Il presente elaborato costituisce un'analisi pragmatico-funzionale del fenomeno del code switching italiano-dialetto riscontrato all'interno della conversazione quotidiana di una piccola comunità della provincia agrigentina, Santa Elisabetta. I materiali raccolti, che constano di circa tre ore di parlato spontaneo registrate in cinque diverse situazioni comunicative (di cui tre di tipo familiare), sono stati esaminati attraverso un approccio di tipo analitico-conversazionale, teorizzato per la prima volta da Auer, con particolare riferimento alle categorie funzionali individuate e analizzate da Giovanna Alfonzetti nel volume 'Il discorso bilingue. Italiano e dialetto a Catania'. Grazie a questo tipo di analisi, è stato possibile concludere che, nella comunità presa in esame, la sovrapposizione di italiano e dialetto è generalizzata e utilizzata non solo in contesti quotidiani e informali, come le varie conversazioni familiari, amicali e tra compaesani proposte, ma anche in situazioni, in genere considerate più formali, come una sequenza di vendita all'interno di un emporio, dove il rapporto venditore-cliente di regola richiederebbe il più informale codice italiano. Questo è forse dovuto al fatto che, date le dimensioni ridotte sia del territorio sia del numero degli abitanti, i parlanti di Santa Elisabetta tendono a conoscersi quasi tutti e ad instaurare, quindi, delle relazioni che di fatto riducono notevolmente le distanze sociali e linguistiche tra di essi, sia che si trovino di fronte a (prevalenti) dialettofoni sia che si trovino di fronte a (prevalenti) italofoni. A questo proposito, sembra molto valida l'applicazione della nozione di dilalìa di Berruto alla situazione italo-romanza in generale e a quella siciliana e di Santa Elisabetta in particolare.

Code switching a Santa Elisabetta (AG): analisi funzionale del discorso bilingue in una piccola comunità siciliana

DI VINCENZO, CLAUDIA
2014/2015

Abstract

Il presente elaborato costituisce un'analisi pragmatico-funzionale del fenomeno del code switching italiano-dialetto riscontrato all'interno della conversazione quotidiana di una piccola comunità della provincia agrigentina, Santa Elisabetta. I materiali raccolti, che constano di circa tre ore di parlato spontaneo registrate in cinque diverse situazioni comunicative (di cui tre di tipo familiare), sono stati esaminati attraverso un approccio di tipo analitico-conversazionale, teorizzato per la prima volta da Auer, con particolare riferimento alle categorie funzionali individuate e analizzate da Giovanna Alfonzetti nel volume 'Il discorso bilingue. Italiano e dialetto a Catania'. Grazie a questo tipo di analisi, è stato possibile concludere che, nella comunità presa in esame, la sovrapposizione di italiano e dialetto è generalizzata e utilizzata non solo in contesti quotidiani e informali, come le varie conversazioni familiari, amicali e tra compaesani proposte, ma anche in situazioni, in genere considerate più formali, come una sequenza di vendita all'interno di un emporio, dove il rapporto venditore-cliente di regola richiederebbe il più informale codice italiano. Questo è forse dovuto al fatto che, date le dimensioni ridotte sia del territorio sia del numero degli abitanti, i parlanti di Santa Elisabetta tendono a conoscersi quasi tutti e ad instaurare, quindi, delle relazioni che di fatto riducono notevolmente le distanze sociali e linguistiche tra di essi, sia che si trovino di fronte a (prevalenti) dialettofoni sia che si trovino di fronte a (prevalenti) italofoni. A questo proposito, sembra molto valida l'applicazione della nozione di dilalìa di Berruto alla situazione italo-romanza in generale e a quella siciliana e di Santa Elisabetta in particolare.
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