Major purpose of this study is to offer a critical interpretation of the exhibition Gothic and Renaissance in Piedmont (Turin, September 1938 - July 1939), organised by Vittorio Viale, director of Musei Civici of Turin, with Augusto Cavallari-Murat and Carlo Lovera. The exhibition had to demonstrate existence and importance of Piedmontese art during gothic and renaissance period: circa six hundred works, paintings and decorative arts, were collected from Piedmont and Aosta Valley; thirty-six rooms were arranged in Palazzo Carignano; a vaste photographic campaign was organised. An exhibition is always a critical interpretation that reflects the cultural moment and the curator's experiences, so I've tried to understand who Viale was, what he studied and what he did. In 1914 he took a degree in History of Greek and Roman Art and Archeology at the University of Rome and then he specialized at Italian Archeological School of Athen. In 1928 he became director of ¿Camillo Leone¿ Museum of Vercelli, in 1930 of Musei Civici of Turin and in 1932 of ¿Antonio Borgogna¿ Museum of Vercelli. The Musei Civici of Turin lived with Viale a long and happy period of development and strengthening; the Art Library and Photographic Archives were also created. To understand really what Gothic and Renaissance was, I've tried to reconstruct which was the level of the studies before the exhibition, so I've analized the survey of artistic literature through Adolfo Venturi, who stimulated new researches in Italy, and Bernard Berenson, who is a strong example connoisseur. I've analized the local studies through Lorenzo Rovere, who contested Berenson's opinion about Piedmontese art, and through the professors of Art History of Turin Univesity. To realize the connections between the works exhibited I've studied the introductory rooms ¿ I've searched cultural presuppositions of them ¿ and period rooms ¿ I've compared them with contemporary museographic discuss. The painting is the most important subject: it must show the artistic evolution of Piedmont from the beginnig of 15th century to the beginnig 17th century. It's a very wide period, so I've select three paths of research: the relation between Martino Spanzotti, Defendente Ferrari and Gerolamo Giovenone; the compare between Gandolfino da Roreto and Macrino d'Alba; the artistic setting created by Gaudenzio Ferrari and the others painters from Vercelli are examples to estimate the quality of the research and the developments of the historical discipline. The study ends with a sort of press clipping that reconstructs the effects of the exhibition on the audience and on the critics. I've tried to contextualize Gothic and Renaissance connecting it to historical period. Studing in detail the characteristics of the exhibition highlights different aspects of Italian culture of the biginning of 20th century. The exhibition was a fundamental event for the Piedmontese art history because it gave new impulses to the research, but it was also an important opportunity to resume the most important subjects of the international culture before the Second World War.

La mia ricerca intende proporre una lettura critica della mostra Gotico e Rinascimento in Piemonte, tenutasi a Torino tra il settembre del 1938 e il giugno del 1939. L'esposizione, ordinata da Vittorio Viale, direttore dei Musei Civici torinesi, con la collaborazione di Augusto Cavallari-Murat e di Carlo Lovera, doveva provare l'esistenza e l'importanza dell'arte piemontese durante l'età gotica e rinascimentale. Vennero perciò esposte circa seicento opere tra dipinti e oggetti d'arte minore provenienti da Piemonte e Valle d'Aosta; si allestirono a Palazzo Carignano trentadue sale, delle quali dieci ambientate; si organizzò una campagna fotografica imponente che portò alla realizzazione di più di ottocento scatti. Una mostra è un atto critico che riflette la condizione culturale del momento e filtra le esperienze di chi la cura. È stato quindi necessario capire chi fosse Viale indagandone la formazione intellettuale e professionale. Laureatosi a Roma in Storia dell'Arte e Archeologia Greca e Romana e specializzatosi presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, nel 1928 fu chiamato a dirigere il Museo Leone di Vercelli, nel 1930 i Musei Civici di Torino e nel 1932 il Museo Borgogna di Vercelli. I Musei torinesi vissero con Viale una lunga e fortunata stagione di sviluppo e consolidamento; grande impegno venne inoltre profuso per la creazione della Biblioteca d'Arte e dell'Archivio Fotografico. Per comprendere nel concreto che cosa fu Gotico e Rinascimento, ho cercato di inquadrare la situazione di critica a cui intendeva controbattere. Il panorama degli studi prima della mostra è stato delineato attraverso Adolfo Venturi, che diede un nuovo impulso alle ricerche, e Bernard Berenson, che costituisce un forte modello di conoscitore. La dimensione locale è rievocata da Lorenzo Rovere, impegnato a contestare la visione di Berenson, e dai professori di Storia dell'Arte dell'Università di Torino. Per capire invece il legame di pensiero che teneva insieme gli oggetti ho studiato le sale introduttive, evidenziandone i presupposti intellettuali, e quelle ambientate, mettendole in rapporto con il coevo dibattito museografico. La pittura è il filone principale: i dipinti illustrano l'evoluzione artistica del Piemonte dall'inizio del Quattrocento al primo Seicento. Data la vastità dell'argomento, ho individuato tre percorsi di studio: il rapporto tra Martino Spanzotti, Defendente Ferrari e Gerolamo Giovenone; il confronto tra Gandolfino da Roreto e Macrino d'Alba; l'ambiente artistico stimolato da Gaudenzio Ferrari e i vercellesi sono casi esemplari scelti per misurare la qualità delle ricerche e sondare gli sviluppi della disciplina storico artistica. L'itinerario si chiude con la fortuna critica proponendo una rassegna stampa che permette di ricostruire l'impatto della mostra sul pubblico e sulla critica. Questo studio mi ha permesso di contestualizzare Gotico e Rinascimento in Piemonte agganciandola al periodo storico. Cercare di capirne i moventi mi ha permesso di approfondire molti aspetti della cultura italiana del primo Novecento. La mostra ha ricoperto un ruolo importantissimo per la storia dell'arte piemontese soprattutto per il suo carattere sperimentale. Dal punto di vista della storia della cultura penso sia stata una proficua occasione di sintesi delle tematiche più rilevanti del dibattito italiano e internazionale prima della guerra che segnerà anche la fine di un certo modo di fare cultura.

La Mostra del Gotico e Rinascimento in Piemonte. Proposte di lettura critica

BOCASSO, MARIA FRANCESCA
2009/2010

Abstract

La mia ricerca intende proporre una lettura critica della mostra Gotico e Rinascimento in Piemonte, tenutasi a Torino tra il settembre del 1938 e il giugno del 1939. L'esposizione, ordinata da Vittorio Viale, direttore dei Musei Civici torinesi, con la collaborazione di Augusto Cavallari-Murat e di Carlo Lovera, doveva provare l'esistenza e l'importanza dell'arte piemontese durante l'età gotica e rinascimentale. Vennero perciò esposte circa seicento opere tra dipinti e oggetti d'arte minore provenienti da Piemonte e Valle d'Aosta; si allestirono a Palazzo Carignano trentadue sale, delle quali dieci ambientate; si organizzò una campagna fotografica imponente che portò alla realizzazione di più di ottocento scatti. Una mostra è un atto critico che riflette la condizione culturale del momento e filtra le esperienze di chi la cura. È stato quindi necessario capire chi fosse Viale indagandone la formazione intellettuale e professionale. Laureatosi a Roma in Storia dell'Arte e Archeologia Greca e Romana e specializzatosi presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, nel 1928 fu chiamato a dirigere il Museo Leone di Vercelli, nel 1930 i Musei Civici di Torino e nel 1932 il Museo Borgogna di Vercelli. I Musei torinesi vissero con Viale una lunga e fortunata stagione di sviluppo e consolidamento; grande impegno venne inoltre profuso per la creazione della Biblioteca d'Arte e dell'Archivio Fotografico. Per comprendere nel concreto che cosa fu Gotico e Rinascimento, ho cercato di inquadrare la situazione di critica a cui intendeva controbattere. Il panorama degli studi prima della mostra è stato delineato attraverso Adolfo Venturi, che diede un nuovo impulso alle ricerche, e Bernard Berenson, che costituisce un forte modello di conoscitore. La dimensione locale è rievocata da Lorenzo Rovere, impegnato a contestare la visione di Berenson, e dai professori di Storia dell'Arte dell'Università di Torino. Per capire invece il legame di pensiero che teneva insieme gli oggetti ho studiato le sale introduttive, evidenziandone i presupposti intellettuali, e quelle ambientate, mettendole in rapporto con il coevo dibattito museografico. La pittura è il filone principale: i dipinti illustrano l'evoluzione artistica del Piemonte dall'inizio del Quattrocento al primo Seicento. Data la vastità dell'argomento, ho individuato tre percorsi di studio: il rapporto tra Martino Spanzotti, Defendente Ferrari e Gerolamo Giovenone; il confronto tra Gandolfino da Roreto e Macrino d'Alba; l'ambiente artistico stimolato da Gaudenzio Ferrari e i vercellesi sono casi esemplari scelti per misurare la qualità delle ricerche e sondare gli sviluppi della disciplina storico artistica. L'itinerario si chiude con la fortuna critica proponendo una rassegna stampa che permette di ricostruire l'impatto della mostra sul pubblico e sulla critica. Questo studio mi ha permesso di contestualizzare Gotico e Rinascimento in Piemonte agganciandola al periodo storico. Cercare di capirne i moventi mi ha permesso di approfondire molti aspetti della cultura italiana del primo Novecento. La mostra ha ricoperto un ruolo importantissimo per la storia dell'arte piemontese soprattutto per il suo carattere sperimentale. Dal punto di vista della storia della cultura penso sia stata una proficua occasione di sintesi delle tematiche più rilevanti del dibattito italiano e internazionale prima della guerra che segnerà anche la fine di un certo modo di fare cultura.
ITA
Major purpose of this study is to offer a critical interpretation of the exhibition Gothic and Renaissance in Piedmont (Turin, September 1938 - July 1939), organised by Vittorio Viale, director of Musei Civici of Turin, with Augusto Cavallari-Murat and Carlo Lovera. The exhibition had to demonstrate existence and importance of Piedmontese art during gothic and renaissance period: circa six hundred works, paintings and decorative arts, were collected from Piedmont and Aosta Valley; thirty-six rooms were arranged in Palazzo Carignano; a vaste photographic campaign was organised. An exhibition is always a critical interpretation that reflects the cultural moment and the curator's experiences, so I've tried to understand who Viale was, what he studied and what he did. In 1914 he took a degree in History of Greek and Roman Art and Archeology at the University of Rome and then he specialized at Italian Archeological School of Athen. In 1928 he became director of ¿Camillo Leone¿ Museum of Vercelli, in 1930 of Musei Civici of Turin and in 1932 of ¿Antonio Borgogna¿ Museum of Vercelli. The Musei Civici of Turin lived with Viale a long and happy period of development and strengthening; the Art Library and Photographic Archives were also created. To understand really what Gothic and Renaissance was, I've tried to reconstruct which was the level of the studies before the exhibition, so I've analized the survey of artistic literature through Adolfo Venturi, who stimulated new researches in Italy, and Bernard Berenson, who is a strong example connoisseur. I've analized the local studies through Lorenzo Rovere, who contested Berenson's opinion about Piedmontese art, and through the professors of Art History of Turin Univesity. To realize the connections between the works exhibited I've studied the introductory rooms ¿ I've searched cultural presuppositions of them ¿ and period rooms ¿ I've compared them with contemporary museographic discuss. The painting is the most important subject: it must show the artistic evolution of Piedmont from the beginnig of 15th century to the beginnig 17th century. It's a very wide period, so I've select three paths of research: the relation between Martino Spanzotti, Defendente Ferrari and Gerolamo Giovenone; the compare between Gandolfino da Roreto and Macrino d'Alba; the artistic setting created by Gaudenzio Ferrari and the others painters from Vercelli are examples to estimate the quality of the research and the developments of the historical discipline. The study ends with a sort of press clipping that reconstructs the effects of the exhibition on the audience and on the critics. I've tried to contextualize Gothic and Renaissance connecting it to historical period. Studing in detail the characteristics of the exhibition highlights different aspects of Italian culture of the biginning of 20th century. The exhibition was a fundamental event for the Piedmontese art history because it gave new impulses to the research, but it was also an important opportunity to resume the most important subjects of the international culture before the Second World War.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/74025