Obiettivo della mia tesi è studiare due differenti modi con cui è stato declinato il rapporto tra critica e emancipazione.Punto di partenza è il pensiero di Marx e il suo tentativo di definire una nuova forma di critica,la critica dell'ideologia incentra su due concetti chiave.Il rapporto tra sensibile e intelligibile e la dinamicità del concetto hegeliano di attività (autoproduzione dell'uomo attraverso il lavoro).Per superare le difficoltà di fondare la critica su un concetto "statico" di natura umana,Marx tenterà la strada di un fondamento "dinamico".Alcuni autori si sono concentrati sul fondamento che lega le due dimensioni;tra questi (tema del fondamento) due casi radicalmente opposti:Mannheim preoccupato dal problema del relativismo e Horkheimer concentrato su quello del dominio.L'autore che ha spinto al massimo le possibilità di una fondazione antropologica-gnoseologica della critica è Habermas,la sua discussione con Gadamer sullo statuto dell'ermeneutica è assunta come paradigmatica delle difficoltà di quel progetto.L'altro gruppo di autori (tema della possibilità dell'evento storico) ha tentato di svincolare la dialettica della dimensione sovrastrutturale da quella economica.Anziché cercare di coordinare le due dimensioni attraverso un principio fondamentale,essi hanno tentato di studiarne l'interazione.Questi autori non si concentrano sulla critica dell'ideologia quanto sul concetto marxiano di processo storico.Il primo degli autori di questo campo è Gramsci,poiché egli studiando l'egemonia,l'ha distinta dal dominio,riconoscendole così un ruolo proprio per l'affermazione di un regime politico.Althusser riprese quelle concezioni in "Ideologia",già in precedenza aveva teorizzato il problema nell'appendice di "Contraddizione e surdeterminazione" parlando dell'approccio della possibilità dell'evento storico in opposizione a quello del fondamento.In linea di continuità con questi due autori si pone Hirschman.Nei suoi studi teorizza l'approccio possibilista come strada per sfuggire a ideologie,fracasos,forme di policy-making ed aprirsi a cogliere le hidden rationalities.A partire dalla sua revisione critica del marxismo,il ¿micromarxismo¿,egli si occupa del rapporto tra economia e politica,tentando di superare il determinismo dell'approccio ¿epocale¿ per individuare spazi di libertà e occasioni di scelta.Di fronte ai fallimenti e alla scarsa perfettibilità del genere umano H. tenta di orientare le scienze sociali verso la perdita e non l'affermazione di certezze,così da garantire l'inalienabile¿diritto ad un futuro non progettato¿.Tali spunti sono ripresi da Boltanski che,in ¿De la critique¿,elabora un progetto di emancipazione analogo incentrato sul concetto di contraddizione ermeneutica.B. e H. indicano,secondo me,alcune linee interessanti per l'emancipazione umana nella società contemporanea dominata dal fatalismo e dalla delusione e frustrazione ciclica.In conclusione tento,di rilevare,da un lato una peculiarità che unisce H.,Habermas e B.,dall'altro una costante di tutto il dibattito.I primi hanno concepito la critica come un'impresa che,in quanto umana,manca sempre di cogliere ¿qualcosa¿;essa è cioè sempre parziale.Dall'altro rilevo la ciclicità con la quale l'immaginazione è stata assunta come fonte della critica.Con H. e B.,la parabola è di nuovo discendente,l'immaginazione è criticata,non è una fonte critica,occorre trovare un ancoraggio nella realtà
Dalla critica dell'ideologia alla contraddizione ermeneutica
DAMETTO, DIEGO
2009/2010
Abstract
Obiettivo della mia tesi è studiare due differenti modi con cui è stato declinato il rapporto tra critica e emancipazione.Punto di partenza è il pensiero di Marx e il suo tentativo di definire una nuova forma di critica,la critica dell'ideologia incentra su due concetti chiave.Il rapporto tra sensibile e intelligibile e la dinamicità del concetto hegeliano di attività (autoproduzione dell'uomo attraverso il lavoro).Per superare le difficoltà di fondare la critica su un concetto "statico" di natura umana,Marx tenterà la strada di un fondamento "dinamico".Alcuni autori si sono concentrati sul fondamento che lega le due dimensioni;tra questi (tema del fondamento) due casi radicalmente opposti:Mannheim preoccupato dal problema del relativismo e Horkheimer concentrato su quello del dominio.L'autore che ha spinto al massimo le possibilità di una fondazione antropologica-gnoseologica della critica è Habermas,la sua discussione con Gadamer sullo statuto dell'ermeneutica è assunta come paradigmatica delle difficoltà di quel progetto.L'altro gruppo di autori (tema della possibilità dell'evento storico) ha tentato di svincolare la dialettica della dimensione sovrastrutturale da quella economica.Anziché cercare di coordinare le due dimensioni attraverso un principio fondamentale,essi hanno tentato di studiarne l'interazione.Questi autori non si concentrano sulla critica dell'ideologia quanto sul concetto marxiano di processo storico.Il primo degli autori di questo campo è Gramsci,poiché egli studiando l'egemonia,l'ha distinta dal dominio,riconoscendole così un ruolo proprio per l'affermazione di un regime politico.Althusser riprese quelle concezioni in "Ideologia",già in precedenza aveva teorizzato il problema nell'appendice di "Contraddizione e surdeterminazione" parlando dell'approccio della possibilità dell'evento storico in opposizione a quello del fondamento.In linea di continuità con questi due autori si pone Hirschman.Nei suoi studi teorizza l'approccio possibilista come strada per sfuggire a ideologie,fracasos,forme di policy-making ed aprirsi a cogliere le hidden rationalities.A partire dalla sua revisione critica del marxismo,il ¿micromarxismo¿,egli si occupa del rapporto tra economia e politica,tentando di superare il determinismo dell'approccio ¿epocale¿ per individuare spazi di libertà e occasioni di scelta.Di fronte ai fallimenti e alla scarsa perfettibilità del genere umano H. tenta di orientare le scienze sociali verso la perdita e non l'affermazione di certezze,così da garantire l'inalienabile¿diritto ad un futuro non progettato¿.Tali spunti sono ripresi da Boltanski che,in ¿De la critique¿,elabora un progetto di emancipazione analogo incentrato sul concetto di contraddizione ermeneutica.B. e H. indicano,secondo me,alcune linee interessanti per l'emancipazione umana nella società contemporanea dominata dal fatalismo e dalla delusione e frustrazione ciclica.In conclusione tento,di rilevare,da un lato una peculiarità che unisce H.,Habermas e B.,dall'altro una costante di tutto il dibattito.I primi hanno concepito la critica come un'impresa che,in quanto umana,manca sempre di cogliere ¿qualcosa¿;essa è cioè sempre parziale.Dall'altro rilevo la ciclicità con la quale l'immaginazione è stata assunta come fonte della critica.Con H. e B.,la parabola è di nuovo discendente,l'immaginazione è criticata,non è una fonte critica,occorre trovare un ancoraggio nella realtàFile | Dimensione | Formato | |
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