sanction for illegal territorial situations. The fifth chapter deals with the first case study: the Soviet annexation of Baltic States. Showing the existence of the prohibition of the use of force as a means of acquisition of territory at least in the treaties signed in the 20th century, the thesis aims to analyse the situation in the three Baltic States: forceful incorporation in summer 1940, the fifty-year Soviet occupation (the effects of which were not recognized by some States) and, finally, restitution of the same legal personality as that they had before the annexation and admission to the international community on the basis of the principle of continuity. Finally, the sixth chapter discusses the recent events in the Ukraine. It highlights that the secession and the subsequent incorporation of Crimea into the Russian Federation violates the core principles of international law. Having shown that the Russian annexation is illegal, the thesis underlines the necessity not to recognise by any means such an action.

Lo scopo dell'elaborato è la dimostrazione dell'illiceità dell'annessione nel Diritto internazionale tramite l'analisi della prassi degli Stati, degli organi delle Nazioni Unite, della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia e di alcune rilevanti corti nazionali. L'argomento della ricerca è stato scelto per la sua (ritrovata) attualità e per approfondire un tema abbondantemente discusso a livello politico ma scarsamente a livello giuridico. L'analisi da me proposta ripercorre le tappe della messa al bando dell'uso della forza come mezzo lecito per acquisire territori, dagli albori del XX secolo fino alla prassi contemporanea tendente alla condanna e al non-riconoscimento delle situazioni territoriali illegittime. Lo studio comparato della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia e della prassi degli Stati mi ha inoltre permesso di accertare la presenza di norme di Diritto internazionale consuetudinario di carattere cogente vietanti l'acquisizione di territorio tramite l'uso della forza. Il primo capitolo, introduttivo, definisce brevemente il concetto di annessione e l'inammissibilità del titolo alla sovranità su di un territorio derivante da un uso della forza. Il secondo capitolo ripercorre l'evoluzione storica dell'illiceità delle annessioni e analizza la prassi degli Stati nel condannare le acquisizioni territoriali ottenute in violazione del principio dell'inviolabilità dell'integrità territoriale degli Stati. Il terzo capitolo si sofferma sulla tutela della sovranità territoriale nella giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia. In particolare, l'analisi si focalizzerà sui principi del non-intervento, del divieto della minaccia e dell'uso della forza, dell'uti possidetis iuris e, infine, sul diritto riconosciuto ai popoli soggetti a dominazione coloniale o occupazione straniera ad autodeterminarsi. Il quarto capitolo analizza il principio del riconoscimento, le sue differenti interpretazioni e applicazioni e i casi di non-riconoscimento collettivo attuati come strumento sanzionatorio di situazioni territoriali illegittime. Il quinto capitolo affronta invece il primo dei due casi studio da me analizzati: l'annessione sovietica dei Paesi baltici. Dimostrando, almeno a livello pattizio, l'esistenza già all'epoca di un divieto all'uso della forza come strumento per acquisire territori, riporterò le alterne fortune delle tre Repubbliche Baltiche: incorporate forzosamente nell'estate del 1940, costrette ad un cinquantennio di dominio sovietico (i cui effetti non furono mai riconosciuti da alcuni Stati) ed infine, sulla base del principio della continuità, riammesse nella Comunità internazionale con la medesima personalità giuridica del periodo precedente all'annessione. Il sesto capitolo, infine, riporta gli eventi recentemente avvenuti in Ucraina, analizzando le violazioni dei principi di Diritto internazionale commesse con la secessione e la successiva incorporazione della Crimea nella Federazione Russa. Dimostrata l'illiceità dell'annessione russa, si richiama alla necessità di non-riconoscere in alcun modo il fatto compiuto.

L'annessione nel Diritto internazionale

TERZOLO, LUCA
2014/2015

Abstract

Lo scopo dell'elaborato è la dimostrazione dell'illiceità dell'annessione nel Diritto internazionale tramite l'analisi della prassi degli Stati, degli organi delle Nazioni Unite, della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia e di alcune rilevanti corti nazionali. L'argomento della ricerca è stato scelto per la sua (ritrovata) attualità e per approfondire un tema abbondantemente discusso a livello politico ma scarsamente a livello giuridico. L'analisi da me proposta ripercorre le tappe della messa al bando dell'uso della forza come mezzo lecito per acquisire territori, dagli albori del XX secolo fino alla prassi contemporanea tendente alla condanna e al non-riconoscimento delle situazioni territoriali illegittime. Lo studio comparato della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia e della prassi degli Stati mi ha inoltre permesso di accertare la presenza di norme di Diritto internazionale consuetudinario di carattere cogente vietanti l'acquisizione di territorio tramite l'uso della forza. Il primo capitolo, introduttivo, definisce brevemente il concetto di annessione e l'inammissibilità del titolo alla sovranità su di un territorio derivante da un uso della forza. Il secondo capitolo ripercorre l'evoluzione storica dell'illiceità delle annessioni e analizza la prassi degli Stati nel condannare le acquisizioni territoriali ottenute in violazione del principio dell'inviolabilità dell'integrità territoriale degli Stati. Il terzo capitolo si sofferma sulla tutela della sovranità territoriale nella giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia. In particolare, l'analisi si focalizzerà sui principi del non-intervento, del divieto della minaccia e dell'uso della forza, dell'uti possidetis iuris e, infine, sul diritto riconosciuto ai popoli soggetti a dominazione coloniale o occupazione straniera ad autodeterminarsi. Il quarto capitolo analizza il principio del riconoscimento, le sue differenti interpretazioni e applicazioni e i casi di non-riconoscimento collettivo attuati come strumento sanzionatorio di situazioni territoriali illegittime. Il quinto capitolo affronta invece il primo dei due casi studio da me analizzati: l'annessione sovietica dei Paesi baltici. Dimostrando, almeno a livello pattizio, l'esistenza già all'epoca di un divieto all'uso della forza come strumento per acquisire territori, riporterò le alterne fortune delle tre Repubbliche Baltiche: incorporate forzosamente nell'estate del 1940, costrette ad un cinquantennio di dominio sovietico (i cui effetti non furono mai riconosciuti da alcuni Stati) ed infine, sulla base del principio della continuità, riammesse nella Comunità internazionale con la medesima personalità giuridica del periodo precedente all'annessione. Il sesto capitolo, infine, riporta gli eventi recentemente avvenuti in Ucraina, analizzando le violazioni dei principi di Diritto internazionale commesse con la secessione e la successiva incorporazione della Crimea nella Federazione Russa. Dimostrata l'illiceità dell'annessione russa, si richiama alla necessità di non-riconoscere in alcun modo il fatto compiuto.
ITA
The purpose of the thesis is to show that annexation is illegal under international law by means of an in-depth analysis of State practice, position of the UN bodies, case-law of the International Court of Justice and other relevant national tribunals. The subject of research was chosen on the basis of the recent events and represents a possibility to scrutinise a topic discussed widely at political level and poorly at legal level. The analysis focuses on the important milestones leading to the prohibition of the use of force as a legitimate means of the acquisition of territory from the beginning of the 20th century to the contemporary practice, which tends to condemn and not recognize illegitimate territorial situations. A comparative study of the case-law of the International Court of Justice and of State practice clearly proves that the prohibition of the acquisition of territory by use of force stems from customary international law ius cogens norms. The first introductory chapter briefly defines the notion of annexation and the inadmissibility of the title to sovereignty over a territory acquired by use of force. The second chapter outlines the historical evolution of illegality of annexation and analyses the State practice, condemning the territorial acquisitions in violation of the principle of territorial integrity of States. The third chapter focuses on the protection of the territorial sovereignty in the case-law of the International Court of Justice. More specifically, a particular attention is given to the principle of non-intervention, the prohibition of the threat and use of force, the uti possidetis iuris principle and, finally, on the right to self-determination of peoples subject to colonial domination or alien subjugation. The fourth chapter analyses the concept of recognition, its various constructions and application and the cases of collective non-recognition as a sanction for illegal territorial situations. The fifth chapter deals with the first case study: the Soviet annexation of Baltic States. Showing the existence of the prohibition of the use of force as a means of acquisition of territory at least in the treaties signed in the 20th century, the thesis aims to analyse the situation in the three Baltic States: forceful incorporation in summer 1940, the fifty-year Soviet occupation (the effects of which were not recognized by some States) and, finally, restitution of the same legal personality as that they had before the annexation and admission to the international community on the basis of the principle of continuity. Finally, the sixth chapter discusses the recent events in the Ukraine. It highlights that the secession and the subsequent incorporation of Crimea into the Russian Federation violates the core principles of international law. Having shown that the Russian annexation is illegal, the thesis underlines the necessity not to recognise by any means such an action.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/76852