La tesi è incentrata sul delitto di atti persecutori, disciplinato nel nostro ordinamento dall'art. 612 bis c.p., ed è composta da quattro capitoli. Il primo si concentra sulla storia di questo fenomeno e sull'analisi delle prime normative anti-stalking adottate negli Stati Uniti negli anni '90. Dopo una veloce analisi di come tale delitto sia stato successivamente sanzionato in alcuni Paesi europei, viene posta l'attenzione sul percorso legislativo attuato in Italia al fine di introdurre una normativa anti-stalking anche nel nostro ordinamento. Si analizzano quindi il d.l. 23 febbraio 2009, n. 11, che ha introdotto il nuovo reato di atti persecutori, e il d.l. 14 agosto 2013, n. 93 (con le relative modiche apportate dalla l. di conv. 15 ottobre 2013, n. 119). Passando al secondo capitolo, questo, insieme al terzo, aiuta a comprendere il motivo per cui il titolo della tesi sia ¿Il delitto di atti persecutori. Problemi¿: vengono infatti presi in esame alcuni aspetti problematici sorti in seguito all'applicazione concreta del reato in esame e il punto principale su cui si concentra questo elaborato è proprio quello di esaminare quali dubbi interpretativi dottrina e giurisprudenza abbiano risolto e quali invece siano ancora oggi soggetti a più interpretazioni. Più dettagliatamente, il secondo capitolo, incentrato sulla natura e struttura del reato di atti persecutori, parte dalla trattazione del bene giuridico tutelato e della clausola di sussidiarietà prevista dalla norma, per poi arrivare all'analisi degli elementi essenziali della fattispecie e quindi le condotte materiali (e qui vi è un confronto tra l'art. 612 bis c.p. e i due reati previsti dagli artt. 612 c.p. e 660 c.p.) e i tre eventi finali. In relazione a quest'ultimo aspetto, si vedranno quali soluzioni siano state adottate in relazione ai seguenti dubbi: se il delitto di atti persecutori sia reato di danno o fattispecie di pericolo concreto e se si tratti di una fattispecie a forma libera o vincolata. Per quanto riguarda invece il terzo capitolo, qui viene posta l'attenzione sulle principali forme di tutela previste per la vittima di stalking: dall'arresto obbligatorio in flagranza di reato alle misure cautelari, in particolare la nuova misura introdotta all'art.282 ter, fino ad arrivare allo strumento dell'ammonimento. Infine, il quarto capitolo conclude l'elaborato con l'esposizione dell'indagine condotta dalla Direzione Generale di Statistica del Ministero della Giustizia, integrata dai dati attuali elaborati da A.TOR.A.S. (Associazione Torinese Anti Stalking) sulla base dei casi presi in esame negli ultimi anni, in modo tale da avere un quadro completo e odierno.

Il delitto di atti persecutori. Problemi

MOLITERNI, DESIRÈE
2014/2015

Abstract

La tesi è incentrata sul delitto di atti persecutori, disciplinato nel nostro ordinamento dall'art. 612 bis c.p., ed è composta da quattro capitoli. Il primo si concentra sulla storia di questo fenomeno e sull'analisi delle prime normative anti-stalking adottate negli Stati Uniti negli anni '90. Dopo una veloce analisi di come tale delitto sia stato successivamente sanzionato in alcuni Paesi europei, viene posta l'attenzione sul percorso legislativo attuato in Italia al fine di introdurre una normativa anti-stalking anche nel nostro ordinamento. Si analizzano quindi il d.l. 23 febbraio 2009, n. 11, che ha introdotto il nuovo reato di atti persecutori, e il d.l. 14 agosto 2013, n. 93 (con le relative modiche apportate dalla l. di conv. 15 ottobre 2013, n. 119). Passando al secondo capitolo, questo, insieme al terzo, aiuta a comprendere il motivo per cui il titolo della tesi sia ¿Il delitto di atti persecutori. Problemi¿: vengono infatti presi in esame alcuni aspetti problematici sorti in seguito all'applicazione concreta del reato in esame e il punto principale su cui si concentra questo elaborato è proprio quello di esaminare quali dubbi interpretativi dottrina e giurisprudenza abbiano risolto e quali invece siano ancora oggi soggetti a più interpretazioni. Più dettagliatamente, il secondo capitolo, incentrato sulla natura e struttura del reato di atti persecutori, parte dalla trattazione del bene giuridico tutelato e della clausola di sussidiarietà prevista dalla norma, per poi arrivare all'analisi degli elementi essenziali della fattispecie e quindi le condotte materiali (e qui vi è un confronto tra l'art. 612 bis c.p. e i due reati previsti dagli artt. 612 c.p. e 660 c.p.) e i tre eventi finali. In relazione a quest'ultimo aspetto, si vedranno quali soluzioni siano state adottate in relazione ai seguenti dubbi: se il delitto di atti persecutori sia reato di danno o fattispecie di pericolo concreto e se si tratti di una fattispecie a forma libera o vincolata. Per quanto riguarda invece il terzo capitolo, qui viene posta l'attenzione sulle principali forme di tutela previste per la vittima di stalking: dall'arresto obbligatorio in flagranza di reato alle misure cautelari, in particolare la nuova misura introdotta all'art.282 ter, fino ad arrivare allo strumento dell'ammonimento. Infine, il quarto capitolo conclude l'elaborato con l'esposizione dell'indagine condotta dalla Direzione Generale di Statistica del Ministero della Giustizia, integrata dai dati attuali elaborati da A.TOR.A.S. (Associazione Torinese Anti Stalking) sulla base dei casi presi in esame negli ultimi anni, in modo tale da avere un quadro completo e odierno.
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