Nello scrivere la dissertazione finale per questo mio percorso di studi triennale, è stato naturale tornare indietro con la mente, alla ragione per cui ho scelto questa strada, al movente che mi ha sempre incentivata ad approfondire le mille sfaccettature di una lingua e tutto ciò che ne sta alla base. Questo motivo è semplicemente la Parola. La Parola come una sorta di chiave crittografica dell'Universo; come veicolo, come suono, come connessione, come caratterizzazione toponomastica e come storia. Mi sono sempre interrogata sul mistero di foni, fonemi e grafemi; su come fosse possibile che questi, creati, modificati e poi composti in una varietà innumerevole di significati e significanti (come intenderebbe Saussure ) , potessero denotare, nella mente umana, un concetto soltanto, eppure in tanti modi diversi. Proseguendo, le domande si sono fatte ancora più fitte: Come avviene quella magia per cui evanescenti e astratti suoni, formanti parole e pronunciati, rispecchiano delle idee, e che tali agglomerati linguistici, scritti o parlati , evochino in più persone stesse immagini, emozioni e concetti, rendendo così possibile una comunicazione? Percepivo come ci fosse un senso assoluto che sottosta alla base di un fenomeno così complesso come i vari linguaggi (umani e non) del mondo; un senso assoluto che riesce ad unire sotto uno stesso cielo, le anime. Approfondendo i miei studi, mi sono resa conto che non ero l'unica ad aver notato questa caratteristica misteriosa, e ho iniziato a notare ed annotare i vari riferimenti a proposito.

Suono e Parola nel Guru Granth

DOGLIATTI, GIULIA
2014/2015

Abstract

Nello scrivere la dissertazione finale per questo mio percorso di studi triennale, è stato naturale tornare indietro con la mente, alla ragione per cui ho scelto questa strada, al movente che mi ha sempre incentivata ad approfondire le mille sfaccettature di una lingua e tutto ciò che ne sta alla base. Questo motivo è semplicemente la Parola. La Parola come una sorta di chiave crittografica dell'Universo; come veicolo, come suono, come connessione, come caratterizzazione toponomastica e come storia. Mi sono sempre interrogata sul mistero di foni, fonemi e grafemi; su come fosse possibile che questi, creati, modificati e poi composti in una varietà innumerevole di significati e significanti (come intenderebbe Saussure ) , potessero denotare, nella mente umana, un concetto soltanto, eppure in tanti modi diversi. Proseguendo, le domande si sono fatte ancora più fitte: Come avviene quella magia per cui evanescenti e astratti suoni, formanti parole e pronunciati, rispecchiano delle idee, e che tali agglomerati linguistici, scritti o parlati , evochino in più persone stesse immagini, emozioni e concetti, rendendo così possibile una comunicazione? Percepivo come ci fosse un senso assoluto che sottosta alla base di un fenomeno così complesso come i vari linguaggi (umani e non) del mondo; un senso assoluto che riesce ad unire sotto uno stesso cielo, le anime. Approfondendo i miei studi, mi sono resa conto che non ero l'unica ad aver notato questa caratteristica misteriosa, e ho iniziato a notare ed annotare i vari riferimenti a proposito.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/75720