La crisi economica ha interessato in maniera differenziata l'Italia, col Meridione che è stato colpito più profondamente del resto del paese. Occorre esaminare i fattori che hanno determinato la situazione attuale, abbandonando la prospettiva egemone del Meridionalismo criticandone i limiti, per adottarne invece una che consideri le caratteristiche storiche e sociali del Mezzogiorno. Se le misure attuate dai governi della prima Repubblica non hanno portato a un processo di sviluppo omogeneo nel Sud d'Italia, è parimenti possibile osservare come alcune aree abbiano conseguito in questo ambito risultati migliori di altre, condividendo caratteristiche sociali e storiche ben definite. Alla fine degli anni '80 le provincie Abruzzesi e Molisane, oltre che alcune aree della Sicilia e della Sardegna, mostravano segni di dinamismo altrove assenti. Quelle stesse aree sono oggi quelle che meglio hanno saputo resistere alle difficoltà economiche portate dalla grande recessione, all'interno di un quadro meridionale ben peggiore di quello del Settentrione e che ha visto la costante riduzione della spesa statale nel corso della crisi. Data l'impossibilità di abbandonare economicamente il Sud, si intende mostrare la necessità di un suo recupero attraverso un piano di aiuti che ponga in primo piano la specificità dei vari territori, la rilevanza dei fattori non economici dello sviluppo e la qualità della regolazione socio-istituzionale, tutti fattori di secondo piano nelle analisi e nelle misure fin qui intraprese. Essi giocano un ruolo fondamentale nel definire le performance in termini di sviluppo di un'area, così come si può notare dalle differenze di sviluppo interne al Meridione.

Il Mezzogiorno nella crisi

MARTINO, CLAUDIO
2014/2015

Abstract

La crisi economica ha interessato in maniera differenziata l'Italia, col Meridione che è stato colpito più profondamente del resto del paese. Occorre esaminare i fattori che hanno determinato la situazione attuale, abbandonando la prospettiva egemone del Meridionalismo criticandone i limiti, per adottarne invece una che consideri le caratteristiche storiche e sociali del Mezzogiorno. Se le misure attuate dai governi della prima Repubblica non hanno portato a un processo di sviluppo omogeneo nel Sud d'Italia, è parimenti possibile osservare come alcune aree abbiano conseguito in questo ambito risultati migliori di altre, condividendo caratteristiche sociali e storiche ben definite. Alla fine degli anni '80 le provincie Abruzzesi e Molisane, oltre che alcune aree della Sicilia e della Sardegna, mostravano segni di dinamismo altrove assenti. Quelle stesse aree sono oggi quelle che meglio hanno saputo resistere alle difficoltà economiche portate dalla grande recessione, all'interno di un quadro meridionale ben peggiore di quello del Settentrione e che ha visto la costante riduzione della spesa statale nel corso della crisi. Data l'impossibilità di abbandonare economicamente il Sud, si intende mostrare la necessità di un suo recupero attraverso un piano di aiuti che ponga in primo piano la specificità dei vari territori, la rilevanza dei fattori non economici dello sviluppo e la qualità della regolazione socio-istituzionale, tutti fattori di secondo piano nelle analisi e nelle misure fin qui intraprese. Essi giocano un ruolo fondamentale nel definire le performance in termini di sviluppo di un'area, così come si può notare dalle differenze di sviluppo interne al Meridione.
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