Premetto, quello di cui mi appresto a raccontare non vuole essere propaganda del fascismo, ma semplicemente la riscoperta di un episodio di eroismo giovanile tra i più sconosciuti della storia militare italiana, che, ahimè, nel secondo dopo guerra venne bollato come ¿ verità scomoda¿, del resto si sa, la storia la scrivono i vincitori, ¿Vae Victis¿. Venni a conoscenza del fatto d'armi diversi anni fa da un caro amico di famiglia, e la cosa non poté che interessarmi, l'ammirazione nei loro confronti non fece che crescere durante questi anni, leggendo libri e visitando ¿La Piccola Caprera¿, la casa donata dal Maggiore Fulvio Balisti, comandante del 2° battaglione ai suoi volontari, oggi adibita a museo del reggimento, sentivo sempre più la necessità di ripercorrere quelle giornate. Nella pagine che seguono ho cercato, con l'aiuto di testi e diari dei reduci, di ripercorrerle facendo un necessario preambolo sulla Scuola di Mistica Fascista e sulla organizzazione giovanile durante il ventennio fascista. Il dramma è la campagna del nord-Africa, la guerra nella guerra che Mussolini sperava di poter condurre da solo, l'atto è l'assedio di Tobruk e la relativa operazione Crusader, lanciata dalle truppe Sua Maestà per liberare la città, i protagonisti sono giovani italiani della G.I.L. (gioventù italiana del littorio), il più vecchio di loro ha 21 anni, il più giovane forse addirittura 14, eppur seppero scrivere la storia, destando l'ammirazione dello stesso nemico, gli inglesi infatti li definirono il più bel reparto contro cui si fossero battuti in Africa. Partirono in 2202, tornarono in 792, per questo motivo merita di essere raccontato, quale esempio di attaccamento alla patria, indipendentemente dal loro credo politico.
Il reggimento giovani fascisti, dalla formazione alla battaglia di Bir el-Gobi
de GIACOMI, LUDOVICO
2014/2015
Abstract
Premetto, quello di cui mi appresto a raccontare non vuole essere propaganda del fascismo, ma semplicemente la riscoperta di un episodio di eroismo giovanile tra i più sconosciuti della storia militare italiana, che, ahimè, nel secondo dopo guerra venne bollato come ¿ verità scomoda¿, del resto si sa, la storia la scrivono i vincitori, ¿Vae Victis¿. Venni a conoscenza del fatto d'armi diversi anni fa da un caro amico di famiglia, e la cosa non poté che interessarmi, l'ammirazione nei loro confronti non fece che crescere durante questi anni, leggendo libri e visitando ¿La Piccola Caprera¿, la casa donata dal Maggiore Fulvio Balisti, comandante del 2° battaglione ai suoi volontari, oggi adibita a museo del reggimento, sentivo sempre più la necessità di ripercorrere quelle giornate. Nella pagine che seguono ho cercato, con l'aiuto di testi e diari dei reduci, di ripercorrerle facendo un necessario preambolo sulla Scuola di Mistica Fascista e sulla organizzazione giovanile durante il ventennio fascista. Il dramma è la campagna del nord-Africa, la guerra nella guerra che Mussolini sperava di poter condurre da solo, l'atto è l'assedio di Tobruk e la relativa operazione Crusader, lanciata dalle truppe Sua Maestà per liberare la città, i protagonisti sono giovani italiani della G.I.L. (gioventù italiana del littorio), il più vecchio di loro ha 21 anni, il più giovane forse addirittura 14, eppur seppero scrivere la storia, destando l'ammirazione dello stesso nemico, gli inglesi infatti li definirono il più bel reparto contro cui si fossero battuti in Africa. Partirono in 2202, tornarono in 792, per questo motivo merita di essere raccontato, quale esempio di attaccamento alla patria, indipendentemente dal loro credo politico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/75418