La nascita dell'esigenza umana di proteggere il proprio corpo in guerra si perde nella notte dei tempi in quanto da sempre l'uomo si è trovato, a causa della propria natura, a combattere. Egli ha quindi iniziato a ricoprirsi di corazze ed altri indumenti di protezione per cercare di minimizzare e/o annullare le offese ricevute. Mutano i tempi, mutano le tecniche di combattimento e di pari passo procede la ricerca verso nuovi strumenti di offesa e conseguentemente di difesa. Ragion per cui, in tutti gli eserciti, fin dai tempi più antichi, si è costantemente operato per dotare i soldati di strumenti sempre più efficaci di offesa e di difesa, che permettessero di acquisire, in battaglia, una sostanziale superiorità sul nemico. Nel corso della storia si sono succeduti i più svariati materiali nel costituire le protezioni individuali. Le tribù primitive cingevano i loro corpi con pelli di animali e materiale vegetale quando andavano a caccia, i soldati di ogni esercito indossavano corazze di metallo o altri materiali prima di affrontare la battaglia. Nel Medioevo, in Europa ed in Asia, la capacità di costruire corazze raggiunse l'apice, in molti casi arrivando alla creazione di vere e proprie opere d'arte quando la produzione delle armature indossate dai cavalieri delle più nobili e importanti famiglie veniva commissionata ad artisti bravi non solo nel forgiare i metalli, ma anche nel disegnarli e decorarli. Un cavaliere del XV secolo che indossasse un'armatura di ottima fattura era praticamente invincibile, quasi una perfetta macchina da guerra. Tutto questo però cambiò drasticamente con l'avvento e lo sviluppo delle armi da fuoco. Queste armi, per quanto primitive, avevano la capacità di lanciare un proiettile che riusciva a penetrare la corazza delle armature. Era possibile aumentare lo spessore delle corazze, ma in questo modo la scomodità e la pesantezza diventavano insostenibili per l'utilizzatore. La necessità di difendersi da sempre è sfociata in un compromesso tra mobilità e protezione in quanto al combattente deve essere garantita una buona capacità di potersi muovere sul campo di battaglia senza venire impedito nei movimenti da protezioni pesanti ed ingombranti che seppure efficaci ne causano la sua immobilità e conseguentemente lo espongono al fuoco nemico. Questo ha portato allo studio ed alla realizzazione di materiali sempre più leggeri ed efficienti, capaci di sopportare sollecitazioni via via maggiori seppur garantendo ingombri ridotti. Proprio per far fronte a questa necessità, dopo un periodo di stasi e di transizione dovuto alla ¿novità¿ delle armi da fuoco, si è arrivati alle moderne protezioni costituite principalmente da leggeri materiali sintetici e non più da pelli e metalli. Tale problema rappresentato dal peso e dalla scomodità di utilizzo non è stato però del tutto risolto con una soluzione completamente efficace, per cui questo rimane tuttora un grosso handicap delle protezioni individuali. Scopo della seguente trattazione è quello di analizzare l'evoluzione di suddetti materiali nel lungo cammino che ha portato alla creazione di quelli moderni e come questi abbiano trovato applicazione nei giubbetti antiproiettile e negli elmetti in dotazione alle Forze Armate; si procederà a studiare i diversi materiali impiegati valutando le loro capacità di resistere agli effetti dei colpi d'arma da fuoco ed alle schegge da frammentazione di esplosivi.
I materiali per le protezioni individuali
CORTES, ALBERTO
2014/2015
Abstract
La nascita dell'esigenza umana di proteggere il proprio corpo in guerra si perde nella notte dei tempi in quanto da sempre l'uomo si è trovato, a causa della propria natura, a combattere. Egli ha quindi iniziato a ricoprirsi di corazze ed altri indumenti di protezione per cercare di minimizzare e/o annullare le offese ricevute. Mutano i tempi, mutano le tecniche di combattimento e di pari passo procede la ricerca verso nuovi strumenti di offesa e conseguentemente di difesa. Ragion per cui, in tutti gli eserciti, fin dai tempi più antichi, si è costantemente operato per dotare i soldati di strumenti sempre più efficaci di offesa e di difesa, che permettessero di acquisire, in battaglia, una sostanziale superiorità sul nemico. Nel corso della storia si sono succeduti i più svariati materiali nel costituire le protezioni individuali. Le tribù primitive cingevano i loro corpi con pelli di animali e materiale vegetale quando andavano a caccia, i soldati di ogni esercito indossavano corazze di metallo o altri materiali prima di affrontare la battaglia. Nel Medioevo, in Europa ed in Asia, la capacità di costruire corazze raggiunse l'apice, in molti casi arrivando alla creazione di vere e proprie opere d'arte quando la produzione delle armature indossate dai cavalieri delle più nobili e importanti famiglie veniva commissionata ad artisti bravi non solo nel forgiare i metalli, ma anche nel disegnarli e decorarli. Un cavaliere del XV secolo che indossasse un'armatura di ottima fattura era praticamente invincibile, quasi una perfetta macchina da guerra. Tutto questo però cambiò drasticamente con l'avvento e lo sviluppo delle armi da fuoco. Queste armi, per quanto primitive, avevano la capacità di lanciare un proiettile che riusciva a penetrare la corazza delle armature. Era possibile aumentare lo spessore delle corazze, ma in questo modo la scomodità e la pesantezza diventavano insostenibili per l'utilizzatore. La necessità di difendersi da sempre è sfociata in un compromesso tra mobilità e protezione in quanto al combattente deve essere garantita una buona capacità di potersi muovere sul campo di battaglia senza venire impedito nei movimenti da protezioni pesanti ed ingombranti che seppure efficaci ne causano la sua immobilità e conseguentemente lo espongono al fuoco nemico. Questo ha portato allo studio ed alla realizzazione di materiali sempre più leggeri ed efficienti, capaci di sopportare sollecitazioni via via maggiori seppur garantendo ingombri ridotti. Proprio per far fronte a questa necessità, dopo un periodo di stasi e di transizione dovuto alla ¿novità¿ delle armi da fuoco, si è arrivati alle moderne protezioni costituite principalmente da leggeri materiali sintetici e non più da pelli e metalli. Tale problema rappresentato dal peso e dalla scomodità di utilizzo non è stato però del tutto risolto con una soluzione completamente efficace, per cui questo rimane tuttora un grosso handicap delle protezioni individuali. Scopo della seguente trattazione è quello di analizzare l'evoluzione di suddetti materiali nel lungo cammino che ha portato alla creazione di quelli moderni e come questi abbiano trovato applicazione nei giubbetti antiproiettile e negli elmetti in dotazione alle Forze Armate; si procederà a studiare i diversi materiali impiegati valutando le loro capacità di resistere agli effetti dei colpi d'arma da fuoco ed alle schegge da frammentazione di esplosivi.File | Dimensione | Formato | |
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