On December 2019, the WHO announced the presence of a new Sars-CoV-2, belonging to the betacoronavirus family, which spread in the Hubei region in China, source of the COVID-19 disease. In March 2020 the pandemic was declared, but already in February 2020 Italy recorded the first case and the beginning of the spreading of the virus. It is mainly transmitted via droplets with human-human contact. The symptoms consist of fever, cough, tiredness, anosmia, gastro-intestinal symptoms up to serious respiratory problems with the need for ventilatory support. To date, 4 vaccines are available to limit its spread. During pregnancy the possibility of vertical transmission is somewhat reduced. The newborn is mostly infected through contact with the mother after giving birth. In breast milk, the transmission of live viral particles is not known, rather of maternal antibodies. Practices such as breastfeeding, skin-to-skin contact and rooming-in should be encouraged in accordance with Italian guidelines. Newborns rarely test positive; in any case, they often develop mild symptoms with rhinorrhea, fever and feeding difficulties. Very few cases of respiratory distress have been described. Objectives: our study aims to evaluate the maternal and neonatal clinical manifestations, in the population of newborns older than 34 weeks, of mothers with peri partum Sars-CoV-2 infections, hospidalized at the University Neonatology of the Sant’Anna hospital in Turin – AOU Città della Salute e della Scienza. Further objective is to investigate the impact of the pandemic on the management of the mother-newborn dyad during hospitalization. Materials and Methods: the data were analyzed of newborns (409) beyond the 34th week of gestation of mothers with peripartum Sars-CoV-2 infection, hospitalized at the University Neonatology of the Sant'Anna hospital in Turin, reference center for positive pregnant women in the province of Turin, between March 2020 and December 2022. The data were collected during hospitalization and entered into the RED-Cap national platform. The following mothers’ parameters were analyzed: maternal status at the time of delivery, mode of delivery, symptoms, ventilatory support, instrumental tests and swab at discharge. For the newborn, were discussed: sex, gestational age, birth weight, malformations, swab results during hospitalization and at discharge, isolation, breastfeeding, follow-up. In addition, a comparison with the national data by the SIN and a vision divided by pandemic waves was performed. Results and discussion: The study shows that positive women have increased over time, caused by the virus spread. Symptoms (22%), however, when present, have been mostly soft. Preterm newborns (4.9%) were aligned to pre-pandemic situation. The infection, therefore, does not cause an increased risk. A greater use of cesarean section emerged (41,9%), both compared to the pre-pandemic period and the national data (37%): the rate has reduced over time, in parallel with the increase in experience in managing of cases. A very positive result is considered the very high use of rooming-in (87%) and breastfeeding (91,2%), as recommended by the SIN guidelines; the data for positive newborns (2,0% in the first swab vs 4,9% in the second) confirm a certain degree of horizontal transmission, rather than vertical.
Nel dicembre 2019 la WHO comunica la presenza di un nuovo virus Sars-CoV-2, appartenente alla famiglia dei betacoronavirus, che si diffonde nella regione dello Hubei in Cina, fonte della malattia COVID-19. A marzo 2020 viene dichiarata pandemia, ma già a febbraio 2020 l’Italia registra il primo caso e l’inizio della diffusione del virus. Si trasmette principalmente via droplets con contatto uomo-uomo. La sintomatologia consiste in febbre, tosse, stanchezza, anosmia, sintomi gastro-intestinali fino a gravi problemi respiratori con necessità di supporto ventilatorio. Ad oggi sono disponibili 4 vaccini per limitarne la diffusione. Durante la gravidanza la possibilità di trasmissione verticale è alquanto ridotta. Il neonato si contagia per lo più attraverso il contatto con la mamma dopo il parto. Nel latte non è nota la trasmissione di particelle virali vive, piuttosto di anticorpi materni. Pratiche quali allattamento al seno, contatto pelle a pelle e rooming-in vanno incoraggiate in coerenza con le linee guida italiane. I neonati raramente risultano positivi; in ogni caso, sviluppano spesso una sintomatologia lieve con rinorrea, febbre e difficoltà nell’alimentazione. Sono stati descritti pochissimi casi di distress respiratorio. Obiettivi: il nostro studio ha come obbiettivo di valutare, nella popolazione di neonati >34 settimane, da madre con infezione peri partum da Sars-CoV-2, assistiti presso la Neonatologia Universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino – AOU Città della Salute e della Scienza, le manifestazioni cliniche materne e neonatali. Ulteriore obiettivo è quello di indagare l’impatto della pandemia sulla gestione della diade madre-neonato durante il ricovero. Materiali e Metodi: sono stati analizzati i dati dei 409 neonati > 34a settimana di gestazione da madre con infezione peri partum da Sars-CoV-2, ricoverati presso la Neonatologia Universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino, centro di riferimento per le gravide positive della provincia di Torino, tra marzo 2020 e dicembre 2022. I dati sono stati raccolti durante il ricovero e inseriti su piattaforma RED-Cap nazionale. Sono stati analizzati i seguenti dati materni: stato materno al momento del parto, modalità del parto, sintomi, supporto ventilatorio, esami strumentali e tampone alla dimissione. Per il neonato sono stati analizzati: sesso, età gestazionale, peso alla nascita, malformazioni, esito del tampone durante il ricovero e alla dimissione, isolamento, allattamento, follow-up. Sono stati inoltre effettuati un confronto con i dati nazionali SIN e un’analisi per ondate di pandemia. Risultati e discussione: dallo studio emerge che le donne positive sono aumentate nel tempo, a causa della diffusione del virus. Tuttavia, la sintomatologia, quando presente (22%) è stata per lo più lieve. Il tasso di neonati late preterm (4,9%) è risultato in linea con i dati pre-pandemia. L’infezione, quindi, non causa un aumento del rischio. È emerso un maggior ricorso al taglio cesareo (41,9%), sia rispetto al periodo pre-pandemia, sia al dato nazionale (37%): il tasso si è ridotto nel tempo, parallelamente all’aumento dell’esperienza nella gestione dei casi. Dato molto positivo è la frequenza molto alta di ricorso al rooming-in (87%) e di allattamento materno (91,2%), come consigliato dalle linee guida della SIN; i dati sui neonati positivi (2,0% al primo tampone vs 4,9% al secondo) confermano un certo grado di trasmissione orizzontale, più che verticale.
Impatto della pandemia da SARS-CoV-2 sull'assistenza alla diade madre - neonato. Analisi della casistica del registro della Società Italiana di Neonatologia.
BERTERO, ELENA
2022/2023
Abstract
Nel dicembre 2019 la WHO comunica la presenza di un nuovo virus Sars-CoV-2, appartenente alla famiglia dei betacoronavirus, che si diffonde nella regione dello Hubei in Cina, fonte della malattia COVID-19. A marzo 2020 viene dichiarata pandemia, ma già a febbraio 2020 l’Italia registra il primo caso e l’inizio della diffusione del virus. Si trasmette principalmente via droplets con contatto uomo-uomo. La sintomatologia consiste in febbre, tosse, stanchezza, anosmia, sintomi gastro-intestinali fino a gravi problemi respiratori con necessità di supporto ventilatorio. Ad oggi sono disponibili 4 vaccini per limitarne la diffusione. Durante la gravidanza la possibilità di trasmissione verticale è alquanto ridotta. Il neonato si contagia per lo più attraverso il contatto con la mamma dopo il parto. Nel latte non è nota la trasmissione di particelle virali vive, piuttosto di anticorpi materni. Pratiche quali allattamento al seno, contatto pelle a pelle e rooming-in vanno incoraggiate in coerenza con le linee guida italiane. I neonati raramente risultano positivi; in ogni caso, sviluppano spesso una sintomatologia lieve con rinorrea, febbre e difficoltà nell’alimentazione. Sono stati descritti pochissimi casi di distress respiratorio. Obiettivi: il nostro studio ha come obbiettivo di valutare, nella popolazione di neonati >34 settimane, da madre con infezione peri partum da Sars-CoV-2, assistiti presso la Neonatologia Universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino – AOU Città della Salute e della Scienza, le manifestazioni cliniche materne e neonatali. Ulteriore obiettivo è quello di indagare l’impatto della pandemia sulla gestione della diade madre-neonato durante il ricovero. Materiali e Metodi: sono stati analizzati i dati dei 409 neonati > 34a settimana di gestazione da madre con infezione peri partum da Sars-CoV-2, ricoverati presso la Neonatologia Universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino, centro di riferimento per le gravide positive della provincia di Torino, tra marzo 2020 e dicembre 2022. I dati sono stati raccolti durante il ricovero e inseriti su piattaforma RED-Cap nazionale. Sono stati analizzati i seguenti dati materni: stato materno al momento del parto, modalità del parto, sintomi, supporto ventilatorio, esami strumentali e tampone alla dimissione. Per il neonato sono stati analizzati: sesso, età gestazionale, peso alla nascita, malformazioni, esito del tampone durante il ricovero e alla dimissione, isolamento, allattamento, follow-up. Sono stati inoltre effettuati un confronto con i dati nazionali SIN e un’analisi per ondate di pandemia. Risultati e discussione: dallo studio emerge che le donne positive sono aumentate nel tempo, a causa della diffusione del virus. Tuttavia, la sintomatologia, quando presente (22%) è stata per lo più lieve. Il tasso di neonati late preterm (4,9%) è risultato in linea con i dati pre-pandemia. L’infezione, quindi, non causa un aumento del rischio. È emerso un maggior ricorso al taglio cesareo (41,9%), sia rispetto al periodo pre-pandemia, sia al dato nazionale (37%): il tasso si è ridotto nel tempo, parallelamente all’aumento dell’esperienza nella gestione dei casi. Dato molto positivo è la frequenza molto alta di ricorso al rooming-in (87%) e di allattamento materno (91,2%), come consigliato dalle linee guida della SIN; i dati sui neonati positivi (2,0% al primo tampone vs 4,9% al secondo) confermano un certo grado di trasmissione orizzontale, più che verticale.File | Dimensione | Formato | |
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