BACKGROUND: While there is a proven association of intrauterine Ureaplasma parvum infection with adverse pregnancy outcomes, the effect of vaginal Ureaplasma colonisation on preterm delivery has not been totally understood. The role played by a simultaneous vaginal dysbiosis is even more debated, as some authors believe there can be a synergistic effect of the two conditions. OBJECTIVE: To evaluate the potential role of vaginal U. parvum colonisation in pregancy as a predictor of adverse pregnancy outcomes (SPB, spontaneous preterm birth, and pPROM, preterm premature rupture of membranes), also in connection with vaginal dysbiosis. METHODS: We analyzed obstetric outcomes of 1494 pregnant women who had done a vaginal swab, as both inpatients and outpatients, between 6 and 36 weeks of gestation, and whose test was positive for U. parvum -alone or in association with others microrganisms- for bacterial vaginosis -alone or in association- and negative. RESULTS: SPB occurred in 22.6% of patients who tested positive for U. parvum and in 20.4% patients who tested negative (p = 0.333), SPB < 34 weeks of gestation occurred in 10.4% of patients tested positive and 7.8% of patients tested negative (p = 0.208), SPB between 34 and 36 weeks of gestation in 21.4% of positive patients and in 12.6% of negative patients (p = 0.208), pPROM in 21.4% of positive patients and 17.4% of negative patients (p = 0.056). Simple logistic regression showed that vaginal colonisation with U. parvum, alone or in association, is a predictor of pPROM expecially when found within 32 weeks of gestation (ORgr 1.51, IC 95% 1.11-2.04, p-value 0.008). It is also a predictor of SPB (ORgr 1.33, IC 95% 1.00-1.77, p-value 0.05) and SPB < 34 weeks of gestation (ORgr 1.48, IC 5% 1.02-2,17, p-value 0.041), but only when found within 32 weeks of gestation. We did not achieve statistically significant results in the bacterial vaginosis group and in the U.parvum+bacterial vaginosis group because of the small sample size. In a multiple logistic regression, adjusting for absence of lactobacilli, history of uterine surgery and relevant pathologies, a positive swab for U. parvum alone, performed within 32 weeks of gestation, showed a significant association with SBP, SPB < 34 weeks and pPROM (ORadj 1.52, IC 95% 1.06-2,19, p-value 0.025, ORadj 1,.61, IC 95% 0.98-2.64, p-value 0.062, ORadj 1.60, IC 95% 1.08-2.36, p-value 0.018, for the tree outcomes respectively). A vaginal swab positive for U. parvum alone, in the absence of lactobacilli, seems to show a higher risk of SPB and pPROM (OR 2.58, IC 95% 1.20-5.56, p=0.016 and OR 3.11 IC 95% 1.40-6.91 p=0.005, respectively) compared to a swab positive for U. parvum alone with lactobacilli (OR 1.53, IC95% 1.02-2.29, p=0.040 and OR 1.63 IC95% 1.05-2.51 p=0,028, respectively). CONCLUSION: Our study showed a statistically significant association between vaginal U. parvum colonisation within 32 weeks of gestation and SPB, SPB < 34 weeks and pPROM. This association is independent from the presence of lactobacilli, even if the U. parvum colonisation in the absence of lactobacilli seems to further increase the risk.
BACKGROUND: Mentre vi è un’associazione accertata tra infezione intrauterina da Ureaplasma parvum ed esiti ostetrici avversi, l’effetto della colonizzazione vaginale da U. parvum sul parto pretermine non è stato ancora del tutto chiarito. Il ruolo giocato dalla concomitante presenza di dismicrobismo vaginale è ulteriormente dibattuto, con alcuni autori che ritengono possa esserci un effetto sinergico delle due condizioni. OBIETTIVI: Valutare se la colonizzazione cervico-vaginale da U. parvum in gravidanza sia un fattore predittivo di esiti ostetrici avversi (SPB, spontaneous preterm birth, e pPROM, rottura prematura pretermine delle membrane), anche in relazione al dismicrobismo vaginale. MATERIALI E METODI: Sono stati analizzati gli esiti ostetrici di 1494 donne gravide che avessero eseguito un tampone cervico-vaginale, in regime di ricovero o ambulatoriale, tra le 6 e le 36 settimane di E.G., risultato positivo per U. parvum, da solo o in associazione con altri microrganismi, vaginosi batterica, da sola o in associazione, e negativo. RISULTATI: Lo SPB si è verificato nel 22.6% delle pazienti con TCV positivo per U. parvum vs il 20.4% del gruppo di controllo (p = 0.333), < 34 settimane nel 10.4% del gruppo positivo vs il 7.8% del gruppo negativo (p = 0.208), tra 34 e 36 settimane nel 12.1% del gruppo positivo vs nel 12.6% del gruppo negativo (p = 0.208), la pPROM nel 21.4% del gruppo positivo vs il 17.4% del gruppo negativo (p = 0.056). Il modello di regressione logistica univariato ha mostrato come l’U. parvum, da solo o in associazione, sia un fattore predittivo di pPROM soprattutto quando riscontrato entro le 32 settimane (ORgr 1.51, IC 95% 1.11-2.04, p-value 0.008). È risultato invece un fattore predittivo di SPB (ORgr 1.33, IC 95% 1.00-1.77, p-value 0.05) e di SPB < 34 settimane di E.G. (ORgr 1.48, IC 5% 1.02-2,17, p-value 0.041) solo nel gruppo con tampone eseguito entro le 32 settimane. Non si sono ottenuti esiti significativi nel gruppo con vaginosi batterica e nel gruppo con associazione tra U. parvum e vaginosi batterica a causa della bassa numerosità campionaria. Nel modello multivariato, aggiustato per assenza di lattobacilli, interventi uterini pregressi e patologie rilevanti, un tampone positivo per U. parvum da solo, eseguito entro le 32 settimane, si è invece dimostrato un fattore predittivo sia di SPB, sia di SPB < 34 settimane, sia di pPROM (ORadj 1.52, IC 95% 1.06-2,19, p-value 0.025, ORadj 1,.61, IC 95% 0.98-2.64, p-value 0.062, ORadj 1.60, IC 95% 1.08-2.36, p-value 0.018, per i tre outcomes rispettivamente). La positività per U. parvum in assenza di lattobacilli sembra mostrare un rischio maggiore di SPB e pPROM (OR 2.58, IC 95% 1.20-5.56, p=0.016 e OR 3.11 IC 95% 1.40-6.91 p=0.005, rispettivamente) rispetto alla positività per U. parvum in presenza di lattobacilli (OR 1.53, IC95% 1.02-2.29, p=0.040 e OR 1.63 IC95% 1.05-2.51 p=0,028, rispettivamente). CONCLUSIONI: Il nostro studio mostra un’associazione statisticamente significativa tra colonizzazione cervico-vaginale da U. parvum entro le 32 settimane di E.G. e il parto pretermine, il parto pretermine precoce e la pPROM. L’associazione è indipendente dall’assenza di lattobacilli, anche se l’associazione di assenza di lattobacilli e positività per U. parvum pare aumentare ulteriormente il rischio di outcomes avversi.
Ureaplasma parvum e dismicrobismo vaginale: esiti ostetrici. Esperienza del Centro di Torino
CANALIS, CHIARA
2019/2020
Abstract
BACKGROUND: Mentre vi è un’associazione accertata tra infezione intrauterina da Ureaplasma parvum ed esiti ostetrici avversi, l’effetto della colonizzazione vaginale da U. parvum sul parto pretermine non è stato ancora del tutto chiarito. Il ruolo giocato dalla concomitante presenza di dismicrobismo vaginale è ulteriormente dibattuto, con alcuni autori che ritengono possa esserci un effetto sinergico delle due condizioni. OBIETTIVI: Valutare se la colonizzazione cervico-vaginale da U. parvum in gravidanza sia un fattore predittivo di esiti ostetrici avversi (SPB, spontaneous preterm birth, e pPROM, rottura prematura pretermine delle membrane), anche in relazione al dismicrobismo vaginale. MATERIALI E METODI: Sono stati analizzati gli esiti ostetrici di 1494 donne gravide che avessero eseguito un tampone cervico-vaginale, in regime di ricovero o ambulatoriale, tra le 6 e le 36 settimane di E.G., risultato positivo per U. parvum, da solo o in associazione con altri microrganismi, vaginosi batterica, da sola o in associazione, e negativo. RISULTATI: Lo SPB si è verificato nel 22.6% delle pazienti con TCV positivo per U. parvum vs il 20.4% del gruppo di controllo (p = 0.333), < 34 settimane nel 10.4% del gruppo positivo vs il 7.8% del gruppo negativo (p = 0.208), tra 34 e 36 settimane nel 12.1% del gruppo positivo vs nel 12.6% del gruppo negativo (p = 0.208), la pPROM nel 21.4% del gruppo positivo vs il 17.4% del gruppo negativo (p = 0.056). Il modello di regressione logistica univariato ha mostrato come l’U. parvum, da solo o in associazione, sia un fattore predittivo di pPROM soprattutto quando riscontrato entro le 32 settimane (ORgr 1.51, IC 95% 1.11-2.04, p-value 0.008). È risultato invece un fattore predittivo di SPB (ORgr 1.33, IC 95% 1.00-1.77, p-value 0.05) e di SPB < 34 settimane di E.G. (ORgr 1.48, IC 5% 1.02-2,17, p-value 0.041) solo nel gruppo con tampone eseguito entro le 32 settimane. Non si sono ottenuti esiti significativi nel gruppo con vaginosi batterica e nel gruppo con associazione tra U. parvum e vaginosi batterica a causa della bassa numerosità campionaria. Nel modello multivariato, aggiustato per assenza di lattobacilli, interventi uterini pregressi e patologie rilevanti, un tampone positivo per U. parvum da solo, eseguito entro le 32 settimane, si è invece dimostrato un fattore predittivo sia di SPB, sia di SPB < 34 settimane, sia di pPROM (ORadj 1.52, IC 95% 1.06-2,19, p-value 0.025, ORadj 1,.61, IC 95% 0.98-2.64, p-value 0.062, ORadj 1.60, IC 95% 1.08-2.36, p-value 0.018, per i tre outcomes rispettivamente). La positività per U. parvum in assenza di lattobacilli sembra mostrare un rischio maggiore di SPB e pPROM (OR 2.58, IC 95% 1.20-5.56, p=0.016 e OR 3.11 IC 95% 1.40-6.91 p=0.005, rispettivamente) rispetto alla positività per U. parvum in presenza di lattobacilli (OR 1.53, IC95% 1.02-2.29, p=0.040 e OR 1.63 IC95% 1.05-2.51 p=0,028, rispettivamente). CONCLUSIONI: Il nostro studio mostra un’associazione statisticamente significativa tra colonizzazione cervico-vaginale da U. parvum entro le 32 settimane di E.G. e il parto pretermine, il parto pretermine precoce e la pPROM. L’associazione è indipendente dall’assenza di lattobacilli, anche se l’associazione di assenza di lattobacilli e positività per U. parvum pare aumentare ulteriormente il rischio di outcomes avversi.File | Dimensione | Formato | |
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