La prosperità economica è l'aspirazione principale di ogni nazione, e la crescita viene considerata il principale segno del progresso di un paese; tuttavia, ad un elevata crescita economica non corrisponde un' altrettanta crescita del benessere dei cittadini. Scopo fondamentale è quello di illustrare come ottenere una crescita economica senza trascurare il benessere dei cittadini, rendendoli più soddisfatti della propria vita e creando un rapporto di fiducia tra di essi che porti ad un miglioramento delle relazioni sociali; in particolar modo, verranno trattate le tesi raggiunte dal professor Stefano Bartolini in ¿Manifesto per la felicità¿ e quelle del professor Emanuele Campiglio in ¿L'economia buona¿. I primi capitoli hanno l'obiettivo di illustrare i principali strumenti di misura utilizzati quantificare la crescita di uno stato, principalmente il PIL e il Reddito Pro-capite, dimostrando che non sono adatti per identificare il progresso umano. Si evince dunque che i limiti del PIL sono numerosi, e dunque i ricercatori hanno cercato di individuare altri indicatori che fossero piú completi e adatti ad identificare la ricchezza di un Paese, cercando di considerare la maggior parte degli aspetti. Si passa poi ad analizzare le cause dell'insoddisfazione della popolazione. Prime fra tutte si trovano la mancanza di tempo da dedicare alle relazioni interpersonali e sociali. Si vive ormai in un mondo ossessionato dal lavoro, in cui l'unica cosa che conta è il guadagno. Persino la scuola motiva l'alunno a studiare per poter trovare un lavoro, e non per semplice amore della cultura e della conoscenza, come dovrebbe essere. Allo stesso modo si lavora non per contribuire alla crescita del paese ma semplicemente per guadagnare e permettersi di comprare il cosiddetto ¿home entertainment¿. Dopo aver enunciato i problemi della società attuale, verrano esposte le soluzioni a tali problemi, citando il progetto esposto dal Professor Bartolini, secondo il quale ci sarebbe bisogno di una profonda riorganizzazione dell'ordine socio-economico internazionale e interno ai singoli paesi; si dovrebbe cambiare molto, dal modo di costruire e organizzare le città al modo di lavorare, si dovrebbe cambiare la scuola, la sanitá, la protezione dell'ambiente, la cultura e la formazione che i genitori danno ai propri figli. Secondo lui si stanno usando nel modo sbagliato le enormi potenzialitá di aumento della felicità create dalla prosperità economica. Altra tesi che verrá citata sará quella del Professor Campiglio, secondo il quale ci sarebbero bisogno di tante piccole rivoluzioni che possono creare una modalitá divesa di vivere e di consumare; al concetto di ¿economia buona¿ associa il concetto di ¿consumo collaborativo¿ che se adottato in ogni campo potrebbe aumentare i rapporti di fiducia tra le persone e migliorare l'aspetto relazionale e l'ambiente che ci circonda. In tal modo, può nascere una società in cui le persone siano più soddisfatte della propria vita.
Il paradosso della felicità
MEDOLLA, UMBERTO
2014/2015
Abstract
La prosperità economica è l'aspirazione principale di ogni nazione, e la crescita viene considerata il principale segno del progresso di un paese; tuttavia, ad un elevata crescita economica non corrisponde un' altrettanta crescita del benessere dei cittadini. Scopo fondamentale è quello di illustrare come ottenere una crescita economica senza trascurare il benessere dei cittadini, rendendoli più soddisfatti della propria vita e creando un rapporto di fiducia tra di essi che porti ad un miglioramento delle relazioni sociali; in particolar modo, verranno trattate le tesi raggiunte dal professor Stefano Bartolini in ¿Manifesto per la felicità¿ e quelle del professor Emanuele Campiglio in ¿L'economia buona¿. I primi capitoli hanno l'obiettivo di illustrare i principali strumenti di misura utilizzati quantificare la crescita di uno stato, principalmente il PIL e il Reddito Pro-capite, dimostrando che non sono adatti per identificare il progresso umano. Si evince dunque che i limiti del PIL sono numerosi, e dunque i ricercatori hanno cercato di individuare altri indicatori che fossero piú completi e adatti ad identificare la ricchezza di un Paese, cercando di considerare la maggior parte degli aspetti. Si passa poi ad analizzare le cause dell'insoddisfazione della popolazione. Prime fra tutte si trovano la mancanza di tempo da dedicare alle relazioni interpersonali e sociali. Si vive ormai in un mondo ossessionato dal lavoro, in cui l'unica cosa che conta è il guadagno. Persino la scuola motiva l'alunno a studiare per poter trovare un lavoro, e non per semplice amore della cultura e della conoscenza, come dovrebbe essere. Allo stesso modo si lavora non per contribuire alla crescita del paese ma semplicemente per guadagnare e permettersi di comprare il cosiddetto ¿home entertainment¿. Dopo aver enunciato i problemi della società attuale, verrano esposte le soluzioni a tali problemi, citando il progetto esposto dal Professor Bartolini, secondo il quale ci sarebbe bisogno di una profonda riorganizzazione dell'ordine socio-economico internazionale e interno ai singoli paesi; si dovrebbe cambiare molto, dal modo di costruire e organizzare le città al modo di lavorare, si dovrebbe cambiare la scuola, la sanitá, la protezione dell'ambiente, la cultura e la formazione che i genitori danno ai propri figli. Secondo lui si stanno usando nel modo sbagliato le enormi potenzialitá di aumento della felicità create dalla prosperità economica. Altra tesi che verrá citata sará quella del Professor Campiglio, secondo il quale ci sarebbero bisogno di tante piccole rivoluzioni che possono creare una modalitá divesa di vivere e di consumare; al concetto di ¿economia buona¿ associa il concetto di ¿consumo collaborativo¿ che se adottato in ogni campo potrebbe aumentare i rapporti di fiducia tra le persone e migliorare l'aspetto relazionale e l'ambiente che ci circonda. In tal modo, può nascere una società in cui le persone siano più soddisfatte della propria vita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/75412