La splenectomia nel cane è una procedura chirurgica comunemente eseguita in presenza di alterazioni del parenchima splenico. Al riscontro di masse spleniche la letteratura riporta una frequenza di 2/3 di masse benigne e 1/3 di masse maligne. Il gold standard per la diagnosi delle patologie spleniche è l’esame istopatologico. Tuttavia, nella diagnosi di emangiosarcoma (HSA) ed ematoma è riportato un tasso di errore del 11%. L’obiettivo del presente studio è 1) descrivere in maniera retrospettiva sulla base dei reperti istologici dei cani sottoposti a splenectomia le caratteristiche cliniche (esami di laboratorio e di diagnostica per immagini), la gestione terapeutica e il follow-up; 2) confrontare i tempi di sopravvivenza dei casi neoplastici trattati con la sola splenectomia o con chemioterapia adiuvante; 3) proporre un iter diagnostico che possa fornire al patologo più informazioni nell’emettere una diagnosi. Sono state analizzate in modo retrospettivo le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a splenectomia (marzo 2011-ottobre 2020). I dati esaminati erano: segnalamento (sesso, età, razza, peso), anamnesi recente (presenza di patologie concomitanti, segni clinici alla prima visita, chirurgie oncologiche subite entro 12 mesi dalla data di presentazione), procedure diagnostiche effettuate (esame radiografico, ecografico, TC, prelievo citologico), esami ematobiochimici, esame del versamento peritoneale, tecnica chirurgica eseguita, complicanze perioperatorie, trasfusioni, classificazione della lesione splenica su base morfologica, diagnosi istopatologica e follow up. I gruppi sono stati divisi in neoplastici (A) e non neoplastici (B) in base al referto istologico. Per l’analisi statistica sono stati utilizzati i software Microsoft Excel e SPSS 24.0. IBM. Le lesioni spleniche erano presenti in cani anziani e l’insorgenza media dell’HSA era di 10 anni, senza associazione con razza, peso e sesso. I segni clinici erano aspecifici e solo l’anoressia era associata all’HSA. Non è stato possibile individuare dei fattori prognostici dagli esami di laboratorio ma lo stato di anemia era associato alla presentazione in emoaddome. La diagnostica per immagini è essenziale nell’individuazione e nella stadiazione della lesione splenica; in particolare, la densità della lesione rilevata in TC si configura come un dato utile da fornire al patologo. Al fine di ridurre eventuali errori nella diagnosi istopatologica, è possibile proporre un iter diagnostico più completo che includa la misurazione del peso della milza asportata, il calcolo del rapporto lesione/organo, l’invio al laboratorio dell’organo in toto e la processazione di 10 sezioni istologiche. Queste considerazioni sono state ottenute dall’analisi del follow-up dei cani e valutando il TTM (tempo di metastasi) e il ST (tempo di sopravvivenza). Le curve ricavate hanno permesso il confronto tra il ST del gruppo A e B (differenze statisticamente significative), del gruppo HSA trattato con la sola splenectomia e con la chemioterapia adiuvante e sulla base dello stage clinico. Si evidenzia un incremento del tempo di sopravvivenza dato dalla talidomide e una prognosi peggiore associata all’aumentare dello stage clinico.
Splenectomia nel cane: outcome clinico e sopravvivenza sulla base della diagnosi istopatologica
MORANO, GRETA
2019/2020
Abstract
La splenectomia nel cane è una procedura chirurgica comunemente eseguita in presenza di alterazioni del parenchima splenico. Al riscontro di masse spleniche la letteratura riporta una frequenza di 2/3 di masse benigne e 1/3 di masse maligne. Il gold standard per la diagnosi delle patologie spleniche è l’esame istopatologico. Tuttavia, nella diagnosi di emangiosarcoma (HSA) ed ematoma è riportato un tasso di errore del 11%. L’obiettivo del presente studio è 1) descrivere in maniera retrospettiva sulla base dei reperti istologici dei cani sottoposti a splenectomia le caratteristiche cliniche (esami di laboratorio e di diagnostica per immagini), la gestione terapeutica e il follow-up; 2) confrontare i tempi di sopravvivenza dei casi neoplastici trattati con la sola splenectomia o con chemioterapia adiuvante; 3) proporre un iter diagnostico che possa fornire al patologo più informazioni nell’emettere una diagnosi. Sono state analizzate in modo retrospettivo le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a splenectomia (marzo 2011-ottobre 2020). I dati esaminati erano: segnalamento (sesso, età, razza, peso), anamnesi recente (presenza di patologie concomitanti, segni clinici alla prima visita, chirurgie oncologiche subite entro 12 mesi dalla data di presentazione), procedure diagnostiche effettuate (esame radiografico, ecografico, TC, prelievo citologico), esami ematobiochimici, esame del versamento peritoneale, tecnica chirurgica eseguita, complicanze perioperatorie, trasfusioni, classificazione della lesione splenica su base morfologica, diagnosi istopatologica e follow up. I gruppi sono stati divisi in neoplastici (A) e non neoplastici (B) in base al referto istologico. Per l’analisi statistica sono stati utilizzati i software Microsoft Excel e SPSS 24.0. IBM. Le lesioni spleniche erano presenti in cani anziani e l’insorgenza media dell’HSA era di 10 anni, senza associazione con razza, peso e sesso. I segni clinici erano aspecifici e solo l’anoressia era associata all’HSA. Non è stato possibile individuare dei fattori prognostici dagli esami di laboratorio ma lo stato di anemia era associato alla presentazione in emoaddome. La diagnostica per immagini è essenziale nell’individuazione e nella stadiazione della lesione splenica; in particolare, la densità della lesione rilevata in TC si configura come un dato utile da fornire al patologo. Al fine di ridurre eventuali errori nella diagnosi istopatologica, è possibile proporre un iter diagnostico più completo che includa la misurazione del peso della milza asportata, il calcolo del rapporto lesione/organo, l’invio al laboratorio dell’organo in toto e la processazione di 10 sezioni istologiche. Queste considerazioni sono state ottenute dall’analisi del follow-up dei cani e valutando il TTM (tempo di metastasi) e il ST (tempo di sopravvivenza). Le curve ricavate hanno permesso il confronto tra il ST del gruppo A e B (differenze statisticamente significative), del gruppo HSA trattato con la sola splenectomia e con la chemioterapia adiuvante e sulla base dello stage clinico. Si evidenzia un incremento del tempo di sopravvivenza dato dalla talidomide e una prognosi peggiore associata all’aumentare dello stage clinico.File | Dimensione | Formato | |
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