BACKGROUND: Because of the rise in degenerative knee diseases and the affected population’s fragility, unicondilar knee arthroplasty (UKA) is becoming more and more common lately, despite the surgeons’ slow learning curve, due to a small number of procedures, is still a limitation for this technique. The introduction of robotic assistance, increasing the accuracy in the prosthetic components placement, is useful in reducing the failure rates and speeding up the learning process. METHODS: We reviewed the radiological outcomes of 37 UKA: 17 were performed with conventional technique, 10 with the NAVIO robotic system and 10 with the MAKO system. Then we compared the various groups, evaluating certain radiological benchmarks obtained through anteroposterior and lateral radiographs of the entire lower extremity during weight bearing. The evaluated benchmarks, on the preoperative and postoperative radiological images, were the Hip-Knee-Ankle angle (HKAa), the mechanical lateral distal femoral angle (mLDFA), the medial proximal tibial angle (MPTA) and the Joint Line Congruency Angle (JLCA). At the postoperative follow-up we also evaluated the prosthetic components placement, analyzing the angles formed between the components themselves and the knee’s bone structures. The angles taken into consideration were the coronal femoral angle, the coronal tibial angle, the sagittal femoral angle and the sagittal tibial angle. RESULTS: In the main group, that includes all the study participants, we found a significant difference (p<0,05) between pre and postoperative HKAa and JLCA values, while there was no significant difference in the MPTA and the mLDFA: the HKAa went from 173,3± 2,9(166-180) degrees in varus to 176,2±3,3 (169-180) degrees in varus; while the JLCA from 3,3°±1,9(0°-7°) to 1,4°±1(0°-4°). The same differences between pre and postoperative values were observed in each different group. Comparing HKAa, JLCA, MPTA and mLDFA no significant difference (p>0,05) was found between the various groups. During the evaluation of the prosthetic components placement, comparing the coronal and sagittal angles between the various samples under study, we observed a significant difference (p<0,05) in the coronal femoral angle values between the MAKO group and the other ones: with the MAKO system a mean value of -0,3°±4,3°(-5,8°-6,4°) was measured, against -2,6°±3,7°(-9,3°-3,8°) and -2,2°±3,8°(-6°-3,3°) for the standard and the NAVIO groups, respectively. No significant differences were found, between the three groups, comparing the remaining angles. CONCLUSION: The study confirms how a UKA, regardless of the methodic used, allows you to obtain a correction of the intra-articular deformities (significant differences for HKAa and JLCA), sparing the extra-articular deformities (no significant differences for mLDFA and MPTA), improving the inferior limb mechanical axis. We also observed a significant difference in the femoral component placement on the coronal plane, where better outcomes were obtained with the MAKO system. While we didn’t find significant differences in the placement of the components on the other planes, we noticed a reduced number of outliers for the ones placed with the MAKO system.
BACKGROUND: Con l’aumento di patologie degenerative del ginocchio e per la fragilità della popolazione affetta, la chirurgia monocompartimentale si sta diffondendo negli ultimi anni su più ampia scala, ma la lenta curva di apprendimento dei chirurghi, dovuta a un volume di interventi non elevato, rimane un limite per questa tecnica. L’introduzione di uno strumentario robotico, che aumenti la precisione nel posizionamento degli impianti protesici, è risultato utile, riducendo i tassi di fallimento e velocizzando l’apprendimento della metodica. METODI: Abbiamo analizzato gli outcomes radiologici di 37 protesi monocompartimentali di ginocchio (PMG): 17 eseguite con tecnica standard, 10 con sistema robotico NAVIO e 10 con sistema MAKO. Quindi si è eseguito un confronto tra i vari gruppi in studio, valutando alcuni parametri radiologici calcolati tramite teleradiografie degli arti inferiori. I parametri analizzati sulle immagini pre- e post-operatorie sono l’Hip-Knee-Ankle angle (HKAa), l’angolo meccanico femoro-distale-laterale (mLDFA), l’angolo tibio-prossimo-mediale (MPTA) e il Joint Line Congruency Angle (JLCA). Al follow-up post-operatorio è inoltre stato valutato il posizionamento delle componenti protesiche, attraverso l’analisi di alcuni angoli formatisi tra le componenti stesse e le strutture ossee del ginocchio. Gli angoli presi considerati sono l’angolo coronale femorale, l’angolo coronale tibiale, l’angolo sagittale femorale e l’angolo sagittale tibiale. RISULTATI: Tra pre-operatorio e follow-up si è osservata una differenza statisticamente significativa (p<0,05), nel campione totale in studio, per quanto riguarda i valori di HKAa e JLCA, mentre non si è riscontrata significatività statistica per MPTA e mLDFA: si è passati da valori di HKAa di 173,3± 2,9(166-180) gradi in varo a quelli di 176,2±3,3 (169-180) gradi in varo; mentre per JLCA da 3,3°±1,9(0°-7°) a 1,4°±1(0°-4°). Analoghi scenari di significatività statistica si sono osservati nei vari gruppi, con differenze statisticamente significative tra i valori di HKAa e JLCA pre-operatori e al follow-up. Confrontando HKAa, JLCA, MPTA e mLDFA tra i diversi campioni, non si sono evidenziate differenze statisticamente significative (p>0,05) tra le varie metodiche. Nella valutazione del posizionamento delle componenti protesiche, confrontando gli angoli di riferimento tra le varie popolazioni, si è osservata una modificazione statisticamente significativa (p<0,05) tra i valori dell’angolo coronale femorale ottenuti con tecnica MAKO rispetto alle altre metodiche: con il sistema MAKO si è registrato un valore mediano di -0,3°±4,3°(-5,8°-6,4°), contro dei valori di -2,6°±3,7°(-9,3°-3,8°) e -2,2°±3,8°(-6°-3,3°) rispettivamente per tecnica standard e NAVIO. Non si sono evidenziate differenze significative, tra i vari gruppi, per i restanti angoli considerati. CONCLUSIONI: Lo studio conferma come una PMG, indipendentemente da come viene eseguita, permette di ottenere una correzione della deformità intra-articolare (modificazione significativa di HKAa e JLCA), senza alterare le deformità extra-articolare (non significatività per mLDFA e MPTA), migliorando l’asse meccanico dell’arto inferiore. Si è evidenziata una differenza significativa per quanto riguarda il posizionamento della componente femorale sul piano coronale, con outcomes migliori con tecnica MAKO. Pur non essendo state riportate differenze significative nel posizionamento delle componenti rispetto agli altri piani, le PMG MAKO hanno ottenuto valori più in range con la norma.
Confronto tra PMG impiantate con tecnica standard e PMG impiantate con assistenza robotica: studio retrospettivo radiologico
CAVALLO, LUCA
2019/2020
Abstract
BACKGROUND: Con l’aumento di patologie degenerative del ginocchio e per la fragilità della popolazione affetta, la chirurgia monocompartimentale si sta diffondendo negli ultimi anni su più ampia scala, ma la lenta curva di apprendimento dei chirurghi, dovuta a un volume di interventi non elevato, rimane un limite per questa tecnica. L’introduzione di uno strumentario robotico, che aumenti la precisione nel posizionamento degli impianti protesici, è risultato utile, riducendo i tassi di fallimento e velocizzando l’apprendimento della metodica. METODI: Abbiamo analizzato gli outcomes radiologici di 37 protesi monocompartimentali di ginocchio (PMG): 17 eseguite con tecnica standard, 10 con sistema robotico NAVIO e 10 con sistema MAKO. Quindi si è eseguito un confronto tra i vari gruppi in studio, valutando alcuni parametri radiologici calcolati tramite teleradiografie degli arti inferiori. I parametri analizzati sulle immagini pre- e post-operatorie sono l’Hip-Knee-Ankle angle (HKAa), l’angolo meccanico femoro-distale-laterale (mLDFA), l’angolo tibio-prossimo-mediale (MPTA) e il Joint Line Congruency Angle (JLCA). Al follow-up post-operatorio è inoltre stato valutato il posizionamento delle componenti protesiche, attraverso l’analisi di alcuni angoli formatisi tra le componenti stesse e le strutture ossee del ginocchio. Gli angoli presi considerati sono l’angolo coronale femorale, l’angolo coronale tibiale, l’angolo sagittale femorale e l’angolo sagittale tibiale. RISULTATI: Tra pre-operatorio e follow-up si è osservata una differenza statisticamente significativa (p<0,05), nel campione totale in studio, per quanto riguarda i valori di HKAa e JLCA, mentre non si è riscontrata significatività statistica per MPTA e mLDFA: si è passati da valori di HKAa di 173,3± 2,9(166-180) gradi in varo a quelli di 176,2±3,3 (169-180) gradi in varo; mentre per JLCA da 3,3°±1,9(0°-7°) a 1,4°±1(0°-4°). Analoghi scenari di significatività statistica si sono osservati nei vari gruppi, con differenze statisticamente significative tra i valori di HKAa e JLCA pre-operatori e al follow-up. Confrontando HKAa, JLCA, MPTA e mLDFA tra i diversi campioni, non si sono evidenziate differenze statisticamente significative (p>0,05) tra le varie metodiche. Nella valutazione del posizionamento delle componenti protesiche, confrontando gli angoli di riferimento tra le varie popolazioni, si è osservata una modificazione statisticamente significativa (p<0,05) tra i valori dell’angolo coronale femorale ottenuti con tecnica MAKO rispetto alle altre metodiche: con il sistema MAKO si è registrato un valore mediano di -0,3°±4,3°(-5,8°-6,4°), contro dei valori di -2,6°±3,7°(-9,3°-3,8°) e -2,2°±3,8°(-6°-3,3°) rispettivamente per tecnica standard e NAVIO. Non si sono evidenziate differenze significative, tra i vari gruppi, per i restanti angoli considerati. CONCLUSIONI: Lo studio conferma come una PMG, indipendentemente da come viene eseguita, permette di ottenere una correzione della deformità intra-articolare (modificazione significativa di HKAa e JLCA), senza alterare le deformità extra-articolare (non significatività per mLDFA e MPTA), migliorando l’asse meccanico dell’arto inferiore. Si è evidenziata una differenza significativa per quanto riguarda il posizionamento della componente femorale sul piano coronale, con outcomes migliori con tecnica MAKO. Pur non essendo state riportate differenze significative nel posizionamento delle componenti rispetto agli altri piani, le PMG MAKO hanno ottenuto valori più in range con la norma.File | Dimensione | Formato | |
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