Che cos'è un museo? Un semplice contenitore di oggetti o un luogo dove custodire e valorizzare le testimonianze dell'umanità? Quali sono le componenti alla base della sua struttura? Quali sono le funzioni fondamentali che deve garantire questa istituzione? Come comunica con il proprio pubblico e in che modo cerca di trasmettere il suo messaggio culturale? Il 26 novembre 2009 è stato inaugurato a Torino il Museo di Antropologia criminale ¿Cesare Lombroso¿, presso il Palazzo degli Istituti Anatomici, concludendo un percorso iniziato vent'anni prima. Ciò che rende rilevante l'apertura, oltre al fatto di portare a termine la catalogazione iniziata negli anni Novanta e di divulgare la conoscenza scientifica non solo alla cerchia ristretta di studiosi del settore ma al vasto pubblico, è che essa costituisce un'ulteriore tappa nella realizzazione del progetto ¿Museo dell'Uomo¿. Il Museo fa parte di un progetto convenzionato dall'Università di Torino e dalla Regione Piemonte, nato nel 1988 con lo scopo di creare un polo museale, riunendo le collezioni scientifiche dell'Ateneo torinese relative alle scienze dell'uomo. Ho ritenuto interessante cogliere l'occasione per riflettere sulla comunicazione museale di un nuovo museo, valutandone i punti di forza e di debolezza all'apertura e i possibili miglioramenti per il futuro. Partendo da un excursus storico, dalla figura di Cesare Lombroso e dall'epoca di riferimento, per capire i motivi che hanno determinato la nascita della collezione, per arrivare a fare un confronto tra il Museo passato, inaugurato da Lombroso nel 1898 e successivamente riallestito dal suo successore Mario Carrara, e il Museo attuale, inaugurato nel centenario della morte di Lombroso ed incentrato sulla sua eredità. Nella seconda parte della tesi, mi concentro sul Museo di Antropologia criminale ¿Cesare Lombroso¿ aperto nel 2009, analizzando l'¿oggetto museo¿ sotto i diversi aspetti comunicativi in cui si presenta. Per questo lavoro di ricerca ho incontrato il gruppo di lavoro responsabile del progetto museale. Analizzo così la comunicazione interna al museo, che ne determina l'identità dello stesso, attraverso l'allestimento del percorso espositivo, valutando anche il ruolo giocato dallo spazio architettonico nella costruzione del discorso museale, e i supporti comunicativi per la visita. Successivamente, mi concentro sulla comunicazione esterna del museo, analizzando gli strumenti comunicativi messi a disposizione del pubblico: i pieghevoli informativi, il catalogo del museo ed il sito web. Un'ultima considerazione riguarda il rapporto del museo con il pubblico, per verificare se le strategie comunicative adottate dal museo consentano una giusta attività di interpretazione da parte del visitatore. Negli ultimi anni, infatti, la comunicazione con il pubblico sta diventando una delle funzioni principali di un museo, oltre a quelle tradizionali di conservazione e di ricerca, trasformando quest'istituzione culturale ed educativa in un moderno mezzo di comunicazione di massa. Trattandosi di una tesi di Comunicazione visiva, ho voluto inserire al termine di questo lavoro delle appendici riguardo alla comunicazione del tema del brigantaggio nella stampa dell'epoca e ai giorni nostri. Nasce così un ¿paragone visivo¿ tra le gazzette popolari dell'epoca lombrosiana (fine Ottocento ¿ inizio Novecento), incentrate sul fenomeno del brigantaggio e tra i quotidiani attuali, riguardo alla questione nata in seguito all'apertura del museo.

Cesare Lombroso: il cammino di una ricerca. Annotazioni sul percorso museale.

RIVOIRA, FRANCESCA
2009/2010

Abstract

Che cos'è un museo? Un semplice contenitore di oggetti o un luogo dove custodire e valorizzare le testimonianze dell'umanità? Quali sono le componenti alla base della sua struttura? Quali sono le funzioni fondamentali che deve garantire questa istituzione? Come comunica con il proprio pubblico e in che modo cerca di trasmettere il suo messaggio culturale? Il 26 novembre 2009 è stato inaugurato a Torino il Museo di Antropologia criminale ¿Cesare Lombroso¿, presso il Palazzo degli Istituti Anatomici, concludendo un percorso iniziato vent'anni prima. Ciò che rende rilevante l'apertura, oltre al fatto di portare a termine la catalogazione iniziata negli anni Novanta e di divulgare la conoscenza scientifica non solo alla cerchia ristretta di studiosi del settore ma al vasto pubblico, è che essa costituisce un'ulteriore tappa nella realizzazione del progetto ¿Museo dell'Uomo¿. Il Museo fa parte di un progetto convenzionato dall'Università di Torino e dalla Regione Piemonte, nato nel 1988 con lo scopo di creare un polo museale, riunendo le collezioni scientifiche dell'Ateneo torinese relative alle scienze dell'uomo. Ho ritenuto interessante cogliere l'occasione per riflettere sulla comunicazione museale di un nuovo museo, valutandone i punti di forza e di debolezza all'apertura e i possibili miglioramenti per il futuro. Partendo da un excursus storico, dalla figura di Cesare Lombroso e dall'epoca di riferimento, per capire i motivi che hanno determinato la nascita della collezione, per arrivare a fare un confronto tra il Museo passato, inaugurato da Lombroso nel 1898 e successivamente riallestito dal suo successore Mario Carrara, e il Museo attuale, inaugurato nel centenario della morte di Lombroso ed incentrato sulla sua eredità. Nella seconda parte della tesi, mi concentro sul Museo di Antropologia criminale ¿Cesare Lombroso¿ aperto nel 2009, analizzando l'¿oggetto museo¿ sotto i diversi aspetti comunicativi in cui si presenta. Per questo lavoro di ricerca ho incontrato il gruppo di lavoro responsabile del progetto museale. Analizzo così la comunicazione interna al museo, che ne determina l'identità dello stesso, attraverso l'allestimento del percorso espositivo, valutando anche il ruolo giocato dallo spazio architettonico nella costruzione del discorso museale, e i supporti comunicativi per la visita. Successivamente, mi concentro sulla comunicazione esterna del museo, analizzando gli strumenti comunicativi messi a disposizione del pubblico: i pieghevoli informativi, il catalogo del museo ed il sito web. Un'ultima considerazione riguarda il rapporto del museo con il pubblico, per verificare se le strategie comunicative adottate dal museo consentano una giusta attività di interpretazione da parte del visitatore. Negli ultimi anni, infatti, la comunicazione con il pubblico sta diventando una delle funzioni principali di un museo, oltre a quelle tradizionali di conservazione e di ricerca, trasformando quest'istituzione culturale ed educativa in un moderno mezzo di comunicazione di massa. Trattandosi di una tesi di Comunicazione visiva, ho voluto inserire al termine di questo lavoro delle appendici riguardo alla comunicazione del tema del brigantaggio nella stampa dell'epoca e ai giorni nostri. Nasce così un ¿paragone visivo¿ tra le gazzette popolari dell'epoca lombrosiana (fine Ottocento ¿ inizio Novecento), incentrate sul fenomeno del brigantaggio e tra i quotidiani attuali, riguardo alla questione nata in seguito all'apertura del museo.
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