Lo scopo del presente elaborato è affrontare l'universo umano ed artistico del compositore francese Charles Valentin Alkan, nel tentativo di realizzare un'approfondita analisi biografica e stilistico-musicale. Purtroppo pochi musicisti, ed ancor meno storici della musica si sono, fino ad oggi, interessati in modo esaustivo alla sua vita ed alla sua produzione artistica. Il profilo biografico, contenuto all'interno del capitolo I, rappresenta il punto di partenza del presente lavoro. Alkan nasce in un periodo storico, quello della Parigi post-rivoluzionaria, ricco di contraddizioni e stravolgimenti sociali e culturali. Da un lato l'ambiente accademico del Conservatorio di Parigi, ove egli si formò, che guardava al passato ed, in particolare, alla musica barocca; dall'altro quello dei salotti della nuova borghesia parigina, che egli frequentò assiduamente in gioventù, che prediligeva il genere romantico ed il virtuosismo strumentale. Due filoni musicali che convivevano parallelamente, rappresentando il gusto di ambienti sociali e culturali differenti, che egli dimostrò di amare in modo eguale. Tale dicotomia, che rese Alkan un artista bifronte spesso sospeso fra conservatorismo e progressismo, ne caratterizzò indelebilmente anche la personalità, tanto da delinearne un'immagine alquanto enigmatica. Alkan fu un compositore eclettico, bifronte o ¿a due facce¿ (in un'accezione positiva della definizione), ed il suo eclettismo fu anche, probabilmente, frutto di quel raffronto continuo e proficuo che egli istituì con le opere di alcuni musicisti coevi, anche se appartenenti a mondi stilistici differenti, come nel caso di Rossini, principale modello per le sue opere giovanili, e di Liszt e Chopin, i cui stilemi compositivi furono sempre presenti all'interno dei suoi lavori, soprattutto nelle opere più mature, e con cui intessé relazioni amicali. Particolarmente preziosa per Alkan fu l'amicizia con Chopin, per il quale provò grande stima ed affetto. Se la biografia di Alkan costituisce il punto di partenza del presente lavoro, le prime esperienze compositive di questi ne rappresentano il successivo (capitolo II). Comprendere, infatti, la modalità attraverso cui il giovane Alkan plasmò il proprio stile musicale negli anni in cui ebbe inizio questo processo, ci permette di capire meglio la ragione delle scelte stilistiche, l'individuazione dei soggetti, ed i suoi principali modelli stilistici di riferimento, anche attraverso il confronto diretto delle partiture. Un tentativo di analisi ed approfondimento del significato descrittivo delle composizioni più mature di Alkan, anche in relazione a quello che fu il filone della ¿musica a programma¿, occupa la sezione conclusiva della nostra trattazione. Mentre Liszt e Berlioz furono grandi sostenitori di questo genere con espliciti riferimenti extramusicali, Alkan lo praticò timidamente ma, al tempo stesso, negò di averlo fatto. Eppure, come vedremo nelle due opere prese in esame (la ¿Grande Sonate¿ op. 33 ed i 48 ¿Motifs¿ op. 63, meglio noti come le ¿Esquisses¿) i riferimenti descrittivi e poetici non mancarono. Il profilo di Alkan che emerge dalla nostra trattazione è quello di un autore originale, eclettico e capace di far coesistere, all'interno delle proprie composizioni, elementi stilistici di segno opposto con disinvoltura e naturalezza.
CHARLES VALENTIN ALKAN: UN AUTORE A DUE FACCE
MANZATO, GIANLUCA LUIGI
2009/2010
Abstract
Lo scopo del presente elaborato è affrontare l'universo umano ed artistico del compositore francese Charles Valentin Alkan, nel tentativo di realizzare un'approfondita analisi biografica e stilistico-musicale. Purtroppo pochi musicisti, ed ancor meno storici della musica si sono, fino ad oggi, interessati in modo esaustivo alla sua vita ed alla sua produzione artistica. Il profilo biografico, contenuto all'interno del capitolo I, rappresenta il punto di partenza del presente lavoro. Alkan nasce in un periodo storico, quello della Parigi post-rivoluzionaria, ricco di contraddizioni e stravolgimenti sociali e culturali. Da un lato l'ambiente accademico del Conservatorio di Parigi, ove egli si formò, che guardava al passato ed, in particolare, alla musica barocca; dall'altro quello dei salotti della nuova borghesia parigina, che egli frequentò assiduamente in gioventù, che prediligeva il genere romantico ed il virtuosismo strumentale. Due filoni musicali che convivevano parallelamente, rappresentando il gusto di ambienti sociali e culturali differenti, che egli dimostrò di amare in modo eguale. Tale dicotomia, che rese Alkan un artista bifronte spesso sospeso fra conservatorismo e progressismo, ne caratterizzò indelebilmente anche la personalità, tanto da delinearne un'immagine alquanto enigmatica. Alkan fu un compositore eclettico, bifronte o ¿a due facce¿ (in un'accezione positiva della definizione), ed il suo eclettismo fu anche, probabilmente, frutto di quel raffronto continuo e proficuo che egli istituì con le opere di alcuni musicisti coevi, anche se appartenenti a mondi stilistici differenti, come nel caso di Rossini, principale modello per le sue opere giovanili, e di Liszt e Chopin, i cui stilemi compositivi furono sempre presenti all'interno dei suoi lavori, soprattutto nelle opere più mature, e con cui intessé relazioni amicali. Particolarmente preziosa per Alkan fu l'amicizia con Chopin, per il quale provò grande stima ed affetto. Se la biografia di Alkan costituisce il punto di partenza del presente lavoro, le prime esperienze compositive di questi ne rappresentano il successivo (capitolo II). Comprendere, infatti, la modalità attraverso cui il giovane Alkan plasmò il proprio stile musicale negli anni in cui ebbe inizio questo processo, ci permette di capire meglio la ragione delle scelte stilistiche, l'individuazione dei soggetti, ed i suoi principali modelli stilistici di riferimento, anche attraverso il confronto diretto delle partiture. Un tentativo di analisi ed approfondimento del significato descrittivo delle composizioni più mature di Alkan, anche in relazione a quello che fu il filone della ¿musica a programma¿, occupa la sezione conclusiva della nostra trattazione. Mentre Liszt e Berlioz furono grandi sostenitori di questo genere con espliciti riferimenti extramusicali, Alkan lo praticò timidamente ma, al tempo stesso, negò di averlo fatto. Eppure, come vedremo nelle due opere prese in esame (la ¿Grande Sonate¿ op. 33 ed i 48 ¿Motifs¿ op. 63, meglio noti come le ¿Esquisses¿) i riferimenti descrittivi e poetici non mancarono. Il profilo di Alkan che emerge dalla nostra trattazione è quello di un autore originale, eclettico e capace di far coesistere, all'interno delle proprie composizioni, elementi stilistici di segno opposto con disinvoltura e naturalezza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/76517