Introduction: Oncoplastic Breast Surgery combines oncological and plastic surgery techniques. The aim is to achieve tumor resection with free margins, maximizing the final aesthetic outcome. Compared to conventional conserving Surgery, oncoplastic technique allows for larger tumor resection, that otherwise would be candidated for mastectomy. This retrospective study examines the oncological safety of Oncoplastic compared to Breast Conservative Surgery in terms of resection margins status, anatomo-pathological characteristics of the tumor and the need for redo surgeries. Materials and methods: We considered two groups of patients, with an initial diagnosis of Breast Cancer in stage I or II. One underwent oncoplastic surgery, while the other conventional conservative surgery. The first aspect to be verified was the homogeneity of clinical and pathological characteristics. Subsequently, an analysis was performed in order to assess which, among all variables considered, had a significant influence on the surgical margins state, inside of each group. Finally, the impact in clinical practice of involved margins was assessed, comparing, in the two groups, the incidence of redo carried out during the follow-up time. Results: The two groups were similar for almost all the considered characteristic. The only statistically significant differences were: tumor size, resection volume and distance from the most proximal surgical margin. The former characteristics were greater in the oncoplastic group and this demonstrates its oncological safety. Furthermore, patients treated with oncoplastic surgery showed lower surgical margins’ involvement compared to the conservative surgery group (33% and 42% respectively). In particular, in the oncoplastic group, the involved margins’ predictors were: tumor’s size and larger resection volume (respectively p= 0.004; p= 0.009). These characteristics have also been shown to be related to the surgical margins’ infiltration in the group treated with conservative surgery, also in association with BMI and presence of family history for Breast cancer. (respectively: p=0.009; p=0.035; p=0.002; p=0.043). Finally, number of re-excisions was compared between the two groups, during the follow-up time. The results suggested that oncoplastic surgery is superimposable to conservative surgery, in terms of re-excisions (p=0.77). Furthermore, in the oncoplastic group, surgical margins’ implication involved mastectomy with a lower incidence (0.2%), than that of the conservative group (1.4%), which also included the possibility of a further conservative treatment. Conclusions: Oncoplastic surgery, performed on larger tumors with specific localization and on determinate breast conformation, does not show a higher incidence of surgical margins involvement, regardless of the type of tumor initially diagnosed. Furthermore, in case of margins’ involvement, different characteristics were found between the two groups of patients, which should be taken into account by the interdisciplinary group when deciding which type of surgical technique to be applied. Finally, a higher incidence of redo emerged in the group of patients undergoing conservative surgery.

Introduzione: La chirurgia oncoplastica è un approccio al tumore della mammella che combina tecniche di chirurgia oncologica e plastica. Lo scopo è quello di ottenere margini di resezione indenni, massimizzando il risultato estetico finale. Rispetto alla chirurgia conservativa tradizionale, tale tecnica permette l’asportazione di masse tumorali di dimensioni maggiori, che, in alternativa, comporterebbero l’indicazione a mastectomia. Il presente studio retrospettivo compara le pazienti operate con chirurgia oncoplastica a quelle operate con chirurgia conservativa, al fine di valutare la presenza di eventuali differenze in termini di: stato dei margini di resezione, caratteristiche istologiche del tumore primitivo correlate allo stato dei margini, incidenza e tipo di re-interventi. Materiali e metodi: Sono stati analizzati due gruppi di pazienti, con diagnosi iniziale di carcinoma mammario in stadio clinico I o II, sottoposti, l’uno ad intervento chirurgico con tecnica oncoplastica e l’altro a chirurgia conservativa convenzionale. Il primo obbiettivo è stato verificare l’omogeneità per caratteristiche cliniche e patologiche delle due popolazioni. Successivamente, è stata eseguita un’analisi volta a valutare quali, tra le variabili considerate, avessero un’influenza significativa sullo stato dei margini chirurgici, all’interno dei due gruppi. Infine, è stato valutato l’impatto che il coinvolgimento dei margini di resezione ha avuto nella pratica clinica, confrontando nelle due popolazioni l’incidenza ed il tipo di re-interventi. Risultati: Le due popolazioni sono risultate coerenti per quasi tutte le caratteristiche considerate. Le sole variabili risultate differenti in modo statisticamente significativo sono state: dimensioni del tumore, volume della resezione e distanza dal margine chirurgico più prossimale. Queste caratteristiche sono risultate maggiori nel gruppo trattato con chirurgia oncoplastica. Ciò avvalora la sicurezza oncologica di questa tecnica. Inoltre, la popolazione trattata con chirurgia oncoplastica ha presentato meno frequentemente il coinvolgimento dei margini chirurgici, rispetto al gruppo trattato con tecnica conservativa (rispettivamente 33% e 42%). In particolare, i predittori significativi di margini infiltrati nel gruppo di pazienti trattate con chirurgia oncoplastica sono risultati: dimensioni tumorali e volume di resezione (rispettivamente: p=0.004; p=0.009). Queste caratteristiche si sono dimostrate correlate all’infiltrazione dei margini chirurgici anche nel gruppo trattato con chirurgia conservativa ma in associazione a BMI e anamnesi familiare positiva per carcinoma mammario (rispettivamente: p= 0.009; p=0.035; p=0.002; p=0.043). Infine, sono stati confrontati i re-interventi nei due gruppi, nel tempo di follow-up considerato. I risultati hanno suggerito che la chirurgia oncoplastica è paragonabile alla conservativa in termini di re-interventi (p=0.77). Inoltre, nel gruppo dell’Oncoplastica, il coinvolgimento dei margini chirurgici ha comportato la mastectomia con un’incidenza inferiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo delle conservative (0.2% e 1,4% rispettivamente), in cui si contemplava anche l’eventualità di nuova ampia resezione. Conclusioni: I risultati hanno dimostrato che la chirurgia oncoplastica non presenta un maggior coinvolgimento dei margini di resezione rispetto alla tecnica conservativa, indipendentemente dalle caratteristiche anatomo-patologiche del tumore primitivo. Inoltre, in caso di coinvolgimento dei margini di resezione, si sono riscontrate caratteristiche differenti nei due gruppi, che devono essere considerate, da parte del gruppo interdisciplinare, per porre indicazione al tipo di tecnica chirurgica da applicare. Infine, è emersa una maggior incidenza di re-interventi nel gruppo di pazienti sottoposte a chirurgia conservativa.

Impatto della chirurgia Oncoplastica mammaria sullo stato dei margini di resezione chirurgici

CASSETTA, CAROLA
2019/2020

Abstract

Introduzione: La chirurgia oncoplastica è un approccio al tumore della mammella che combina tecniche di chirurgia oncologica e plastica. Lo scopo è quello di ottenere margini di resezione indenni, massimizzando il risultato estetico finale. Rispetto alla chirurgia conservativa tradizionale, tale tecnica permette l’asportazione di masse tumorali di dimensioni maggiori, che, in alternativa, comporterebbero l’indicazione a mastectomia. Il presente studio retrospettivo compara le pazienti operate con chirurgia oncoplastica a quelle operate con chirurgia conservativa, al fine di valutare la presenza di eventuali differenze in termini di: stato dei margini di resezione, caratteristiche istologiche del tumore primitivo correlate allo stato dei margini, incidenza e tipo di re-interventi. Materiali e metodi: Sono stati analizzati due gruppi di pazienti, con diagnosi iniziale di carcinoma mammario in stadio clinico I o II, sottoposti, l’uno ad intervento chirurgico con tecnica oncoplastica e l’altro a chirurgia conservativa convenzionale. Il primo obbiettivo è stato verificare l’omogeneità per caratteristiche cliniche e patologiche delle due popolazioni. Successivamente, è stata eseguita un’analisi volta a valutare quali, tra le variabili considerate, avessero un’influenza significativa sullo stato dei margini chirurgici, all’interno dei due gruppi. Infine, è stato valutato l’impatto che il coinvolgimento dei margini di resezione ha avuto nella pratica clinica, confrontando nelle due popolazioni l’incidenza ed il tipo di re-interventi. Risultati: Le due popolazioni sono risultate coerenti per quasi tutte le caratteristiche considerate. Le sole variabili risultate differenti in modo statisticamente significativo sono state: dimensioni del tumore, volume della resezione e distanza dal margine chirurgico più prossimale. Queste caratteristiche sono risultate maggiori nel gruppo trattato con chirurgia oncoplastica. Ciò avvalora la sicurezza oncologica di questa tecnica. Inoltre, la popolazione trattata con chirurgia oncoplastica ha presentato meno frequentemente il coinvolgimento dei margini chirurgici, rispetto al gruppo trattato con tecnica conservativa (rispettivamente 33% e 42%). In particolare, i predittori significativi di margini infiltrati nel gruppo di pazienti trattate con chirurgia oncoplastica sono risultati: dimensioni tumorali e volume di resezione (rispettivamente: p=0.004; p=0.009). Queste caratteristiche si sono dimostrate correlate all’infiltrazione dei margini chirurgici anche nel gruppo trattato con chirurgia conservativa ma in associazione a BMI e anamnesi familiare positiva per carcinoma mammario (rispettivamente: p= 0.009; p=0.035; p=0.002; p=0.043). Infine, sono stati confrontati i re-interventi nei due gruppi, nel tempo di follow-up considerato. I risultati hanno suggerito che la chirurgia oncoplastica è paragonabile alla conservativa in termini di re-interventi (p=0.77). Inoltre, nel gruppo dell’Oncoplastica, il coinvolgimento dei margini chirurgici ha comportato la mastectomia con un’incidenza inferiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo delle conservative (0.2% e 1,4% rispettivamente), in cui si contemplava anche l’eventualità di nuova ampia resezione. Conclusioni: I risultati hanno dimostrato che la chirurgia oncoplastica non presenta un maggior coinvolgimento dei margini di resezione rispetto alla tecnica conservativa, indipendentemente dalle caratteristiche anatomo-patologiche del tumore primitivo. Inoltre, in caso di coinvolgimento dei margini di resezione, si sono riscontrate caratteristiche differenti nei due gruppi, che devono essere considerate, da parte del gruppo interdisciplinare, per porre indicazione al tipo di tecnica chirurgica da applicare. Infine, è emersa una maggior incidenza di re-interventi nel gruppo di pazienti sottoposte a chirurgia conservativa.
Impact of Breast Oncoplastic Surgery on the state of surgical resection margins
Introduction: Oncoplastic Breast Surgery combines oncological and plastic surgery techniques. The aim is to achieve tumor resection with free margins, maximizing the final aesthetic outcome. Compared to conventional conserving Surgery, oncoplastic technique allows for larger tumor resection, that otherwise would be candidated for mastectomy. This retrospective study examines the oncological safety of Oncoplastic compared to Breast Conservative Surgery in terms of resection margins status, anatomo-pathological characteristics of the tumor and the need for redo surgeries. Materials and methods: We considered two groups of patients, with an initial diagnosis of Breast Cancer in stage I or II. One underwent oncoplastic surgery, while the other conventional conservative surgery. The first aspect to be verified was the homogeneity of clinical and pathological characteristics. Subsequently, an analysis was performed in order to assess which, among all variables considered, had a significant influence on the surgical margins state, inside of each group. Finally, the impact in clinical practice of involved margins was assessed, comparing, in the two groups, the incidence of redo carried out during the follow-up time. Results: The two groups were similar for almost all the considered characteristic. The only statistically significant differences were: tumor size, resection volume and distance from the most proximal surgical margin. The former characteristics were greater in the oncoplastic group and this demonstrates its oncological safety. Furthermore, patients treated with oncoplastic surgery showed lower surgical margins’ involvement compared to the conservative surgery group (33% and 42% respectively). In particular, in the oncoplastic group, the involved margins’ predictors were: tumor’s size and larger resection volume (respectively p= 0.004; p= 0.009). These characteristics have also been shown to be related to the surgical margins’ infiltration in the group treated with conservative surgery, also in association with BMI and presence of family history for Breast cancer. (respectively: p=0.009; p=0.035; p=0.002; p=0.043). Finally, number of re-excisions was compared between the two groups, during the follow-up time. The results suggested that oncoplastic surgery is superimposable to conservative surgery, in terms of re-excisions (p=0.77). Furthermore, in the oncoplastic group, surgical margins’ implication involved mastectomy with a lower incidence (0.2%), than that of the conservative group (1.4%), which also included the possibility of a further conservative treatment. Conclusions: Oncoplastic surgery, performed on larger tumors with specific localization and on determinate breast conformation, does not show a higher incidence of surgical margins involvement, regardless of the type of tumor initially diagnosed. Furthermore, in case of margins’ involvement, different characteristics were found between the two groups of patients, which should be taken into account by the interdisciplinary group when deciding which type of surgical technique to be applied. Finally, a higher incidence of redo emerged in the group of patients undergoing conservative surgery.
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