Negli ultimi decenni la democrazia ha assunto un significato simbolico molto elevato. Dopo la seconda guerra mondiale, con la sconfitta del nazismo e del fascismo, e in generale dopo essere venuti a conoscenza degli orrori perpetrati da tutti i regimi autoritari, il mito democratico si è definitivamente affermato e la democrazia è divenuta uno dei valori più importanti, in special modo in occidente. Ma cosa s'intende parlando di democrazia? L'accezione che viene qui presa in considerazione è l'accezione formulata dai teorici moderni, Kelsen su tutti. La democrazia, in forma teorica, è un'ordinamento politico fondato su un diritto positivo. Questo ordinamento ha delle strutture complesse che consentono di governare ampi territori e ampie popolazioni in modo tale che la sovranità risieda nel popolo tutto. Ciò avviene attraverso delle norme originarie, di solito le costituzioni, che stabiliscono le regole e i modi in cui il potere del popolo sovrano possa esercitarsi. La tesi che espongo in questo elaborato è che quello che noi viviamo quotidianamente come democrazia è qualcosa di molto diverso da ciò che ho brevemente esposto, tanto da mettere in dubbio il fatto di trovarci o meno in democrazia. Per sostenere ciò prendo in considerazione innanzi tutto gli studi di Foucalt sul biopotere e sulla biopolitica con tutte le loro conseguenze in campo governamentale. Attraverso lo studio del liberalismo e del neoliberalismo Foucault mette in luce la genesi e lo sviluppo di tecniche governamentali intrinsecamente contraddittorie. Ma soprattutto evidenzia l'emergere della razionalità economica come principale faro dell'agire politico. La conseguenza è un progressivo sovrapporsi del piano politico con il piano economico. Nei fatti questo comporta che lo stato e la politica non sono più la roccaforte dei diritti, della giustizia e della libertà individuale come vorrebbe la teoria democratica contemporanea e come si ritiene erroneamente tra l'opinione pubblica. Oltre queste considerazioni prendo in esame un dispositivo di governo dallo statuto giuridico ambiguo, lo Stato di Eccezione. Posto da Schmitt come strumento del sovrano da poter utilizzare ogni qual volta la salvaguardia dello stato viene minacciata e il rispetto delle leggi impedisce di poter contrastare efficacemente la minaccia, viene ripreso da Agamben e studiato alla luce delle teorie di controllo biopolitiche proposte da Foucault. La prassi emergenziale sta diventando sempre più frequente. Sempre più spesso infatti gli eventi vengono definiti delle emergenze e in quanto tali vengono affrontati con dispositivi governamentali che derogano, ignorano o infrangono le leggi e le norme poste a tutela dell'ordinamento democratico, in nome dell'emergenza. Le anomalie che prendo in considerazione (razionalità economica, sorveglianza, Stato di Eccezione) mi sembrano sufficienti per poter affermare che gran parte degli attuali regimi democratici globali ha dei difetti strutturali per cui non è conforme a ciò che viene inteso con il concetto di democrazia, perciò parlo di mito democratico.
Cosa rimane della democrazia. Il mito democratico tra biopotere e Stato di Eccezione
RUTA, ANGELO ANDREA
2014/2015
Abstract
Negli ultimi decenni la democrazia ha assunto un significato simbolico molto elevato. Dopo la seconda guerra mondiale, con la sconfitta del nazismo e del fascismo, e in generale dopo essere venuti a conoscenza degli orrori perpetrati da tutti i regimi autoritari, il mito democratico si è definitivamente affermato e la democrazia è divenuta uno dei valori più importanti, in special modo in occidente. Ma cosa s'intende parlando di democrazia? L'accezione che viene qui presa in considerazione è l'accezione formulata dai teorici moderni, Kelsen su tutti. La democrazia, in forma teorica, è un'ordinamento politico fondato su un diritto positivo. Questo ordinamento ha delle strutture complesse che consentono di governare ampi territori e ampie popolazioni in modo tale che la sovranità risieda nel popolo tutto. Ciò avviene attraverso delle norme originarie, di solito le costituzioni, che stabiliscono le regole e i modi in cui il potere del popolo sovrano possa esercitarsi. La tesi che espongo in questo elaborato è che quello che noi viviamo quotidianamente come democrazia è qualcosa di molto diverso da ciò che ho brevemente esposto, tanto da mettere in dubbio il fatto di trovarci o meno in democrazia. Per sostenere ciò prendo in considerazione innanzi tutto gli studi di Foucalt sul biopotere e sulla biopolitica con tutte le loro conseguenze in campo governamentale. Attraverso lo studio del liberalismo e del neoliberalismo Foucault mette in luce la genesi e lo sviluppo di tecniche governamentali intrinsecamente contraddittorie. Ma soprattutto evidenzia l'emergere della razionalità economica come principale faro dell'agire politico. La conseguenza è un progressivo sovrapporsi del piano politico con il piano economico. Nei fatti questo comporta che lo stato e la politica non sono più la roccaforte dei diritti, della giustizia e della libertà individuale come vorrebbe la teoria democratica contemporanea e come si ritiene erroneamente tra l'opinione pubblica. Oltre queste considerazioni prendo in esame un dispositivo di governo dallo statuto giuridico ambiguo, lo Stato di Eccezione. Posto da Schmitt come strumento del sovrano da poter utilizzare ogni qual volta la salvaguardia dello stato viene minacciata e il rispetto delle leggi impedisce di poter contrastare efficacemente la minaccia, viene ripreso da Agamben e studiato alla luce delle teorie di controllo biopolitiche proposte da Foucault. La prassi emergenziale sta diventando sempre più frequente. Sempre più spesso infatti gli eventi vengono definiti delle emergenze e in quanto tali vengono affrontati con dispositivi governamentali che derogano, ignorano o infrangono le leggi e le norme poste a tutela dell'ordinamento democratico, in nome dell'emergenza. Le anomalie che prendo in considerazione (razionalità economica, sorveglianza, Stato di Eccezione) mi sembrano sufficienti per poter affermare che gran parte degli attuali regimi democratici globali ha dei difetti strutturali per cui non è conforme a ciò che viene inteso con il concetto di democrazia, perciò parlo di mito democratico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/75981