Introduction: the average number of Occupational Therapists (OTs) in Italy is 3.8 per 100000 inhabitants, which is lower than many European countries. In Piedmont, the average is slightly lower than the national average (3.7). There are several studies in the literature investigating work-related stress and job burnout in health care workers but none of them examine workload in quantitative terms. For the next academic year, there will be no Occupational Therapy degree program in Piedmont, although the State-Regions Conference has indicated a need for 20 OTs for the next academic year. Objective: to investigate the workload at the quantitative level by means of a self-referenced questionnaire submitted to OTs working in Piedmont to assess whether the presence in public, private, and freelance health services is sufficient to best follow up on patients in care and to understand whether the need is greater than the current supply. Study type: observational, cross-sectional on the population of OTs employed in Piedmont. Materials and methods: OTs working in Piedmont were asked to complete a self-reported closed-ended questionnaire anonymously. Participants were divided in two groups according to territorial origin: in group 1 OTs working in the province of Turin, in group 2 those working in the rest of Piedmont. The data were analyzed by first considering the responses of the entire sample, then those OTs who delegate patients, those OTs who delegate patients and do not consider the hours sufficient, and finally those who do not consider the hours sufficient and do not delegate. Results: total responses are 67; 31 are from OTs placed in group 1 and 36 in group 2. Most of the Piedmont OTs work on permanent contracts, in one-person services, with a high number of hours per week. 34.3% consider the hours to be insufficient to best follow the patients in their care, and 34.4% have delegated or tried to delegate to other colleagues and/or services. OTs who delegate and consider the hours insufficient are 19.4% of the total; 61.5% of these would need more than 20 hours to best follow up on patients. Discussion: occupational therapists in Piedmont face a high workload. The excessive load and consequent delegation find different motivations within the two groups. In addition, the number of OTs in public facilities should be increased. The lack of a graduate course in Piedmont could be filled by the University of Turin. Conclusions: the study achieved its objective. The number of OTs should be increased to meet the rehabilitation need in the territory. Keywords: occupational therapist, workload, need, questionnaire.
Introduzione: Il numero medio di Terapisti Occupazionali (TO) in Italia è di 3,8 ogni 100000 abitanti, un dato inferiore a molti Paesi europei. In Piemonte, la media è leggermente inferiore a quella nazionale (3,7). In letteratura vi sono diversi studi che indagano lo stress lavoro-correlato ed il burnout lavorativo degli operatori sanitari ma nessuno che esamini il carico di lavoro in termini quantitativi. Per il prossimo anno accademico non sarà attivo un corso di Laurea in Terapia Occupazionale sul territorio, seppure la Conferenza Stato-Regioni abbia indicato un fabbisogno di 20 TO per il prossimo anno accademico. Obiettivo: indagare il carico di lavoro a livello quantitativo tramite un questionario autoriferito, sottoposto ai TO che lavorano in Piemonte, per valutare se la presenza nei servizi sanitari pubblici, privati e libero-professionali sia sufficiente per seguire al meglio i pazienti in carico e per comprendere se il bisogno sia superiore rispetto all’offerta attuale. Tipo di studio: osservazionale, trasversale sulla popolazione di TO occupati in Piemonte. Materiali e metodi: I TO che lavorano in Piemonte sono stati invitati a compilare un questionario auto-riferito a risposte chiuse in forma anonima. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi in base alla provenienza territoriale: nel gruppo 1 i TO che lavorano in provincia di Torino, nel gruppo 2 coloro che lavorano nel restante territorio piemontese. I dati sono stati analizzati prendendo in considerazione dapprima le risposte di tutto il campione, successivamente dei TO che delegano i pazienti, dei TO che delegano i pazienti e non ritengono le ore sufficienti, ed infine quelle di chi non ritiene sufficienti le ore e non delega. Risultati: le risposte totali sono 67; 31 provengono da TO inseriti nel gruppo 1 e 36 nel gruppo 2. La maggior parte dei TO piemontesi lavora con contratti a tempo indeterminato, in servizi composti da una sola persona, con un alto numero di ore a settimana. Il 34,3% ritiene le ore non sufficienti per seguire al meglio i pazienti in carico ed il 34,4% ha delegato o cercato di delegare ad altri colleghi e/o servizi. I TO che delegano e ritengono le ore non sufficienti sono il 19,4% del totale; il 61,5% di questi necessiterebbe di più di 20 ore per seguire al meglio i pazienti. Discussione: i Terapisti Occupazionali piemontesi fronteggiano un’elevata domanda di lavoro. L’eccessivo carico e la conseguente delega trova delle diverse motivazioni all’interno dei due gruppi. Inoltre andrebbe aumentato il numero di TO nelle strutture pubbliche. La mancanza di un corso di Laurea in Piemonte potrebbe essere colmata dall’Università di Torino. Conclusione: lo studio ha raggiunto l’obiettivo. Il numero di TO andrebbe accresciuto per rispondere al bisogno riabilitativo sul territorio. Parole chiave: Terapista Occupazionale, carico di lavoro, fabbisogno, questionario.
Valutazione del carico di lavoro dei Terapisti Occupazionali piemontesi: uno studio trasversale
ZUCCHELLI, NICOLO'
2022/2023
Abstract
Introduzione: Il numero medio di Terapisti Occupazionali (TO) in Italia è di 3,8 ogni 100000 abitanti, un dato inferiore a molti Paesi europei. In Piemonte, la media è leggermente inferiore a quella nazionale (3,7). In letteratura vi sono diversi studi che indagano lo stress lavoro-correlato ed il burnout lavorativo degli operatori sanitari ma nessuno che esamini il carico di lavoro in termini quantitativi. Per il prossimo anno accademico non sarà attivo un corso di Laurea in Terapia Occupazionale sul territorio, seppure la Conferenza Stato-Regioni abbia indicato un fabbisogno di 20 TO per il prossimo anno accademico. Obiettivo: indagare il carico di lavoro a livello quantitativo tramite un questionario autoriferito, sottoposto ai TO che lavorano in Piemonte, per valutare se la presenza nei servizi sanitari pubblici, privati e libero-professionali sia sufficiente per seguire al meglio i pazienti in carico e per comprendere se il bisogno sia superiore rispetto all’offerta attuale. Tipo di studio: osservazionale, trasversale sulla popolazione di TO occupati in Piemonte. Materiali e metodi: I TO che lavorano in Piemonte sono stati invitati a compilare un questionario auto-riferito a risposte chiuse in forma anonima. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi in base alla provenienza territoriale: nel gruppo 1 i TO che lavorano in provincia di Torino, nel gruppo 2 coloro che lavorano nel restante territorio piemontese. I dati sono stati analizzati prendendo in considerazione dapprima le risposte di tutto il campione, successivamente dei TO che delegano i pazienti, dei TO che delegano i pazienti e non ritengono le ore sufficienti, ed infine quelle di chi non ritiene sufficienti le ore e non delega. Risultati: le risposte totali sono 67; 31 provengono da TO inseriti nel gruppo 1 e 36 nel gruppo 2. La maggior parte dei TO piemontesi lavora con contratti a tempo indeterminato, in servizi composti da una sola persona, con un alto numero di ore a settimana. Il 34,3% ritiene le ore non sufficienti per seguire al meglio i pazienti in carico ed il 34,4% ha delegato o cercato di delegare ad altri colleghi e/o servizi. I TO che delegano e ritengono le ore non sufficienti sono il 19,4% del totale; il 61,5% di questi necessiterebbe di più di 20 ore per seguire al meglio i pazienti. Discussione: i Terapisti Occupazionali piemontesi fronteggiano un’elevata domanda di lavoro. L’eccessivo carico e la conseguente delega trova delle diverse motivazioni all’interno dei due gruppi. Inoltre andrebbe aumentato il numero di TO nelle strutture pubbliche. La mancanza di un corso di Laurea in Piemonte potrebbe essere colmata dall’Università di Torino. Conclusione: lo studio ha raggiunto l’obiettivo. Il numero di TO andrebbe accresciuto per rispondere al bisogno riabilitativo sul territorio. Parole chiave: Terapista Occupazionale, carico di lavoro, fabbisogno, questionario.File | Dimensione | Formato | |
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