La professione di assistente sociale è spesso descritta dai media attraverso rappresentazioni sociali, per lo più negative, associate al suo ruolo, soprattutto in rifermento al binomio ¿assistente sociale-ladro di bambini¿. Tale lavoro si propone di esporre alcuni possibili strumenti che potrebbero aiutare a cambiare questa visione. Ma in quale modo le rappresentazioni sociali della professione potrebbero tendere a un cambiamento? Attraverso quali strumenti il lavoro sociale può svolgere in modo efficace i propri interventi nella situazione di crisi del welfare italiano? Come la comunità professionale può dialogare con l'esterno ed apparire al senso comune in modo più autentico? Il ruolo che l'assistente sociale ricopre è molto complesso in quanto caratterizzato da multidimensionalità: rivolge le sue azioni verso la persona, l'ambiente e l'organizzazione di lavoro, in un'ottica trifocale. Il suo operato è volto al cambiamento, inteso come propensione al miglioramento globale della situazione. Purtroppo questi elementi rimangono spesso stretti in ¿coni d'ombra¿ e ciò che resta visibile sono soprattutto gli atti negativi che dipingono il professionista per lo più come un ¿ladro di bambini¿. Questa è la tendenza prevalente nella società odierna, soprattutto da ciò che emerge dall'analisi di alcune trasmissioni televisive che descrivono il ruolo dell'assistente sociale attraverso rappresentazioni sociali sfavorevoli. I media, ed in particolare la televisione, possono essere creatori e al contempo riproduttori di rappresentazioni sociali che vanno ad incidere sulla costruzione del senso comune. L'assistente sociale attualmente rimane escluso da questo sistema di comunicazione e ciò va a ripercuotersi inevitabilmente sull'immagine pubblica del suo ruolo. Tuttavia le trasformazioni sono possibili, in quanto le rappresentazioni sociali sono caratterizzate da dinamicità. Il lavoro prende avvio da un'analisi della Teoria delle rappresentazioni sociali elaborata da Serge Moscovici. Si è poi approfondita la connessione tra tale teoria ed il ruolo degli assistenti sociali, utilizzando come base essenzialmente la ricerca empirica svolta in Italia sulle rappresentazioni presenti nei testi mediali. Successivamente, partendo dal presupposto che la rappresentazione sociale maggiormente ricorrente nei media rispetto al ruolo dell'assistente sociale sia quella di ¿ladro di bambini¿, si propone, nel terzo capitolo, come possibile esempio di intervento, uno strumento progettuale il quale, nel lungo periodo, potrebbe avere un impatto positivo sugli interventi rivolti ai minori ed alle loro famiglie e, di conseguenza, sul credito sociale che la professione potrebbe acquisire. Infine, vista la grande influenza che i media esercitano nella costruzione del senso comune all'interno della società, si presenta uno strumento più immaginativo, e probabilmente ambizioso, che si propone di utilizzare il dispositivo pubblicitario come mezzo per promuovere l'immagine della professione a livello di comunicazione di massa.
LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELL'ASSISTENTE SOCIALE. CRITICITA' E POSSIBILITA' DI CAMBIAMENTO
NOVERO, ANGELA
2014/2015
Abstract
La professione di assistente sociale è spesso descritta dai media attraverso rappresentazioni sociali, per lo più negative, associate al suo ruolo, soprattutto in rifermento al binomio ¿assistente sociale-ladro di bambini¿. Tale lavoro si propone di esporre alcuni possibili strumenti che potrebbero aiutare a cambiare questa visione. Ma in quale modo le rappresentazioni sociali della professione potrebbero tendere a un cambiamento? Attraverso quali strumenti il lavoro sociale può svolgere in modo efficace i propri interventi nella situazione di crisi del welfare italiano? Come la comunità professionale può dialogare con l'esterno ed apparire al senso comune in modo più autentico? Il ruolo che l'assistente sociale ricopre è molto complesso in quanto caratterizzato da multidimensionalità: rivolge le sue azioni verso la persona, l'ambiente e l'organizzazione di lavoro, in un'ottica trifocale. Il suo operato è volto al cambiamento, inteso come propensione al miglioramento globale della situazione. Purtroppo questi elementi rimangono spesso stretti in ¿coni d'ombra¿ e ciò che resta visibile sono soprattutto gli atti negativi che dipingono il professionista per lo più come un ¿ladro di bambini¿. Questa è la tendenza prevalente nella società odierna, soprattutto da ciò che emerge dall'analisi di alcune trasmissioni televisive che descrivono il ruolo dell'assistente sociale attraverso rappresentazioni sociali sfavorevoli. I media, ed in particolare la televisione, possono essere creatori e al contempo riproduttori di rappresentazioni sociali che vanno ad incidere sulla costruzione del senso comune. L'assistente sociale attualmente rimane escluso da questo sistema di comunicazione e ciò va a ripercuotersi inevitabilmente sull'immagine pubblica del suo ruolo. Tuttavia le trasformazioni sono possibili, in quanto le rappresentazioni sociali sono caratterizzate da dinamicità. Il lavoro prende avvio da un'analisi della Teoria delle rappresentazioni sociali elaborata da Serge Moscovici. Si è poi approfondita la connessione tra tale teoria ed il ruolo degli assistenti sociali, utilizzando come base essenzialmente la ricerca empirica svolta in Italia sulle rappresentazioni presenti nei testi mediali. Successivamente, partendo dal presupposto che la rappresentazione sociale maggiormente ricorrente nei media rispetto al ruolo dell'assistente sociale sia quella di ¿ladro di bambini¿, si propone, nel terzo capitolo, come possibile esempio di intervento, uno strumento progettuale il quale, nel lungo periodo, potrebbe avere un impatto positivo sugli interventi rivolti ai minori ed alle loro famiglie e, di conseguenza, sul credito sociale che la professione potrebbe acquisire. Infine, vista la grande influenza che i media esercitano nella costruzione del senso comune all'interno della società, si presenta uno strumento più immaginativo, e probabilmente ambizioso, che si propone di utilizzare il dispositivo pubblicitario come mezzo per promuovere l'immagine della professione a livello di comunicazione di massa.File | Dimensione | Formato | |
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