Scopo di questo lavoro è fornire un quadro di riferimento di teoria calata nella pratica che nasce da un'esperienza di lavoro prima presso una multinazionale irlandese del settore cartotecnico (area qualità, sicurezza, formazione), successivamente presso un'Associazione Territoriale di Confindustria (area risorse umane, formazione e selezione del personale per aziende associate e non, in particolare) ed, attualmente, in veste di consulente e formatore aziendale 'free lance'. Partendo da alcune "storie di formazione vissuta", ci si pone l'obiettivo di analizzarle, con l'aiuto di alcune teorie ed approcci psicologici via via indicati, a ritroso, in una sorta di modello teorico che attinge ai metodi propri della 'action research', della 'grounded theory' e della 'goal free evaluation', fornendone una delle possibili letture teoriche in modo contestualizzato. In particolare ogni capitolo è così strutturato: - primo paragrafo: racconto di formazione, nell'accezione di "cronaca"; - secondo paragrafo: "trama" del racconto nell'accezione di costruzione di possibili "casualità"; - terzo paragrafo: quali "riferimenti teorici". Il 'fil rouge' dei sette racconti di formazione è l'aver avuto, nella pratica, almeno "un elemento che non ha funzionato come avrebbe dovuto" perchè in alcuni casi non programmato ed in altri non programmabile per sopravvenute circostanze. E l'obiettivo implicito della tesi è stato quello di evidenziare l'importanza, quando si progetta un "piano di formazione", un "piano di azione", di avere sì sempre ben chiari i diversi possibili modelli, schemi, etc., che le diverse teorie, che popolano le molteplici tradizioni o prospettive di ricerca psicologica, forniscono al Consulente-Psicologo del Lavoro, ma nel contempo, durante lo svolgimento, circolare e ricorsivo, delle varie fasi del processo formativo, quando dalla teoria si passa alla pratica, è opportuno passare da una visione che prevede il continuo confronto fra quanto programmato, grazie soprattutto al supporto della teoria, e quanto mano a mano si verifica negli eventi (ponendo l'attenzione sull'errore di programmazione), a una visione che prevede ancora lo stesso confronto, ma con un focus sulle ri-programmazioni e sulle programmazioni future, cercando di individuare qual è il "potenziale d'azione" del momento, piuttosto che sforzarsi per portare a termine la "bella forma" 'a tutti i costi'.
RACCONTI DI FORMAZIONE: QUANDO DALLA TEORIA SI PASSA ALLA PRATICA
PRATO, NADIA
2008/2009
Abstract
Scopo di questo lavoro è fornire un quadro di riferimento di teoria calata nella pratica che nasce da un'esperienza di lavoro prima presso una multinazionale irlandese del settore cartotecnico (area qualità, sicurezza, formazione), successivamente presso un'Associazione Territoriale di Confindustria (area risorse umane, formazione e selezione del personale per aziende associate e non, in particolare) ed, attualmente, in veste di consulente e formatore aziendale 'free lance'. Partendo da alcune "storie di formazione vissuta", ci si pone l'obiettivo di analizzarle, con l'aiuto di alcune teorie ed approcci psicologici via via indicati, a ritroso, in una sorta di modello teorico che attinge ai metodi propri della 'action research', della 'grounded theory' e della 'goal free evaluation', fornendone una delle possibili letture teoriche in modo contestualizzato. In particolare ogni capitolo è così strutturato: - primo paragrafo: racconto di formazione, nell'accezione di "cronaca"; - secondo paragrafo: "trama" del racconto nell'accezione di costruzione di possibili "casualità"; - terzo paragrafo: quali "riferimenti teorici". Il 'fil rouge' dei sette racconti di formazione è l'aver avuto, nella pratica, almeno "un elemento che non ha funzionato come avrebbe dovuto" perchè in alcuni casi non programmato ed in altri non programmabile per sopravvenute circostanze. E l'obiettivo implicito della tesi è stato quello di evidenziare l'importanza, quando si progetta un "piano di formazione", un "piano di azione", di avere sì sempre ben chiari i diversi possibili modelli, schemi, etc., che le diverse teorie, che popolano le molteplici tradizioni o prospettive di ricerca psicologica, forniscono al Consulente-Psicologo del Lavoro, ma nel contempo, durante lo svolgimento, circolare e ricorsivo, delle varie fasi del processo formativo, quando dalla teoria si passa alla pratica, è opportuno passare da una visione che prevede il continuo confronto fra quanto programmato, grazie soprattutto al supporto della teoria, e quanto mano a mano si verifica negli eventi (ponendo l'attenzione sull'errore di programmazione), a una visione che prevede ancora lo stesso confronto, ma con un focus sulle ri-programmazioni e sulle programmazioni future, cercando di individuare qual è il "potenziale d'azione" del momento, piuttosto che sforzarsi per portare a termine la "bella forma" 'a tutti i costi'.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/75895