Il tema dell'identità individuale dell'embrione umano rappresenta una tra le questioni più discusse degli ultimi decenni non solo dagli specialisti della materia ma anche da parte dell'opinione pubblica che, forse istintivamente, percepisce che proprio in esso riposano le origini della vita così come soprattutto le scommesse sul suo futuro. E' divenuto così fondamentale individuare in cosa consista l'inizio del ciclo vitale di ogni singolo uomo e cosa trasformi quell'unica cellula in un nuovo essere, unico e irripetibile; questo anche al fine di individuare quale debba essere il giusto livello di tutela da riconoscergli. Certo la scelta procreativa non può configurarsi come un diritto assoluto, poiché richiede inevitabilmente un confronto ed il rispetto di tutti coloro che vi si trovano coinvolti e dei quali diventa assolutamente necessario bilanciare gli interessi. L'attenzione particolare che l'ordinamento giuridico avrebbe deciso di riservare ai minori, rappresenta il frutto di una evoluzione lenta ma significativa della coscienza individuale e collettiva; decidendo infatti di non consegnare certi valori alla retorica dei buoni sentimenti o ad iniziative di facciata si è riusciti a dar loro la corposa consistenza della tutela giuridica e di farlo anche su scala internazionale. Della stessa identica tutela sembrerebbe aver bisogno, a maggior ragione, anche il concepito, la cui situazione di estrema fragilità renderebbe del tutto indifeso da eventuali aggressioni alla propria incolumità. Indubbiamente un grande ruolo in tutto questo oltre a dover essere riconosciuto, come già detto, ad un profondo cambiamento si dovrebbe attribuire soprattutto ai grandi progressi scientifici che hanno permesso di realizzare ipotesi prima inimmaginabili. Così lo stesso atto procreativo si sarebbe trasformato da atto fisiologico, perfettamente naturale in una sofisticata e spesso discutibile tecnica di laboratorio, di cui lo stesso embrione rappresenta il prodotto e, in quanto tale, spesso l'oggetto di vere e proprie speculazioni. Per questa ragione ho deciso di dedicare questo mio elaborato all'analisi della figura del concepito, analizzandone l'evoluzione storica, la conseguente evoluzione giuridica e la relativa tutela che l'ordinamento ha voluto riconoscergli, in ogni singola fase del suo sviluppo biologico. Accanto al diritto alla vita, identificabile con quello di nascere o ancor prima di esistere, ne sono stati pertanto individuati altri nuovi come quello di non nascere o meglio di non nascere se non sano, quasi come se questo potesse rappresentare una rivendicazione propria, quasi un rifiuto di se stesso qualora imperfetto, tanto da individuare un diritto ad essere risarcito per il danno che tale imperfezione rappresenta, anche da parte della madre stessa. Individuare e definire esattamente i contorni della tutela da riconoscersi al concepito dunque sembrerebbe essere di fondamentale importanza poiché solo attraverso tale costruzione e su tali basi sarebbe possibile edificare un diritto nuovo, capace di evolversi fisiologicamente al mutare delle condizioni e delle coscienze, plasmandosi attorno all'uomo in quanto e restituendogli quella dignità che gli spetterebbe naturalmente ma che troppo spesso egli si vede negare.

I DIRITTI DEL CONCEPITO

SCALABRINO, SUSANNA
2013/2014

Abstract

Il tema dell'identità individuale dell'embrione umano rappresenta una tra le questioni più discusse degli ultimi decenni non solo dagli specialisti della materia ma anche da parte dell'opinione pubblica che, forse istintivamente, percepisce che proprio in esso riposano le origini della vita così come soprattutto le scommesse sul suo futuro. E' divenuto così fondamentale individuare in cosa consista l'inizio del ciclo vitale di ogni singolo uomo e cosa trasformi quell'unica cellula in un nuovo essere, unico e irripetibile; questo anche al fine di individuare quale debba essere il giusto livello di tutela da riconoscergli. Certo la scelta procreativa non può configurarsi come un diritto assoluto, poiché richiede inevitabilmente un confronto ed il rispetto di tutti coloro che vi si trovano coinvolti e dei quali diventa assolutamente necessario bilanciare gli interessi. L'attenzione particolare che l'ordinamento giuridico avrebbe deciso di riservare ai minori, rappresenta il frutto di una evoluzione lenta ma significativa della coscienza individuale e collettiva; decidendo infatti di non consegnare certi valori alla retorica dei buoni sentimenti o ad iniziative di facciata si è riusciti a dar loro la corposa consistenza della tutela giuridica e di farlo anche su scala internazionale. Della stessa identica tutela sembrerebbe aver bisogno, a maggior ragione, anche il concepito, la cui situazione di estrema fragilità renderebbe del tutto indifeso da eventuali aggressioni alla propria incolumità. Indubbiamente un grande ruolo in tutto questo oltre a dover essere riconosciuto, come già detto, ad un profondo cambiamento si dovrebbe attribuire soprattutto ai grandi progressi scientifici che hanno permesso di realizzare ipotesi prima inimmaginabili. Così lo stesso atto procreativo si sarebbe trasformato da atto fisiologico, perfettamente naturale in una sofisticata e spesso discutibile tecnica di laboratorio, di cui lo stesso embrione rappresenta il prodotto e, in quanto tale, spesso l'oggetto di vere e proprie speculazioni. Per questa ragione ho deciso di dedicare questo mio elaborato all'analisi della figura del concepito, analizzandone l'evoluzione storica, la conseguente evoluzione giuridica e la relativa tutela che l'ordinamento ha voluto riconoscergli, in ogni singola fase del suo sviluppo biologico. Accanto al diritto alla vita, identificabile con quello di nascere o ancor prima di esistere, ne sono stati pertanto individuati altri nuovi come quello di non nascere o meglio di non nascere se non sano, quasi come se questo potesse rappresentare una rivendicazione propria, quasi un rifiuto di se stesso qualora imperfetto, tanto da individuare un diritto ad essere risarcito per il danno che tale imperfezione rappresenta, anche da parte della madre stessa. Individuare e definire esattamente i contorni della tutela da riconoscersi al concepito dunque sembrerebbe essere di fondamentale importanza poiché solo attraverso tale costruzione e su tali basi sarebbe possibile edificare un diritto nuovo, capace di evolversi fisiologicamente al mutare delle condizioni e delle coscienze, plasmandosi attorno all'uomo in quanto e restituendogli quella dignità che gli spetterebbe naturalmente ma che troppo spesso egli si vede negare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/73759