Nel luglio del 1912 Bertrand Russell pubblica un articolo dal titolo "La filosofia di Bergson" in cui conduce una critica alla concezione bergsoniana dello spazio, inteso come dimensione operativa imprescindibile per l'intelletto, e del tempo, la durata reale che consiste nella compenetrazione del passato nel presente. Lo scritto di Russell risente del clima culturale dell'Inghilterra dell'epoca, in cui Bergson è preso a icona di un nuovo modo di intendere la filosofia e di rapportarsi alla conoscenza del mondo, sia dai suoi numerosi sostenitori, sia dai suoi numerosi critici. Molti intellettuali e filosofi di professione, Russell incluso, mostrano una carenza di ragionevole obiettività nel giudizio su Bergson, dando del suo pensiero una affrettata lettura che lo liquida come irrazionalistico ed anti-scientifico, senza soffermarsi a comprendere a fondo la complessità della concezione bergsoniana del rapporto fra intelletto ed intuizione, scienza e filosofia. Herbert Wildon Carr risponde a Russell in difesa di Bergson, mostrandosi invece un attento e scrupoloso esegeta di quest'ultimo; egli riesce a cogliere la non-conclusività delle obiezioni di Russell. La lettura che Carr dà di Bergson è molto più aderente, rispetto a quella di Russell, al pensiero del filosofo francese.
Una controversia su Bergson. Russell e Carr
ALEMANNO, DANIELE
2014/2015
Abstract
Nel luglio del 1912 Bertrand Russell pubblica un articolo dal titolo "La filosofia di Bergson" in cui conduce una critica alla concezione bergsoniana dello spazio, inteso come dimensione operativa imprescindibile per l'intelletto, e del tempo, la durata reale che consiste nella compenetrazione del passato nel presente. Lo scritto di Russell risente del clima culturale dell'Inghilterra dell'epoca, in cui Bergson è preso a icona di un nuovo modo di intendere la filosofia e di rapportarsi alla conoscenza del mondo, sia dai suoi numerosi sostenitori, sia dai suoi numerosi critici. Molti intellettuali e filosofi di professione, Russell incluso, mostrano una carenza di ragionevole obiettività nel giudizio su Bergson, dando del suo pensiero una affrettata lettura che lo liquida come irrazionalistico ed anti-scientifico, senza soffermarsi a comprendere a fondo la complessità della concezione bergsoniana del rapporto fra intelletto ed intuizione, scienza e filosofia. Herbert Wildon Carr risponde a Russell in difesa di Bergson, mostrandosi invece un attento e scrupoloso esegeta di quest'ultimo; egli riesce a cogliere la non-conclusività delle obiezioni di Russell. La lettura che Carr dà di Bergson è molto più aderente, rispetto a quella di Russell, al pensiero del filosofo francese.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/75151