The thesis "Cartography and Power: The Political Use of Maps" aims to analyze the role of cartography as a social tool to spread political messages. Maps reflect the biases and cultural context of their creators as much as the spatial culture in which they are produced. Starting from the insights of John Bryan Harley, a scholar who revolutionized this field by being among the first to examine the ideological meanings in maps, including those not overtly propagandistic, the paper focuses on cartography’s relationship with the state and how each element within a map can become a vehicle for distortion and manipulation. Cartographic conventions (such as scale, projections, and symbols) are some of the means by which the creator can guide the map’s interpretation. Detailed analysis in the end is given to ethnographic maps and their use during post-World War I peace negotiations to shape the new European geopolitical landscape, shedding light on the real-world effects of maps and the exploitation underlying their creation. In summary, the work emphasizes how cartography is a powerful tool of persuasion and control, able to legitimize ideologies and promote political interests through a representation of territory that attempts to appear objective, even though it never truly is.
L’elaborato "Cartografia e potere: l'uso politico delle carte geografiche" ha il fine di analizzare il ruolo della cartografia come strumento sociale di diffusione di messaggi politici. Le carte geografiche, infatti, riflettono i pregiudizi e il contesto culturale di chi le crea e della cultura spaziale in cui sono inserite. A partire dalle riflessioni di John Bryan Harley, studioso che ha rivoluzionato questo campo di studi indagando per primo i significati ideologici in carte anche non propagandistiche, l’elaborato si sofferma sul rapporto della cartografia con lo Stato e come ogni elemento in essa possa essere veicolo di distorsioni e strumentalizzazione. Le convenzioni cartografiche (scala, proiezioni e simboli) sono infatti uno degli elementi attraverso cui l’autore può orientare la lettura della mappa. Un’analisi dettagliata è dedicata in ultimo alle carte etnografiche e all’uso che se n’è compiuto durante le trattative di pace della Prima guerra mondiale al fine di tracciare il nuovo assetto geopolitico europeo proprio per comprendere gli effetti nella realtà della carta e della strumentalizzazione alla sua base. In sintesi, la tesi sottolinea come la cartografia sia un potente strumento di persuasione e controllo, capace di legittimare ideologie e favorire interessi politici tramite una rappresentazione del territorio che tenta di passare come oggettiva pur non essendolo mai.
Cartografia e potere: l'uso politico delle carte geografiche
IACOVONE, ALESSIO
2023/2024
Abstract
L’elaborato "Cartografia e potere: l'uso politico delle carte geografiche" ha il fine di analizzare il ruolo della cartografia come strumento sociale di diffusione di messaggi politici. Le carte geografiche, infatti, riflettono i pregiudizi e il contesto culturale di chi le crea e della cultura spaziale in cui sono inserite. A partire dalle riflessioni di John Bryan Harley, studioso che ha rivoluzionato questo campo di studi indagando per primo i significati ideologici in carte anche non propagandistiche, l’elaborato si sofferma sul rapporto della cartografia con lo Stato e come ogni elemento in essa possa essere veicolo di distorsioni e strumentalizzazione. Le convenzioni cartografiche (scala, proiezioni e simboli) sono infatti uno degli elementi attraverso cui l’autore può orientare la lettura della mappa. Un’analisi dettagliata è dedicata in ultimo alle carte etnografiche e all’uso che se n’è compiuto durante le trattative di pace della Prima guerra mondiale al fine di tracciare il nuovo assetto geopolitico europeo proprio per comprendere gli effetti nella realtà della carta e della strumentalizzazione alla sua base. In sintesi, la tesi sottolinea come la cartografia sia un potente strumento di persuasione e controllo, capace di legittimare ideologie e favorire interessi politici tramite una rappresentazione del territorio che tenta di passare come oggettiva pur non essendolo mai.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/7459