Studi recenti hanno dimostrato come i giovani entrino precocemente e facilmente in contatto con l'alcool, anche tramite i media che molte volte sono portatori di questo stile di vita. Esistono però forti differenze tra i singoli stati. In Italia il problema va di pari passo con le stragi stradali. La maggior parte degli incidenti si verifica nelle notti del week end. Sempre più giovani si avvicinano all'alcool e il cambiamento degli stili di vita ha portato ad un aumento del consumo tra le giovani donne che prediligono vino e super alcoolici alla birra; il consumo in molti casi è associato alla cocaina. La politica dell'UE in relazione al problema si può suddividere in due fasi. La prima, quella antecedente al 2001, è caratterizzata da un approccio diversificato. Nella seconda fase, la politica diventa multicomponente, ovvero un piano che racchiude ogni settore in una strategia per combattere al cuore il problema. Questi anni corrispondono ad un lavoro febbrile da parte della Commissione, che il 24 ottobre del 2006, sfocia in un documento dove vengono racchiuse tutte le strategie ideate. E' emerso che l'informazione dal 2000 sino al 2009 ha aumentato il numero di articoli il cui tema è l'alcool. Non sono stati rilevati evidenti fenomeni di lobbying. Importante era anche seguire l'opinione pubblica. Nel 2009 non è mancato certo il dibattito sia a livello politico che a livello mediatico, ma anche nei bar e nelle aziende. In questo quadro compare come l'opinione pubblica sia divisa in sostenitori del consumo responsabile, che sottolineano come le cause degli incidenti non siano solamente imputabili all'alcool, e i proibizionisti, che vedono nell'alcool un grosso pericolo per la società. Era anche fondamentale seguire il settore della produzione di alcoolici, e quello del vino in particolare, che hanno dovuto adeguarsi alla situazione attuale. I problemi del mercato del vino sono stati discussi al Wine Show di Torino il 26 ottobre 2009. L'azione educativa del settore si è vista anche in ambiti come la pubblicità televisiva e internet. In ultimo era necessaria un'analisi del mercato del vino che, nel 2009, si è trovato ad affrontare la crisi, la quale in un primo momento, sembrava non dovesse colpirlo. Alla crisi, nel mercato italiano, si è aggiunto un calo dei consumi che, dall'indagine condotta su 27 aziende piemontesi. In alcuni casi alla riduzione di vendite generica, si sono abbinate la riduzione delle vendite dei vini più pregiati e di quelli il cui prezzo supera i 5 euro e la richiesta di contenitori di minor volume. Gran parte delle aziende contattate ha affermato di scegliere come strategia, nel breve periodo, l'educazione al consumo responsabile. Nel lungo periodo solo una ha deciso di ridurre il contenuto alcoolico dei propri vini. Le aziende contattate non hanno avuto alcun tipo di problema sul mercato internazionale. Le istituzioni, salvo in alcuni casi, non hanno proposto nessuna attività pro consumo responsabile alle aziende. In ultimo la maggior parte delle aziende non comunica il consumo responsabile; la maggior parte di quelle che lo comunicano ricorrono al dialogo verbale o ai siti internet; nessuna ricorre al materiale pubblicitario. Le aziende piemontesi hanno trovato nelle norme una delle cause della forte riduzione delle vendite. Le associazioni, nonostante abbiano avviato molti progetti, danno l'impressione alle aziende di non essere pronte ad assisterle.

Consumo responsabile e mercato del vino

ADRIANO, GABRIELE
2008/2009

Abstract

Studi recenti hanno dimostrato come i giovani entrino precocemente e facilmente in contatto con l'alcool, anche tramite i media che molte volte sono portatori di questo stile di vita. Esistono però forti differenze tra i singoli stati. In Italia il problema va di pari passo con le stragi stradali. La maggior parte degli incidenti si verifica nelle notti del week end. Sempre più giovani si avvicinano all'alcool e il cambiamento degli stili di vita ha portato ad un aumento del consumo tra le giovani donne che prediligono vino e super alcoolici alla birra; il consumo in molti casi è associato alla cocaina. La politica dell'UE in relazione al problema si può suddividere in due fasi. La prima, quella antecedente al 2001, è caratterizzata da un approccio diversificato. Nella seconda fase, la politica diventa multicomponente, ovvero un piano che racchiude ogni settore in una strategia per combattere al cuore il problema. Questi anni corrispondono ad un lavoro febbrile da parte della Commissione, che il 24 ottobre del 2006, sfocia in un documento dove vengono racchiuse tutte le strategie ideate. E' emerso che l'informazione dal 2000 sino al 2009 ha aumentato il numero di articoli il cui tema è l'alcool. Non sono stati rilevati evidenti fenomeni di lobbying. Importante era anche seguire l'opinione pubblica. Nel 2009 non è mancato certo il dibattito sia a livello politico che a livello mediatico, ma anche nei bar e nelle aziende. In questo quadro compare come l'opinione pubblica sia divisa in sostenitori del consumo responsabile, che sottolineano come le cause degli incidenti non siano solamente imputabili all'alcool, e i proibizionisti, che vedono nell'alcool un grosso pericolo per la società. Era anche fondamentale seguire il settore della produzione di alcoolici, e quello del vino in particolare, che hanno dovuto adeguarsi alla situazione attuale. I problemi del mercato del vino sono stati discussi al Wine Show di Torino il 26 ottobre 2009. L'azione educativa del settore si è vista anche in ambiti come la pubblicità televisiva e internet. In ultimo era necessaria un'analisi del mercato del vino che, nel 2009, si è trovato ad affrontare la crisi, la quale in un primo momento, sembrava non dovesse colpirlo. Alla crisi, nel mercato italiano, si è aggiunto un calo dei consumi che, dall'indagine condotta su 27 aziende piemontesi. In alcuni casi alla riduzione di vendite generica, si sono abbinate la riduzione delle vendite dei vini più pregiati e di quelli il cui prezzo supera i 5 euro e la richiesta di contenitori di minor volume. Gran parte delle aziende contattate ha affermato di scegliere come strategia, nel breve periodo, l'educazione al consumo responsabile. Nel lungo periodo solo una ha deciso di ridurre il contenuto alcoolico dei propri vini. Le aziende contattate non hanno avuto alcun tipo di problema sul mercato internazionale. Le istituzioni, salvo in alcuni casi, non hanno proposto nessuna attività pro consumo responsabile alle aziende. In ultimo la maggior parte delle aziende non comunica il consumo responsabile; la maggior parte di quelle che lo comunicano ricorrono al dialogo verbale o ai siti internet; nessuna ricorre al materiale pubblicitario. Le aziende piemontesi hanno trovato nelle norme una delle cause della forte riduzione delle vendite. Le associazioni, nonostante abbiano avviato molti progetti, danno l'impressione alle aziende di non essere pronte ad assisterle.
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