La tesi si propone l'obiettivo di dimostrare l'infondatezza dei presupposti teorici sulla base dei quali autorevole dottrina e cospicua giurisprudenza hanno formulato l'ipotesi di assimilare all'attività imprenditoriale di una holding il comportamento del socio di controllo di più società che, approfittando del beneficio della responsabilità limitata e dei poteri corporativi derivanti dalle proprie ingenti partecipazioni, abbia strumentalizzato ed asservito alla propria o altrui volontà la struttura organizzativa delle società medesime, eventualmente provocandone il dissesto ovvero arrecando pregiudizio alle ragioni dei creditori e degli azionisti di minoranza. Si è presa in primo luogo in esame l'annosa problematica circa la qualità imprenditoriale della holding. Constatando inoltre una certa qual fuorviante propensione a confondere le figure della società holding e della società finanziaria, si sono dedicati pochi ma debiti cenni alla distinzione che fra queste è possibile operare. Si è poi affrontata in chiave critica la questione circa i criteri sulla base dei quali si è preteso di attribuire all'azionista di maggioranza di una o più società il titolo di imprenditore. In secondo luogo, ci si è soffermati sulle principali soluzioni elaborate nel corso del tempo in risposta al fenomeno dell'abuso della personalità giuridica ¿ ossia su quelle tecniche volte, come è stato affermato dai loro fautori, a superare in un'ottica sanzionatoria la regola della responsabilità limitata o comunque a colpire chi, celandosi dietro lo schermo della personalità giuridica, abbia utilizzato la società ¿come cosa propria¿ ¿ con l'obiettivo di metterne in luce i limiti operativi. Posti di fronte alla necessità di individuare un rimedio a tutela dei terzi, l'unica alternativa praticabile sembra essere rappresentata dal ricorso all'istituto della responsabilità risarcitoria, e più in particolare alla teoria dell'amministrazione di fatto. Si è contemplata quindi da un lato la possibilità di estendere l'applicazione dei principi ricavabili da siffatta teoria a chiunque abbia posto in essere una condotta qualificabile come abuso del potere di governo di un gruppo di società o abbia preso parte anche in maniera episodica a tale condotta; dall'altro, si è proceduto ad analizzare le ragioni per cui la vigente disciplina in materia di direzione e coordinamento di società e l'introduzione nel nostro ordinamento dell'istituto della società per azioni unipersonale ¿ la quale non ha però del tutto vanificato l'utilità delle norme riguardanti la responsabilità illimitata del socio unico ¿ abbiano definitivamente eliminato qualunque appiglio normativo ¿ se mai ve ne sono stati ¿ utile a sostenere la tecnica della c.d. ¿holding persona fisica¿ o ¿holding individuale¿.
La holding persona fisica
MORINO, EDOARDO
2009/2010
Abstract
La tesi si propone l'obiettivo di dimostrare l'infondatezza dei presupposti teorici sulla base dei quali autorevole dottrina e cospicua giurisprudenza hanno formulato l'ipotesi di assimilare all'attività imprenditoriale di una holding il comportamento del socio di controllo di più società che, approfittando del beneficio della responsabilità limitata e dei poteri corporativi derivanti dalle proprie ingenti partecipazioni, abbia strumentalizzato ed asservito alla propria o altrui volontà la struttura organizzativa delle società medesime, eventualmente provocandone il dissesto ovvero arrecando pregiudizio alle ragioni dei creditori e degli azionisti di minoranza. Si è presa in primo luogo in esame l'annosa problematica circa la qualità imprenditoriale della holding. Constatando inoltre una certa qual fuorviante propensione a confondere le figure della società holding e della società finanziaria, si sono dedicati pochi ma debiti cenni alla distinzione che fra queste è possibile operare. Si è poi affrontata in chiave critica la questione circa i criteri sulla base dei quali si è preteso di attribuire all'azionista di maggioranza di una o più società il titolo di imprenditore. In secondo luogo, ci si è soffermati sulle principali soluzioni elaborate nel corso del tempo in risposta al fenomeno dell'abuso della personalità giuridica ¿ ossia su quelle tecniche volte, come è stato affermato dai loro fautori, a superare in un'ottica sanzionatoria la regola della responsabilità limitata o comunque a colpire chi, celandosi dietro lo schermo della personalità giuridica, abbia utilizzato la società ¿come cosa propria¿ ¿ con l'obiettivo di metterne in luce i limiti operativi. Posti di fronte alla necessità di individuare un rimedio a tutela dei terzi, l'unica alternativa praticabile sembra essere rappresentata dal ricorso all'istituto della responsabilità risarcitoria, e più in particolare alla teoria dell'amministrazione di fatto. Si è contemplata quindi da un lato la possibilità di estendere l'applicazione dei principi ricavabili da siffatta teoria a chiunque abbia posto in essere una condotta qualificabile come abuso del potere di governo di un gruppo di società o abbia preso parte anche in maniera episodica a tale condotta; dall'altro, si è proceduto ad analizzare le ragioni per cui la vigente disciplina in materia di direzione e coordinamento di società e l'introduzione nel nostro ordinamento dell'istituto della società per azioni unipersonale ¿ la quale non ha però del tutto vanificato l'utilità delle norme riguardanti la responsabilità illimitata del socio unico ¿ abbiano definitivamente eliminato qualunque appiglio normativo ¿ se mai ve ne sono stati ¿ utile a sostenere la tecnica della c.d. ¿holding persona fisica¿ o ¿holding individuale¿.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
253275_laholdingpersonafisica.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.48 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.48 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/73822