UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria TESI DI LAUREA ¿IL GIOCO COME ATTIVITA' DI APPRENDIMENTO E DI INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA¿ Candidata: Michela Cresto Relatore: Marisa Pavone Anno Accademico: 2008-2009 Abstract L'intento di questa ricerca è stato quello di riflettere in modo dettagliato sulla connessione tra l'attività ludica e l'apprendimento dei bambini normodotati e disabili nella scuola dell'infanzia. Il gioco non è una mera conoscenza del mondo, ma è altresì una forma di comunicazione, di esperienza emotiva e di azione trasformativa della realtà. L'attività ludica nel contesto educativo assume due funzioni molto importanti: - attività spontanea dalla quale trarre piacere e attraverso cui sviluppare la socialità e la creatività; - mezzo per favorire lo sviluppo e l'apprendimento. Nella prima parte della ricerca viene definito il concetto di gioco e il valore che esso assume per il bambino. Vengono, poi, analizzate le indicazioni per il curricolo, che, sin dagli Orientamenti del 1969, hanno sempre considerato il gioco come positivo fattore di sviluppo e di apprendimento. In un secondo momento viene delineato un excursus sui pedagogisti che, sin dall'antichità ai nostri giorni, hanno trattato il tema del gioco nel periodo infantile, evidenziando tre figure esemplari quali: Friedrich Fröbel e ¿i giardini d'infanzia¿, Maria Montessori e ¿le case dei bambini¿ e Jerome S. Bruner e la teoria del ¿gioco¿. Nella seconda parte viene presa in considerazione l'attività ludica dei bambini disabili e come essa possa essere fonte di integrazione. A tal proposito si apre una parentesi sull'integrazione scolastica dei bambini stranieri e viene delineato il sistema educativo dei paesi postsocialisti, in quanto il caso analizzato tratta di una bambina disabile e straniera, proveniente dalla Romania. Infine si considera importante analizzare il metodo osservativo nel contesto educativo, al fine di progettare un'attività educativo- didattica per il caso specifico. In conclusione si può affermare che ciascun bambino normodotato o diversamente abile ha un notevole bisogno di giocare. Divertendosi il bambino può fare esperienze concrete e comprenderne il significato, sviluppare autonomie e abilità di base, competenze sociali, motorie e cognitive, nel contesto privilegiato della conoscenza e del desiderio. Quindi è fondamentale insegnare divertendo, perché per un soggetto disabile, è come accendere la luce in una stanza buia. Il gioco è dunque il modo più autentico dell'essere infantile e il modo più spontaneo completo per poter assimilare la realtà nella totalità delle sue strutture e dei suoi aspetti. Per tale motivo l'attività ludica è da considerarsi il mezzo principale che il bambino utilizza nei rapporti con gli altri. Esplorare e manipolare gli oggetti, comunicare con gli altri bambini e con gli adulti, usare immaginazione e creatività nel cercare nuove sperimentazioni nel gioco, sono esperienze di notevole importanza per lo sviluppo affettivo, motorio e cognitivo sia del bambino normodotato sia del bambino con menomazioni.
IL GIOCO COME ATTIVITA' DI APPRENDIMENTO E DI INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
CRESTO, MICHELA
2008/2009
Abstract
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria TESI DI LAUREA ¿IL GIOCO COME ATTIVITA' DI APPRENDIMENTO E DI INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA¿ Candidata: Michela Cresto Relatore: Marisa Pavone Anno Accademico: 2008-2009 Abstract L'intento di questa ricerca è stato quello di riflettere in modo dettagliato sulla connessione tra l'attività ludica e l'apprendimento dei bambini normodotati e disabili nella scuola dell'infanzia. Il gioco non è una mera conoscenza del mondo, ma è altresì una forma di comunicazione, di esperienza emotiva e di azione trasformativa della realtà. L'attività ludica nel contesto educativo assume due funzioni molto importanti: - attività spontanea dalla quale trarre piacere e attraverso cui sviluppare la socialità e la creatività; - mezzo per favorire lo sviluppo e l'apprendimento. Nella prima parte della ricerca viene definito il concetto di gioco e il valore che esso assume per il bambino. Vengono, poi, analizzate le indicazioni per il curricolo, che, sin dagli Orientamenti del 1969, hanno sempre considerato il gioco come positivo fattore di sviluppo e di apprendimento. In un secondo momento viene delineato un excursus sui pedagogisti che, sin dall'antichità ai nostri giorni, hanno trattato il tema del gioco nel periodo infantile, evidenziando tre figure esemplari quali: Friedrich Fröbel e ¿i giardini d'infanzia¿, Maria Montessori e ¿le case dei bambini¿ e Jerome S. Bruner e la teoria del ¿gioco¿. Nella seconda parte viene presa in considerazione l'attività ludica dei bambini disabili e come essa possa essere fonte di integrazione. A tal proposito si apre una parentesi sull'integrazione scolastica dei bambini stranieri e viene delineato il sistema educativo dei paesi postsocialisti, in quanto il caso analizzato tratta di una bambina disabile e straniera, proveniente dalla Romania. Infine si considera importante analizzare il metodo osservativo nel contesto educativo, al fine di progettare un'attività educativo- didattica per il caso specifico. In conclusione si può affermare che ciascun bambino normodotato o diversamente abile ha un notevole bisogno di giocare. Divertendosi il bambino può fare esperienze concrete e comprenderne il significato, sviluppare autonomie e abilità di base, competenze sociali, motorie e cognitive, nel contesto privilegiato della conoscenza e del desiderio. Quindi è fondamentale insegnare divertendo, perché per un soggetto disabile, è come accendere la luce in una stanza buia. Il gioco è dunque il modo più autentico dell'essere infantile e il modo più spontaneo completo per poter assimilare la realtà nella totalità delle sue strutture e dei suoi aspetti. Per tale motivo l'attività ludica è da considerarsi il mezzo principale che il bambino utilizza nei rapporti con gli altri. Esplorare e manipolare gli oggetti, comunicare con gli altri bambini e con gli adulti, usare immaginazione e creatività nel cercare nuove sperimentazioni nel gioco, sono esperienze di notevole importanza per lo sviluppo affettivo, motorio e cognitivo sia del bambino normodotato sia del bambino con menomazioni.File | Dimensione | Formato | |
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