Introduction & Objectives: At the present time, despite the great scientific and technological discoveries of industrial biomedicine, traditional therapies continue to make contributions to public health. This study aims to investigate the prevalence of folk medicine, and the attitudes towards it that are held by modern healthcare practioners in Cuneo Province (southern Piedmont). The authors assess the need to educate local medical personnel and what impact doing so might have on clinical practice in the future. Materials & Methods: Through semi-structured field interviews with healers, doctors and nurses and an intensive literature review, the researchers analyzed the two most common cuneesi folk remedies: ¿segnare i vermi¿ ("mark worms") and ¿mettere a posto i nervi¿ ("put to place the nerves"). Results: Distinguishing features of both treatments are: the supposed presence of a special power/natural gift in the healer, "rituals" of metaphysical nature and the limitations that the healer has on his or her ability to pass their curative powers onto other people. Analysis: This study examines the close healer-patient relationship, assumptions about the safety of local folk remedies, the link with the past, the coexistence of irrational with the rational, and the role that faith and the ¿placebo effect¿ play in obtaining positive health outcomes for patients of traditional therapies. Discussion & Conclusions: Medical professionals, especially nurses, as well as their precursors, healers, are committed to fighting against diseases on a daily basis. For this reason, they have the responsibility to familiarize themselves with reality that is different from the provided by official western biomedicine. Health workers have to be able to function as mediators, in order to allow the patient to select the most appropriate treatment for him or herself ¿taking into account all the relevant risks (eg. quackery). The development of new skills through special training, as part of a programme of lifelong and lifewide learning allows the medical practitioner to become more culturally versatile, with more tools to operate in a wider variety of healthcare scenarios.

Introduzione & Obiettivi: Oggi, nonostante le grandi scoperte scientifiche e tecnologiche della medicina ufficiale continuino ad apportare fondamentali contributi al miglioramento della salute delle persone, persiste un sostanziale ricorso alle forme di terapia della tradizione. Questo studio mira ad indagare la diffusione delle pratiche terapeutiche della medicina popolare, il loro significato tra guaritori e personale sanitario per approfondire le conoscenze in merito e per valutare la necessità di inserire questa tematica nei corsi di formazione dei professionisti sanitari, considerando l'impatto sulla pratica clinica. Materiali & Metodi: Attraverso una ricerca ¿sul campo¿ con l'utilizzo di interviste semi strutturate a guaritori, medici e infermieri e un'intensa ricerca bibliografica, sono state analizzate le due pratiche più diffuse nel territorio del cuneese (Piemonte meridionale): ¿segnare i vermi¿ e ¿mettere a posto i nervi¿. Risultati: Elementi caratterizzanti di entrambe sono: la presenza di un potere/dono naturale nel guaritore, i tipici ¿rituali¿ magico-religiosi di svolgimento, la trasmissibilità limitata del potere. Analisi: Così, il rapporto di vicinanza curante-paziente, la presunta innocuità delle cure, il legame con il passato, la convivenza tra l'irrazionale e il razionale, oltre all'indiscusso condizionamento psicologico e il famoso ¿effetto placebo¿, sembrano fornire una spiegazione a tale fenomeno. Discussione & Conclusioni: Gli operatori sanitari, in particolare l'infermiere, così come i loro antesignani, i guaritori, si impegnano quotidianamente nella lotta contro le malattie; per questo hanno il compito di conoscere realtà diverse da quella ufficiale per essere dei mediatori e per educare il paziente al trattamento più adeguato, tenendo conto di tutti i rischi (es. ciarlataneria). Lo sviluppo di nuove capacità attraverso una formazione specifica sulla scia del lifelong learning e lifewide learning permette al professionista di divenire culturalmente competente e avere gli strumenti utili per operare in scenari di cura con svariate sfaccettature.

LA MEDICINA POPOLARE E LA MEDICINA UFFICIALE: CONOSCERE PER ATTIVARE UNA CORRETTA PRATICA CLINICA

GIRAUDO, ILARIA
2014/2015

Abstract

Introduzione & Obiettivi: Oggi, nonostante le grandi scoperte scientifiche e tecnologiche della medicina ufficiale continuino ad apportare fondamentali contributi al miglioramento della salute delle persone, persiste un sostanziale ricorso alle forme di terapia della tradizione. Questo studio mira ad indagare la diffusione delle pratiche terapeutiche della medicina popolare, il loro significato tra guaritori e personale sanitario per approfondire le conoscenze in merito e per valutare la necessità di inserire questa tematica nei corsi di formazione dei professionisti sanitari, considerando l'impatto sulla pratica clinica. Materiali & Metodi: Attraverso una ricerca ¿sul campo¿ con l'utilizzo di interviste semi strutturate a guaritori, medici e infermieri e un'intensa ricerca bibliografica, sono state analizzate le due pratiche più diffuse nel territorio del cuneese (Piemonte meridionale): ¿segnare i vermi¿ e ¿mettere a posto i nervi¿. Risultati: Elementi caratterizzanti di entrambe sono: la presenza di un potere/dono naturale nel guaritore, i tipici ¿rituali¿ magico-religiosi di svolgimento, la trasmissibilità limitata del potere. Analisi: Così, il rapporto di vicinanza curante-paziente, la presunta innocuità delle cure, il legame con il passato, la convivenza tra l'irrazionale e il razionale, oltre all'indiscusso condizionamento psicologico e il famoso ¿effetto placebo¿, sembrano fornire una spiegazione a tale fenomeno. Discussione & Conclusioni: Gli operatori sanitari, in particolare l'infermiere, così come i loro antesignani, i guaritori, si impegnano quotidianamente nella lotta contro le malattie; per questo hanno il compito di conoscere realtà diverse da quella ufficiale per essere dei mediatori e per educare il paziente al trattamento più adeguato, tenendo conto di tutti i rischi (es. ciarlataneria). Lo sviluppo di nuove capacità attraverso una formazione specifica sulla scia del lifelong learning e lifewide learning permette al professionista di divenire culturalmente competente e avere gli strumenti utili per operare in scenari di cura con svariate sfaccettature.
ITA
Introduction & Objectives: At the present time, despite the great scientific and technological discoveries of industrial biomedicine, traditional therapies continue to make contributions to public health. This study aims to investigate the prevalence of folk medicine, and the attitudes towards it that are held by modern healthcare practioners in Cuneo Province (southern Piedmont). The authors assess the need to educate local medical personnel and what impact doing so might have on clinical practice in the future. Materials & Methods: Through semi-structured field interviews with healers, doctors and nurses and an intensive literature review, the researchers analyzed the two most common cuneesi folk remedies: ¿segnare i vermi¿ ("mark worms") and ¿mettere a posto i nervi¿ ("put to place the nerves"). Results: Distinguishing features of both treatments are: the supposed presence of a special power/natural gift in the healer, "rituals" of metaphysical nature and the limitations that the healer has on his or her ability to pass their curative powers onto other people. Analysis: This study examines the close healer-patient relationship, assumptions about the safety of local folk remedies, the link with the past, the coexistence of irrational with the rational, and the role that faith and the ¿placebo effect¿ play in obtaining positive health outcomes for patients of traditional therapies. Discussion & Conclusions: Medical professionals, especially nurses, as well as their precursors, healers, are committed to fighting against diseases on a daily basis. For this reason, they have the responsibility to familiarize themselves with reality that is different from the provided by official western biomedicine. Health workers have to be able to function as mediators, in order to allow the patient to select the most appropriate treatment for him or herself ¿taking into account all the relevant risks (eg. quackery). The development of new skills through special training, as part of a programme of lifelong and lifewide learning allows the medical practitioner to become more culturally versatile, with more tools to operate in a wider variety of healthcare scenarios.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/76043