Lo scopo della presente ricerca è quello di indurre a riflettere sulla conflittualità oggi esistente nei rapporti tra diritto e scienza medica, e, in particolare sulla questione se il diritto debba consentire tutto quanto, tecnicamente, il progresso tecnico-scientifico permette di fare, per il solo fatto della sua possibilità. Il tema si ritiene essere di particolare interesse nell'epoca attuale, caratterizzata per un verso, dalla caduta delle grandi narrazioni metafisiche e dal conseguente venir meno di un metalinguaggio unico che consenta agli uomini, ormai stranieri morali, di riconoscersi su visioni unitarie del mondo; per l'altro, dalle via via maggiori facoltà date all'uomo dal progresso scientifico, compresa la speranza di una libertà sempre più radicale. La postmodernità e l'inarrestabile progresso della scienza sembrano aver profondamente inciso sul diritto e sul ruolo di cui esso è investito: l'uomo, perso nell'orizzonte di possibilità di fare sempre maggiori si trova disorientato e si appella al diritto, da una parte allo scopo di ottenere spazi di libertà maggiori, dall'altra perché esso possa individuare limiti a quella stessa tecnica che affascina ma al contempo spaventa per il suo carattere incontrollabile e potenzialmente distruttivo. La prima parte del presente lavoro è destinata ad analizzare i processi storici e sociali che hanno portato ad una composizione del conflitto tra le due concezioni di diritti alla base del pensiero occidentale moderno nelle Costituzioni del secondo dopoguerra, e alla sua successiva riapertura con l'avvento dell'epoca postmoderna e la caduta delle grandi narrazioni metafisiche. Tutto ciò al fine di comprendere i presupposti antropologici necessari al fine di maturare una riflessione sui rapporti tra scienza e diritto che sia tale da non restare ad un livello superficiale, mantenendo sempre aperta la questione di fondo. La seconda parte della ricerca si concentrerà invece su alcune questioni attuali che vanno a sottolineare la conflittualità via via crescente nei rapporti tra scienza e diritto; in particolare si rifletterà sull'affermazione del diritto di autodeterminazione come diritto fondamentale, e sui riflessi che accezioni tanto radicali della libertà possono avere sull'equilibrio del nostro sistema costituzionale.
Diritto e scienza medica
VENTURELLI, MARIA CHIARA
2014/2015
Abstract
Lo scopo della presente ricerca è quello di indurre a riflettere sulla conflittualità oggi esistente nei rapporti tra diritto e scienza medica, e, in particolare sulla questione se il diritto debba consentire tutto quanto, tecnicamente, il progresso tecnico-scientifico permette di fare, per il solo fatto della sua possibilità. Il tema si ritiene essere di particolare interesse nell'epoca attuale, caratterizzata per un verso, dalla caduta delle grandi narrazioni metafisiche e dal conseguente venir meno di un metalinguaggio unico che consenta agli uomini, ormai stranieri morali, di riconoscersi su visioni unitarie del mondo; per l'altro, dalle via via maggiori facoltà date all'uomo dal progresso scientifico, compresa la speranza di una libertà sempre più radicale. La postmodernità e l'inarrestabile progresso della scienza sembrano aver profondamente inciso sul diritto e sul ruolo di cui esso è investito: l'uomo, perso nell'orizzonte di possibilità di fare sempre maggiori si trova disorientato e si appella al diritto, da una parte allo scopo di ottenere spazi di libertà maggiori, dall'altra perché esso possa individuare limiti a quella stessa tecnica che affascina ma al contempo spaventa per il suo carattere incontrollabile e potenzialmente distruttivo. La prima parte del presente lavoro è destinata ad analizzare i processi storici e sociali che hanno portato ad una composizione del conflitto tra le due concezioni di diritti alla base del pensiero occidentale moderno nelle Costituzioni del secondo dopoguerra, e alla sua successiva riapertura con l'avvento dell'epoca postmoderna e la caduta delle grandi narrazioni metafisiche. Tutto ciò al fine di comprendere i presupposti antropologici necessari al fine di maturare una riflessione sui rapporti tra scienza e diritto che sia tale da non restare ad un livello superficiale, mantenendo sempre aperta la questione di fondo. La seconda parte della ricerca si concentrerà invece su alcune questioni attuali che vanno a sottolineare la conflittualità via via crescente nei rapporti tra scienza e diritto; in particolare si rifletterà sull'affermazione del diritto di autodeterminazione come diritto fondamentale, e sui riflessi che accezioni tanto radicali della libertà possono avere sull'equilibrio del nostro sistema costituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/73751