Ho dedicato i primi due capitoli ad una notizia storico-biografica su Ozanam e al suo impegno sociale e letterario. Ho tratteggiato i suoi rapporti con i cattolici liberali del suo tempo e i primi teorici del socialismo. Ho considerato l'incontro di Ozanam con Dante come il tentativo di dimostrare che il magistero cristiano della Chiesa cattolica potesse promuovere la libertà dei popoli in un'epoca di drammatici conflitti socio-politici. Il saggio critico di Ozanam sulla Commedia di Dante, oggetto del presente lavoro, tende a dimostrare come l'aspetto filosofico sia quello più importante dell'opera e che Dante già nel 13mo e 14mo secolo avesse compreso come fosse compito della Chiesa la pragmatica attenzione alle trasformazioni della società umana. Nel terzo capitolo si è posto in evidenza il percorso filosofico rinvenuto da Ozanam nel capolavoro dantesco. Secondo Ozanam, Dante si poneva proprio sul confine tra l' ortodossia cristiana e l' agnosticismo in odore di eresia, di provenienza averroistica tanto da non seguire nella loro parabola culturale i suoi amici come Guido Cavalcanti e Dante da Maiano. L'averroismo irrompe nell'attività politica di Dante spingendolo ad una accettazione della filosofia cristiana quasi acritica. Nel poeta coesistono la metafisica platonica e la razionalità aristotelica, sulla scia del dualismo medievale tra il misticismo di Bonaventura da Bagnoregio e il razionalismo restauratore di Tommaso d'Aquino. Tra le tematiche platoniche in Dante la principale è la concezione di Dio, quale garante dell'ordine generale nella natura, uguaglianza primitiva incorporea che non conosce mutamento. Si è sottolineato però come sia Aristotele a trionfare nella filosofia dantesca, sebbene Ozanam ipotizzi una predilezione di Dante per il filosofo ateniese. I concetti di Sommo Bene, di scienza, di potenza e atto, di forma e materia, di sostanza e accidente, di necessità e contingenza, sono accordate con i principi della teoria cristiana soprattutto nel Paradiso per lo più attraverso le parole di Beatrice. Dante però, nelle parole di Ozanam, tradurrebbe queste dicotomie aristoteliche in termini di archetipi ideali platonici. Le teorie platoniche e aristoteliche giungono a Dante filtrate dalla teorizzazione medievale rispettivamente di Bonaventura e di Tommaso. Il tema di maggior interesse storico-dottrinale è quello che concerne il problema dell'intelletto, in cui Dante polemizza contro l'averroismo colpevole di aver separato l'intelletto possibile dall'anima umana. In definitiva però il poeta fiorentino riconosce la supremazia della sistemazione operata da Tommaso d'Aquino nell'edificio teologico, filosofico e scientifico della Chiesa, che si fonda sulle teorie di Aristotele. Si è tentato sempre di evidenziare il rapporto tra l'informazione filosofica del poeta e la sua trasposizione in termini poetici nella Commedia attraverso metafore, simboli e allegorie. Nell'ultimo paragrafo del III capitolo è stato tratteggiato l'approdo teologico di Dante, sia come termine del suo itinerarium mentis in Deum, sia come suggello della tentata conciliazione aristotelica tra razionalità filosofica e metafisica religiosa. Beatrice, da donna amata nella Vita Nuova in modi stilnovistici, diventa nella Commedia la teologia stessa, unico strumento garante di una perfetta conoscenza di Dio.

Antoine-Frédéric Ozanam e Dante

NERVO, FELICITA
2009/2010

Abstract

Ho dedicato i primi due capitoli ad una notizia storico-biografica su Ozanam e al suo impegno sociale e letterario. Ho tratteggiato i suoi rapporti con i cattolici liberali del suo tempo e i primi teorici del socialismo. Ho considerato l'incontro di Ozanam con Dante come il tentativo di dimostrare che il magistero cristiano della Chiesa cattolica potesse promuovere la libertà dei popoli in un'epoca di drammatici conflitti socio-politici. Il saggio critico di Ozanam sulla Commedia di Dante, oggetto del presente lavoro, tende a dimostrare come l'aspetto filosofico sia quello più importante dell'opera e che Dante già nel 13mo e 14mo secolo avesse compreso come fosse compito della Chiesa la pragmatica attenzione alle trasformazioni della società umana. Nel terzo capitolo si è posto in evidenza il percorso filosofico rinvenuto da Ozanam nel capolavoro dantesco. Secondo Ozanam, Dante si poneva proprio sul confine tra l' ortodossia cristiana e l' agnosticismo in odore di eresia, di provenienza averroistica tanto da non seguire nella loro parabola culturale i suoi amici come Guido Cavalcanti e Dante da Maiano. L'averroismo irrompe nell'attività politica di Dante spingendolo ad una accettazione della filosofia cristiana quasi acritica. Nel poeta coesistono la metafisica platonica e la razionalità aristotelica, sulla scia del dualismo medievale tra il misticismo di Bonaventura da Bagnoregio e il razionalismo restauratore di Tommaso d'Aquino. Tra le tematiche platoniche in Dante la principale è la concezione di Dio, quale garante dell'ordine generale nella natura, uguaglianza primitiva incorporea che non conosce mutamento. Si è sottolineato però come sia Aristotele a trionfare nella filosofia dantesca, sebbene Ozanam ipotizzi una predilezione di Dante per il filosofo ateniese. I concetti di Sommo Bene, di scienza, di potenza e atto, di forma e materia, di sostanza e accidente, di necessità e contingenza, sono accordate con i principi della teoria cristiana soprattutto nel Paradiso per lo più attraverso le parole di Beatrice. Dante però, nelle parole di Ozanam, tradurrebbe queste dicotomie aristoteliche in termini di archetipi ideali platonici. Le teorie platoniche e aristoteliche giungono a Dante filtrate dalla teorizzazione medievale rispettivamente di Bonaventura e di Tommaso. Il tema di maggior interesse storico-dottrinale è quello che concerne il problema dell'intelletto, in cui Dante polemizza contro l'averroismo colpevole di aver separato l'intelletto possibile dall'anima umana. In definitiva però il poeta fiorentino riconosce la supremazia della sistemazione operata da Tommaso d'Aquino nell'edificio teologico, filosofico e scientifico della Chiesa, che si fonda sulle teorie di Aristotele. Si è tentato sempre di evidenziare il rapporto tra l'informazione filosofica del poeta e la sua trasposizione in termini poetici nella Commedia attraverso metafore, simboli e allegorie. Nell'ultimo paragrafo del III capitolo è stato tratteggiato l'approdo teologico di Dante, sia come termine del suo itinerarium mentis in Deum, sia come suggello della tentata conciliazione aristotelica tra razionalità filosofica e metafisica religiosa. Beatrice, da donna amata nella Vita Nuova in modi stilnovistici, diventa nella Commedia la teologia stessa, unico strumento garante di una perfetta conoscenza di Dio.
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