Il territorio forestale italiano presenta una struttura particolarmente ricca di rilievi tali da renderlo spesso impervio e poco praticabile e limitando, in molti casi, la possibilità di impiegare le macchine più tecnologicamente avanzate che spesso sono state studiate e possono operare solo su terreni pianeggianti in quanto sviluppate in USA, e Nord Europa, dove le foreste sono presenti praticamente solo in vaste aree piane. Con il passare degli anni l'innovazione tecnologica ha apportato notevoli e svariati miglioramenti alle macchine forestali. La stretta correlazione tra macchine e tecniche di lavoro ha determinato lo sviluppo integrato di entrambe così che in breve tempo si è passati dall'utilizzo di tecniche e strumenti manuali (segone, scure, ascia,...) a macchinari altamente specializzati (harvester, forwarder,...). A seconda delle macchine e delle tecniche impiegate per i lavori in bosco si hanno, in maniera correlata, ripercussioni differenti sulla compattazione del suolo. Tuttavia, sulla base degli studi condotti negli ultimi anni, è emerso che la compattazione dei suoli oltre che ad essere indotta dalle attività umane che impongono una maggiore forza sulla componente verticale del suolo, può avvenire anche naturalmente con il passaggio fra fasi di gelo-disgelo oppure di umidità-secchezza. La deformazione del suolo dipende da svariati fattori, come la densità iniziale, la distribuzione delle particelle, il tipo di matrice, l'umidità, la pendenza, il tipo di taglio selvicolturale, il numero di cicli di trasporto e la sicurezza ed esperienza degli operatori delle macchine. Considerando che una tessitura più fine del suolo è sicuramente più soggetta alla compattazione in confronto ad un suolo con tessitura più grossolana, in realtà recenti studi hanno evidenziato che l'impatto delle macchine su suoli argillosi non risulta così differente da quello su suoli sabbiosi e che l'effetto del traffico in bosco diminuisce all'aumentare della profondità del suolo. Altri studi hanno verificato che praticando l'abbattimento con la motosega e l'esbosco con trattori muniti di verricello, generalmente si garantisce un minor impatto negativo sulla modifica di densità del suolo rispetto ad altri sistemi di abbattimento ed esbosco, ma che comunque, si incrementa del 50% la resistenza alla sua penetrazione là dove è avvenuto il passaggio delle macchine o del legname. Uno dei metodi più validi per la prevenzione del compattamento del suolo può essere quella di lasciare in bosco i residui legnosi in modo da rinforzare il suolo e di ridurre il più possibile la pressione di contatto fra macchina e suolo. Nel caso in cui questa pratica non sia possibile, la massa delle macchine dovrà essere distribuita in maniera il più possibile uniforme sugli organi di propulsione ed sarebbe suggeribile diminuire la pressione di gonfiaggio degli pneumatici, o utilizzare ruote a sezione larga e aventi un diametro elevato. In pratica, l'uso di macchine il più possibile leggere e lo svolgimento delle varie operazioni selvicolturali in condizione di terreno asciutto o gelato risultano le soluzioni migliori per ridurre l'impatto negativo sul suolo del traffico in bosco.

Impatto delle macchine sul suolo del bosco durante le lavorazioni forestali

NICOLA, JOEL GABRIELE
2014/2015

Abstract

Il territorio forestale italiano presenta una struttura particolarmente ricca di rilievi tali da renderlo spesso impervio e poco praticabile e limitando, in molti casi, la possibilità di impiegare le macchine più tecnologicamente avanzate che spesso sono state studiate e possono operare solo su terreni pianeggianti in quanto sviluppate in USA, e Nord Europa, dove le foreste sono presenti praticamente solo in vaste aree piane. Con il passare degli anni l'innovazione tecnologica ha apportato notevoli e svariati miglioramenti alle macchine forestali. La stretta correlazione tra macchine e tecniche di lavoro ha determinato lo sviluppo integrato di entrambe così che in breve tempo si è passati dall'utilizzo di tecniche e strumenti manuali (segone, scure, ascia,...) a macchinari altamente specializzati (harvester, forwarder,...). A seconda delle macchine e delle tecniche impiegate per i lavori in bosco si hanno, in maniera correlata, ripercussioni differenti sulla compattazione del suolo. Tuttavia, sulla base degli studi condotti negli ultimi anni, è emerso che la compattazione dei suoli oltre che ad essere indotta dalle attività umane che impongono una maggiore forza sulla componente verticale del suolo, può avvenire anche naturalmente con il passaggio fra fasi di gelo-disgelo oppure di umidità-secchezza. La deformazione del suolo dipende da svariati fattori, come la densità iniziale, la distribuzione delle particelle, il tipo di matrice, l'umidità, la pendenza, il tipo di taglio selvicolturale, il numero di cicli di trasporto e la sicurezza ed esperienza degli operatori delle macchine. Considerando che una tessitura più fine del suolo è sicuramente più soggetta alla compattazione in confronto ad un suolo con tessitura più grossolana, in realtà recenti studi hanno evidenziato che l'impatto delle macchine su suoli argillosi non risulta così differente da quello su suoli sabbiosi e che l'effetto del traffico in bosco diminuisce all'aumentare della profondità del suolo. Altri studi hanno verificato che praticando l'abbattimento con la motosega e l'esbosco con trattori muniti di verricello, generalmente si garantisce un minor impatto negativo sulla modifica di densità del suolo rispetto ad altri sistemi di abbattimento ed esbosco, ma che comunque, si incrementa del 50% la resistenza alla sua penetrazione là dove è avvenuto il passaggio delle macchine o del legname. Uno dei metodi più validi per la prevenzione del compattamento del suolo può essere quella di lasciare in bosco i residui legnosi in modo da rinforzare il suolo e di ridurre il più possibile la pressione di contatto fra macchina e suolo. Nel caso in cui questa pratica non sia possibile, la massa delle macchine dovrà essere distribuita in maniera il più possibile uniforme sugli organi di propulsione ed sarebbe suggeribile diminuire la pressione di gonfiaggio degli pneumatici, o utilizzare ruote a sezione larga e aventi un diametro elevato. In pratica, l'uso di macchine il più possibile leggere e lo svolgimento delle varie operazioni selvicolturali in condizione di terreno asciutto o gelato risultano le soluzioni migliori per ridurre l'impatto negativo sul suolo del traffico in bosco.
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