Il lupo presente nel territorio italiano è la sottospecie Canis lupus italicus Altobello (1921), la cui identificazione, inizialmente messa in discussione, è stata confermata da studi genetici (Wayne et al, 1992; Randi et al, 2000) e morfologici (Nowak e Federoff, 2002). Dagli anni '70 si è avuta in Italia una lenta ripresa di questa specie, in precedenza quasi ovunque scomparsa. Tale ripresa è da ricondursi a diversi fattori ecologici e sociali, tra cui l'abbandono delle zone rurali, con il conseguente incremento della popolazione di Cervidi, reimmessi e moltiplicatisi, e l'emanazione a livello nazionale e sovranazionale di norme a tutela della specie. Il lupo ha effettuato una lenta risalita della catena appenninica fino a ricolonizzare l'arco alpino occidentalea partire dagli anni '90 (primo avvistamento di un lupo nelle Alpi Liguri in valle Pesio). Secondo uno studio recente (Mattioli et al. 2014), la popolazione di lupo in Italia è stimata sui 1600-1900 individui, con un areale stabile di 74.000 km². Al fine di analizzare più approfonditamente lo status attuale del lupo e le problematiche che lo riguardano, sono stati presi in esame i seguenti studi: - Nowak R.M., Federoff N. E. (Brusco) 2002. The systematic status of the italian wolf Canis lupus. Acta Theriologica 47: 333-338. - Dalmasso S., Vesco U., Orlando L., Tropini A., Passalacqua C. 2012. An integrated program to prevent, mitigate and compensate Wolf (Canis lupus) damage in the Piedmont region (northern Italy). Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy 23 (1): 54¿61. - Meriggi A., Lovari S. 1996. A review of wolf predation in southern Europe: does the wolf prefer wild prey to livestock? Journal of Applied Ecology 33(6): 1561-1571. - Mattioli L., Forconi P., Berzi D., Perco F. 2014. Wolf population estimate in Italy and monitoring perspectives. IX Congresso Italiano di Teriologia - Civitella Alfedena (AQ). Analizzando nello specifico la situazione del Piemonte, si sono rilevati gravi problemi di predazione sul bestiame domestico da parte del lupo, dovuti principalmente ai sistemi di pascolo non custoditi ma ormai impiegati da tempo grazie all'assenza del predatore. L'amministrazione regionale, per sopperire al problema, ha avviato programmi di monitoraggio (Progetto lupo) e sovvenzionato gli allevatori danneggiati, favorendo l'utilizzo di metodi di prevenzione (Livestock guarding dogs, recinzioni elettriche, ecc.) (Dalmasso et al. 2012). Dall'analisi della dieta, ungulati selvatici e domestici sono risultati inversamente correlati; l'incidenza nella dieta dei primi ha influenzato negativamente i secondi. Per ridurre la predazione sul bestiame domestico, che coinvolge soprattutto le pecore, appare più efficace l'esistenza di un maggior numero di specie selvatiche rispetto alla presenza, seppur cospicua, di un'unica specie, come avviene talvolta con il cinghiale (Meriggi et al, 1996). La scarsità di grandi prede spinge i lupi ad ampliare la loro dieta, utilizzando animali di piccola e media taglia e inoltre frutti e rifiuti.

ASPETTI DELLA CONVIVENZA TRA UOMO E LUPO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA SITUAZIONE PIEMONTESE

VIVALDA, MARTINO
2013/2014

Abstract

Il lupo presente nel territorio italiano è la sottospecie Canis lupus italicus Altobello (1921), la cui identificazione, inizialmente messa in discussione, è stata confermata da studi genetici (Wayne et al, 1992; Randi et al, 2000) e morfologici (Nowak e Federoff, 2002). Dagli anni '70 si è avuta in Italia una lenta ripresa di questa specie, in precedenza quasi ovunque scomparsa. Tale ripresa è da ricondursi a diversi fattori ecologici e sociali, tra cui l'abbandono delle zone rurali, con il conseguente incremento della popolazione di Cervidi, reimmessi e moltiplicatisi, e l'emanazione a livello nazionale e sovranazionale di norme a tutela della specie. Il lupo ha effettuato una lenta risalita della catena appenninica fino a ricolonizzare l'arco alpino occidentalea partire dagli anni '90 (primo avvistamento di un lupo nelle Alpi Liguri in valle Pesio). Secondo uno studio recente (Mattioli et al. 2014), la popolazione di lupo in Italia è stimata sui 1600-1900 individui, con un areale stabile di 74.000 km². Al fine di analizzare più approfonditamente lo status attuale del lupo e le problematiche che lo riguardano, sono stati presi in esame i seguenti studi: - Nowak R.M., Federoff N. E. (Brusco) 2002. The systematic status of the italian wolf Canis lupus. Acta Theriologica 47: 333-338. - Dalmasso S., Vesco U., Orlando L., Tropini A., Passalacqua C. 2012. An integrated program to prevent, mitigate and compensate Wolf (Canis lupus) damage in the Piedmont region (northern Italy). Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy 23 (1): 54¿61. - Meriggi A., Lovari S. 1996. A review of wolf predation in southern Europe: does the wolf prefer wild prey to livestock? Journal of Applied Ecology 33(6): 1561-1571. - Mattioli L., Forconi P., Berzi D., Perco F. 2014. Wolf population estimate in Italy and monitoring perspectives. IX Congresso Italiano di Teriologia - Civitella Alfedena (AQ). Analizzando nello specifico la situazione del Piemonte, si sono rilevati gravi problemi di predazione sul bestiame domestico da parte del lupo, dovuti principalmente ai sistemi di pascolo non custoditi ma ormai impiegati da tempo grazie all'assenza del predatore. L'amministrazione regionale, per sopperire al problema, ha avviato programmi di monitoraggio (Progetto lupo) e sovvenzionato gli allevatori danneggiati, favorendo l'utilizzo di metodi di prevenzione (Livestock guarding dogs, recinzioni elettriche, ecc.) (Dalmasso et al. 2012). Dall'analisi della dieta, ungulati selvatici e domestici sono risultati inversamente correlati; l'incidenza nella dieta dei primi ha influenzato negativamente i secondi. Per ridurre la predazione sul bestiame domestico, che coinvolge soprattutto le pecore, appare più efficace l'esistenza di un maggior numero di specie selvatiche rispetto alla presenza, seppur cospicua, di un'unica specie, come avviene talvolta con il cinghiale (Meriggi et al, 1996). La scarsità di grandi prede spinge i lupi ad ampliare la loro dieta, utilizzando animali di piccola e media taglia e inoltre frutti e rifiuti.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
747283_vivaldamartino737283.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.55 MB
Formato Adobe PDF
1.55 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/75104