Il presente elaborato si pone l'obiettivo di analizzare l'attuale disciplina, a livello sia nazionale che comunitario, della c.d. passivity rule nelle offerte pubbliche di acquisto, alla luce dell'attuazione da parte degli Stati membri della Direttiva 2004/25/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 concernente le offerte pubbliche di acquisto (Direttiva Opa). Dopo un'iniziale disamina delle diverse filosofie alla base della disciplina delle offerte pubbliche di acquisto, e in particolare della teoria disciplinare e della teoria della parità di trattamento degli azionisti, nonché dell'incidenza che queste possono avere sulla concezione delle tecniche di difesa a Opa ostili, il lavoro affronta il tema degli interessi sottesi al fenomeno delle offerte pubbliche di acquisto e quello correlato dell'inquadramento generale delle possibili tecniche difensive, sia successive che preventive. Viene quindi tratteggiato lo sviluppo della regolamentazione della materia nell'ordinamento italiano, dalla prima legge in tema di Opa (legge n. 149/1992) al t.u.f. del 1998, fino al recepimento della XIII Direttiva nel 2004. La parte centrale dell'elaborato affronta nel dettaglio le disposizioni della Direttiva più rilevanti in tema di difese (artt. 9, 11 e 12), mettendo in luce come la scelta effettuata dal legislatore comunitario, all'esito di un lungo e travagliato percorso, di attribuire a tali disposizioni una portata meramente opzionale allo scopo di evitare un ulteriore ritardo nell'adozione della Direttiva, abbia di fatto portato ad un compromesso al ribasso tra gli Stati membri, in particolare per ciò che concerne la natura non vincolante delle disposizioni dettate dalla direttiva riguardo alla passivity rule e alla regola di neutralizzazione. Il lavoro prosegue quindi con un'analisi dell'attuale disciplina italiana in tema di offerte pubbliche di acquisto e delle disposizioni del t.u.f. a seguito dell'attuazione della direttiva. Infine, dopo una breve disamina di tipo comparatistico dell'attuazione della direttiva negli ordinamenti di alcuni Stati membri, vengono analizzate le ragioni che hanno impedito, nonostante lunghe negoziazioni, il raggiungimento dell'auspicato obiettivo di un'armonizzazione piena del diritto societario europeo e vengono tratteggiate le possibili soluzioni.

La disciplina della passivity rule nelle offerte pubbliche di acquisto

MAGLIONA, CECILIA BENEDETTA
2019/2020

Abstract

Il presente elaborato si pone l'obiettivo di analizzare l'attuale disciplina, a livello sia nazionale che comunitario, della c.d. passivity rule nelle offerte pubbliche di acquisto, alla luce dell'attuazione da parte degli Stati membri della Direttiva 2004/25/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 concernente le offerte pubbliche di acquisto (Direttiva Opa). Dopo un'iniziale disamina delle diverse filosofie alla base della disciplina delle offerte pubbliche di acquisto, e in particolare della teoria disciplinare e della teoria della parità di trattamento degli azionisti, nonché dell'incidenza che queste possono avere sulla concezione delle tecniche di difesa a Opa ostili, il lavoro affronta il tema degli interessi sottesi al fenomeno delle offerte pubbliche di acquisto e quello correlato dell'inquadramento generale delle possibili tecniche difensive, sia successive che preventive. Viene quindi tratteggiato lo sviluppo della regolamentazione della materia nell'ordinamento italiano, dalla prima legge in tema di Opa (legge n. 149/1992) al t.u.f. del 1998, fino al recepimento della XIII Direttiva nel 2004. La parte centrale dell'elaborato affronta nel dettaglio le disposizioni della Direttiva più rilevanti in tema di difese (artt. 9, 11 e 12), mettendo in luce come la scelta effettuata dal legislatore comunitario, all'esito di un lungo e travagliato percorso, di attribuire a tali disposizioni una portata meramente opzionale allo scopo di evitare un ulteriore ritardo nell'adozione della Direttiva, abbia di fatto portato ad un compromesso al ribasso tra gli Stati membri, in particolare per ciò che concerne la natura non vincolante delle disposizioni dettate dalla direttiva riguardo alla passivity rule e alla regola di neutralizzazione. Il lavoro prosegue quindi con un'analisi dell'attuale disciplina italiana in tema di offerte pubbliche di acquisto e delle disposizioni del t.u.f. a seguito dell'attuazione della direttiva. Infine, dopo una breve disamina di tipo comparatistico dell'attuazione della direttiva negli ordinamenti di alcuni Stati membri, vengono analizzate le ragioni che hanno impedito, nonostante lunghe negoziazioni, il raggiungimento dell'auspicato obiettivo di un'armonizzazione piena del diritto societario europeo e vengono tratteggiate le possibili soluzioni.
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