L'anoressia è diventata al giorno d'oggi una delle piaghe della nostra società. La concomitanza di diversi fattori quali una società che impone modelli vincenti e super efficienti (e ovviamente magrissimi), un ambiente sempre più competitivo, ma soprattutto un rapporto invischiato con una madre fagocitante e lo squilibrio di potere all'interno delle famiglie, hanno portato sempre più adolescenti a scegliere come difesa estrema del proprio Sé la privazione volontaria del cibo. Il loro rifiuto di cibarsi rappresenta anche il rifiuto di un corpo che in adolescenza esse non riconoscono più come il loro, un corpo sessuato che le fa dipendere dall'Altro, e le fa sentire in balia dell'Altro. Queste adolescenti non riescono a esprimere il disagio verbalmente e quindi lo rendono manifesto, lo riversano su qualcosa che tutti possono vedere:il corpo. La cura di queste adolescenti è solitamente difficoltosa in quanto queste ragazze non riescono ad instaurare una relazione soddisfacente col terapeuta che viene visto come un ulteriore fattore di intrusione nelle loro vite. Secondo l'approccio psicoanalitico, anche i genitori dovrebbero far parte della cura di questo disturbo proprio perché sono proprio loro, probabilmente, uno dei fattori scatenanti dell'insorgenza del D.C.A. Solitamente hanno un terapeuta differente da quello della figlia proprio per iniziare quel percorso di separazione/individuazione che non sono mai riusciti ad attuare (soprattutto la madre). Molto spesso i genitori sono inseriti in piccoli gruppi di sole madri o soli padri:confrontarsi con persone che hanno già vissuto le loro esperienze e che magari sono riuscite a trovare una soluzione può aiutare questi genitori a capire il gesto delle figlie.
psicodinamica dell'anoressia:la famiglia come fattore scatenante e cura
COLLOT, JENNY
2008/2009
Abstract
L'anoressia è diventata al giorno d'oggi una delle piaghe della nostra società. La concomitanza di diversi fattori quali una società che impone modelli vincenti e super efficienti (e ovviamente magrissimi), un ambiente sempre più competitivo, ma soprattutto un rapporto invischiato con una madre fagocitante e lo squilibrio di potere all'interno delle famiglie, hanno portato sempre più adolescenti a scegliere come difesa estrema del proprio Sé la privazione volontaria del cibo. Il loro rifiuto di cibarsi rappresenta anche il rifiuto di un corpo che in adolescenza esse non riconoscono più come il loro, un corpo sessuato che le fa dipendere dall'Altro, e le fa sentire in balia dell'Altro. Queste adolescenti non riescono a esprimere il disagio verbalmente e quindi lo rendono manifesto, lo riversano su qualcosa che tutti possono vedere:il corpo. La cura di queste adolescenti è solitamente difficoltosa in quanto queste ragazze non riescono ad instaurare una relazione soddisfacente col terapeuta che viene visto come un ulteriore fattore di intrusione nelle loro vite. Secondo l'approccio psicoanalitico, anche i genitori dovrebbero far parte della cura di questo disturbo proprio perché sono proprio loro, probabilmente, uno dei fattori scatenanti dell'insorgenza del D.C.A. Solitamente hanno un terapeuta differente da quello della figlia proprio per iniziare quel percorso di separazione/individuazione che non sono mai riusciti ad attuare (soprattutto la madre). Molto spesso i genitori sono inseriti in piccoli gruppi di sole madri o soli padri:confrontarsi con persone che hanno già vissuto le loro esperienze e che magari sono riuscite a trovare una soluzione può aiutare questi genitori a capire il gesto delle figlie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/74794