Ricomposizione e ricostruzione 3D di frammenti di dipinti murali provenienti dagli scavi archeologici della Chiesa di San Giorgio di Hône

The church of San Giorgio in Hône (Aosta), was excavated from 2001 for several years, during which an important amount of decorated wall-plaster fragments was found, dating from the first Middle Ages. This dissertation describes the study and the project about the conservation and restoration of the fragments. Considering how rare it is to find examples regarding wall paintings from the eleventh century, the importance of these artefacts was clear from the very beginning, thanks to their high quality and good conservation. During the recovery, the fragments were stored in different plastic trays, each one countersigned with an alphanumeric marking related to the context of the excavation and its stratigraphy. In 2012 these artefacts were subdivided by restorers and other experts on the basis of chromatic and graphic similarities, of different typologies of mortars and their components. The first step of this work consisted in the documentation and in the new inventory of the findings, carried out by scanning and labelling all of the 2823 fragments. The approach followed was of archaeological type and revealed how important it is to understand the relationship between the findings and their layers. This operation helped not only with the interpretation of the historical events related to the site but also with the reconstruction of the decoration itself. The next operation was the reassembly of fragments with the technique known as ¿matching edges¿, used in the archaeological field in cases when there is a lack of any type of previous documentation showing the original appearance of the painted scenes. The fragments were glued together after researches and tests carried out in the laboratory in order to find the best product between acrylic and vinyl resins, both in solution and in dispersion. The adhesive had to meet the following criteria: durability, resistance, fast time of setting and reversibility, meaning that the product could be removed without compromising the integrity of the original materials with the use of a solvent. The project of this restoration, as a matter of fact, is based on the total respect of the artefacts and its original components and this the reason why the operation of levelling the preparatory layers wasn't either performed or considered. The focus of this study was also to build a support able to follow the shape and the curvature of the mortars and, at the same time, to hold the reassembled area: the solution was found in the 3D technology, choosing to use a milling machine having the 3D model of the back of the fragments captured through photogrammetry. Every operation carried out on the artefact, as every material used on it, was studied in order to give the possibility to anyone to bring back the earlier condition of conservation of the object, after the restoration. That is explained in the case when restorers must operate in partial reconstruction of decorated scenes, supposing future extensions of the area due to new fragments matches or new findings during other archaeological excavation in the site.

Il presente elaborato di tesi descrive lo studio e l'iter progettuale finalizzato all'esecuzione del restauro pilota di alcuni frammenti di dipinto murale provenienti dagli scavi archeologici della chiesa di San Giorgio di Hône (AO). Il pregio di tali manufatti, nonostante la loro frammentarietà, è emerso fin dalle prime operazioni di recupero in situ, dato dal fatto di poterli collocare in un periodo storico-artistico ancora poco documentato. Durante le diverse campagne di scavo che hanno interessato il sito dal 2005 al 2011, il materiale ritrovato è stato immagazzinato in cassette di plastica e successivamente sottoposto ad un primo intervento di riordino che ha permesso di suddividere l'insieme in quattro tipologie decorative differenti. Il primo obiettivo del presente studio è stato quello di eseguire una ricerca archeologica in modo da poter definire la provenienza dei frammenti e la loro relazione con le unità stratigrafiche documentate nelle indagini di scavo. La catalogazione digitale avvenuta tramite la scansione dei manufatti, ha reso possibile l'identificazione univoca di ciascuno dei 2823 frammenti, non solo permettendo di quantificare i dati relativi ad ogni unità stratigrafica, ma garantendo ad ogni modo la conservazione del dato originario di provenienza. Con l'avvio delle prime operazioni di ricomposizione e di ricerca degli attacchi, è stata intrapresa un'indagine sperimentale finalizzata all'individuazione del prodotto adesivo più idoneo per l'incollaggio dei frammenti. Sono stati quindi testati adesivi di natura acrilica e vinilica verificandone le seguenti proprietà: rapidità di presa, resistenza dell'incollaggio e reversibilità, intesa come possibilità di staccare i frammenti in fase di smontaggio contestuale alla ricerca in atto o futuro. Individuato il prodotto caratterizzato dalle migliori prestazioni, si è proceduto con l'incollaggio e con la definizione delle aree di frammenti più rappresentative e complete dal punto di vista della loro valorizzazione e fruizione. All'interno del presente elaborato, si descrive lo studio che ha riguardato la parte di intervento finalizzata all'individuazione e alla realizzazione di un supporto in grado di adattarsi perfettamente alla morfologia originale dell'opera. L'intero restauro, infatti, è stato condotto nel pieno rispetto dell'istanza storica del manufatto e del materiale costitutivo, decidendo di escludere la prassi di assottigliamento della malta, spesso eseguita nel riassemblaggio e risupporto di dipinti murali. Definite tali linee guida, la ricerca dei supporti ha individuato nella tecnologia 3D (attraverso l'acquisizione fotogrammetrica del verso dei frammenti) la possibilità di creare dei pannelli perfettamente plasmabili nella forma desiderata e modificabili nell'ottica della reversibilità/smontaggio dell'intervento. Ogni operazione eseguita sull'opera ed ogni materiale impiegato sono stati studiati con lo scopo di consentire di riportare l'opera nella condizione preesistente il restauro, lasciando la possibilità di poter integrare o ampliare l'area ricostruita con attacchi esiti di nuovi ritrovamenti sia in ambito archeologico, durante ulteriori campagne di scavo, che in laboratorio.