Il lavoro svolto tratta l'impiego delle tecnologie RFId (Radio Frequency Identification) in un ambito particolare che è quello della filiera della carne bovina. Esso risulta diviso, essenzialmente, in quattro parti: la prima in cui si definisce cosa si intende per filiera della carne bovina e i vincoli normativi a cui le aziende del settore devono adempiere, la seconda in cui vengono presentate, in generale, le tecnologie a radiofrequenza ed, in seguito, le stesse applicate alla suddetta catena alimentare, la terza presenta come tali tecnologie possano essere impiegate nei vari anelli della catena e come possano essere integrate tra di loro a livello di filiera e, infine, la quarta in cui si va ad accennare quali potrebbero essere i costi derivanti dall'applicazione di sistemi di questo tipo e quali opportunità potrebbero derivarne sia per quanto riguarda le aziende, sia per quanto riguarda i consumatori. Il fine ultimo di questo lavoro è quello di mettere in luce come la tecnologia, ed in particolare l'uso dei sistemi a radiofrequenza, possa essere utile per garantire una maggiore attendibilità dei dati, riguardanti l'identificazione dei capi bovini, e quindi una corretta rintracciabilità dei prodotti a base di carne in linea con quanto espresso dall' art. 18 del Regolamento CE n. 178 del 28 gennaio 2002. Inoltre, quello che si vuole sottolineare è che un uso integrato, cioè esteso a tutti gli anelli della filiera, oltre che ad offrire più opportunità in tema di tracciabilità e rintracciabilità, offrirebbe vantaggi anche sotto il profilo economico. Infatti, nella relazione non si nega che i costi per la realizzazione di un sistema di identificazione automatica siano elevati, ma si mette in evidenza come l'adozione di tale tecnologia, con riferimento all'intera filiera, potrebbe rendere possibile una maggiore ripartizione degli stessi, i quali, sotto certe condizioni, risulterebbero decisamente inferiori in rapporto ai benefici di cui potrebbero godere aziende e consumatori. Nonostante l'approccio positivo di questo elaborato, però, va detto che nella realtà le opportunità circa la maggiore attendibilità dei dati, e quindi un miglior adempimento ai vincoli normativi, e i vantaggi circa i costi non sembrano per il momento giustificare alle aziende del settore l'investimento in tali sistemi. Non bisogna, a questo proposito, però, negare che negli ultimi anni le sperimentazioni effettuate sono aumentate e che questo potrebbe essere un primo passo per arrivare ad un impiego dei sistemi di identificazione automatica che non sia limitato alle singole realtà aziendali ma che investa la filiera nel suo complesso.
Filiera della carne Bovina: cenni sui costi e sulle opportunità di un sistema di identificazione elettronica
VIGNADUZZO, EDI
2009/2010
Abstract
Il lavoro svolto tratta l'impiego delle tecnologie RFId (Radio Frequency Identification) in un ambito particolare che è quello della filiera della carne bovina. Esso risulta diviso, essenzialmente, in quattro parti: la prima in cui si definisce cosa si intende per filiera della carne bovina e i vincoli normativi a cui le aziende del settore devono adempiere, la seconda in cui vengono presentate, in generale, le tecnologie a radiofrequenza ed, in seguito, le stesse applicate alla suddetta catena alimentare, la terza presenta come tali tecnologie possano essere impiegate nei vari anelli della catena e come possano essere integrate tra di loro a livello di filiera e, infine, la quarta in cui si va ad accennare quali potrebbero essere i costi derivanti dall'applicazione di sistemi di questo tipo e quali opportunità potrebbero derivarne sia per quanto riguarda le aziende, sia per quanto riguarda i consumatori. Il fine ultimo di questo lavoro è quello di mettere in luce come la tecnologia, ed in particolare l'uso dei sistemi a radiofrequenza, possa essere utile per garantire una maggiore attendibilità dei dati, riguardanti l'identificazione dei capi bovini, e quindi una corretta rintracciabilità dei prodotti a base di carne in linea con quanto espresso dall' art. 18 del Regolamento CE n. 178 del 28 gennaio 2002. Inoltre, quello che si vuole sottolineare è che un uso integrato, cioè esteso a tutti gli anelli della filiera, oltre che ad offrire più opportunità in tema di tracciabilità e rintracciabilità, offrirebbe vantaggi anche sotto il profilo economico. Infatti, nella relazione non si nega che i costi per la realizzazione di un sistema di identificazione automatica siano elevati, ma si mette in evidenza come l'adozione di tale tecnologia, con riferimento all'intera filiera, potrebbe rendere possibile una maggiore ripartizione degli stessi, i quali, sotto certe condizioni, risulterebbero decisamente inferiori in rapporto ai benefici di cui potrebbero godere aziende e consumatori. Nonostante l'approccio positivo di questo elaborato, però, va detto che nella realtà le opportunità circa la maggiore attendibilità dei dati, e quindi un miglior adempimento ai vincoli normativi, e i vantaggi circa i costi non sembrano per il momento giustificare alle aziende del settore l'investimento in tali sistemi. Non bisogna, a questo proposito, però, negare che negli ultimi anni le sperimentazioni effettuate sono aumentate e che questo potrebbe essere un primo passo per arrivare ad un impiego dei sistemi di identificazione automatica che non sia limitato alle singole realtà aziendali ma che investa la filiera nel suo complesso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/76803