Nella tesi ho deciso di trattare la tematica dei siblings, ovvero delle sorelle e dei fratelli di persone con disabilità, perché spesso non viene data loro la possibilità di dar voce al bisogno di informazioni, alle preoccupazioni, ai sentimenti provati. Nel primo capitolo ho analizzato l'impatto che la comunicazione della diagnosi ha sui genitori, in particolare sulla carriera morale e sulla carriera relazionale, perché questo ha delle ripercussioni sui siblings. Ho altresì riportato i pregiudizi e gli stereotipi associati alla disabilità. Infine, mi sono focalizzata sui processi di adattamento attivo (coping) e di ripresa dalle difficoltà (resilienza) messi in atto dalla famiglia. Nel secondo capitolo mi sono chiesta che cosa comporti essere fratelli o sorelle di persone disabili nelle diverse fasi del corso di vita, ovvero: l'infanzia, l'adolescenza, l'età adulta. In seguito ho riportato la preoccupazione maggiore presente sia nei genitori che nei siblings: il futuro della persona disabile. Nell'ultimo capitolo ho analizzato l'evoluzione delle politiche sociali rivolte alla disabilità e il ruolo ricoperto dall'assistente sociale. Ho altresì riportato i gruppi che sono stati progettati solo per i siblings e che sono suddivisi in base alle diverse fasi del corso di vita. Troviamo: il gruppo di supporto in età preadolescenziale, ideato da Don Meyer e Patricia Vadasy; il gruppo di supporto omogeneo per adolescenti, proposto da Valeria Coppola; il gruppo per gli adulti promosso dal Comitato Siblings ONLUS. In questi gruppi i siblings si sentono ascoltati, capiti, valorizzati, importanti. Pertanto, è fondamentale che questi progetti diventino realtà stabili per una totale presa in carico da parte dei servizi e degli operatori, non solo della persona disabile e dei genitori ma anche dei fratelli e delle sorelle normodotati.
Essere fratelli di persone disabili: corsi di vita e sfide per il futuro
ROCA, ALEXANDRA
2014/2015
Abstract
Nella tesi ho deciso di trattare la tematica dei siblings, ovvero delle sorelle e dei fratelli di persone con disabilità, perché spesso non viene data loro la possibilità di dar voce al bisogno di informazioni, alle preoccupazioni, ai sentimenti provati. Nel primo capitolo ho analizzato l'impatto che la comunicazione della diagnosi ha sui genitori, in particolare sulla carriera morale e sulla carriera relazionale, perché questo ha delle ripercussioni sui siblings. Ho altresì riportato i pregiudizi e gli stereotipi associati alla disabilità. Infine, mi sono focalizzata sui processi di adattamento attivo (coping) e di ripresa dalle difficoltà (resilienza) messi in atto dalla famiglia. Nel secondo capitolo mi sono chiesta che cosa comporti essere fratelli o sorelle di persone disabili nelle diverse fasi del corso di vita, ovvero: l'infanzia, l'adolescenza, l'età adulta. In seguito ho riportato la preoccupazione maggiore presente sia nei genitori che nei siblings: il futuro della persona disabile. Nell'ultimo capitolo ho analizzato l'evoluzione delle politiche sociali rivolte alla disabilità e il ruolo ricoperto dall'assistente sociale. Ho altresì riportato i gruppi che sono stati progettati solo per i siblings e che sono suddivisi in base alle diverse fasi del corso di vita. Troviamo: il gruppo di supporto in età preadolescenziale, ideato da Don Meyer e Patricia Vadasy; il gruppo di supporto omogeneo per adolescenti, proposto da Valeria Coppola; il gruppo per gli adulti promosso dal Comitato Siblings ONLUS. In questi gruppi i siblings si sentono ascoltati, capiti, valorizzati, importanti. Pertanto, è fondamentale che questi progetti diventino realtà stabili per una totale presa in carico da parte dei servizi e degli operatori, non solo della persona disabile e dei genitori ma anche dei fratelli e delle sorelle normodotati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/76450