BACKGROUND: Diagnosis of melanoma has significantly improved with dermatoscopy. However, it is not always easy to distinguish benign melanocytic nevi from melanoma, especially in its incipient forms in which the specific parameters of malignancy may be absent. In recent years, several studies have been published concerning the dermoscopic follow-up of melanocytic lesions, revealing the effectiveness of this method in recognizing melanoma in the early stages, thus minimizing the excision of benign lesions. However, the methods of application and the parameters to be observed must still be defined and standardized. OBJECTIVES: To identify architectural modification patterns which may correlate with the nature of an atypical melanocytic lesion during dermoscopic monitoring. This would enhance the ability to detect melanoma early, reducing the removal of melanocytic nevi. PATIENTS AND METHODS: In this retrospective observational case-control study, we collected data and dermoscopic images of 67 melanomas and 109 melanocytic nevi. All lesions which underwent dermoscopic monitoring, ended with exeresis and histological examination during 2015-2017. Severe dysplastic nevi and lesions from head-neck, palmar, plantar and genital areas were excluded. The dermatoscopic images were analyzed blindly by two experienced dermatoscopists separately, with a third expert’s consultation in doubtful cases. The main dermoscopic features were used for the evaluation, baseline images were compared with those of the subsequent controls. The ABCD and 7 Point Check-list evaluation algorithms were also used. RESULTS: 64.2% of melanomas were in situ, the median thickness of invasive melanomas was 0.35mm (IQR 0.1). 30.3% of nevi had mild or moderate atypia. Median lenght of follow up was similar in the groups (10.1 mo. vs 9.1 mo.). At the baseline, according to the ABCD rule, 26.7% of melanomas were considered as high risk (vs. 33.9% of nevi). According to the 7-Point Checklist, 70.2% of melanomas and 53.5% of nevi were suspect. During follow-up, most of the melanoma specific structures (atypical network, atypical dots/globules, irregular streaks, negative network, regression structures) did not show different modifications between the two groups. In contrast, appearance or growth of irregular blotches was more frequent in melanomas (16.4%) than nevi (0.9%, p <0.001), as well as dermoscopic island (1.49% vs 3.7%, p = 0.01) and strucureless areas (41.8% vs. 24.7%, p = 0.02). Melanomas increased abrupt borders more frequently (44.8% vs 10.1%) while nevi reduced this parameter (1.5% vs. 13.8%). The growth was asymmetrical in most melanomas (55.2%, p <0.001) and symmetrical in nevi (43.1%, p <0.001). The dark brown and black colors had a more frequent increase or new appearance in melanomas, which also showed a greater tendency to hyperpigmentation (52.2% vs. 18.4%, p <0.001) and appearance of at least one new color (37.3% vs 21.2%, p = 0.023). The degree of suspicion with ABCD and 7-Point-Checklist algorithms did not vary for most of the lesions in the study. However, considering ABCD the suspicion worsened for one third of melanomas compared to the lower numbers for nevi (12.8%) (p = 0.029). CONCLUSIONS: Dermoscopic monitoring helps characterization of melanocytic lesions when distinctive characters are absent. Thin and in situ melanomas can be identified only from minimal variations. The dermatologist should pay attention to melanocytic lesions that present changes in the increase or the appearance of some dermoscopic features (abrupt borders, irregular blotches and destructuring) or color changes. The diagnostic accuracy of the detected parameters will be assessed in the subsequent stages of the study.
BACKGROUND: La capacità di diagnosi di melanoma è notevolmente migliorata grazie alla dermatoscopia, ma non è sempre facile la distinzione da un nevo melanocitico, specialmente nelle forme incipienti, in cui i parametri di malignità possono essere assenti. Sono stati pubblicati diversi studi che hanno mostrato l’efficacia del follow-up dermoscopico nel riconoscimento del melanoma nelle prime fasi, minimizzando così l'escissione di nevi. Le modalità di applicazione e i parametri da osservare devono però ancora essere standardizzati. OBIETTIVI: Scopo di questo studio è stato individuare criteri e pattern di modificazione architetturali, osservabili durante il monitoraggio dermoscopico, che possano correlare con la natura di una lesione melanocitaria atipica. Questo permetterebbe di potenziare la capacità di diagnosi precoce di melanoma, riducendo la quota di exeresi di nevi. PAZIENTI E METODI: In questo studio retrospettivo caso-controllo sono stati raccolti i dati e le immagini dermoscopiche di 67 melanomi e 109 nevi melanocitici, sottoposti a monitoraggio esitato in exeresi nel periodo 2015-2017. Sono stati esclusi i nevi displastici severi e le lesioni insorte su testa-collo, sedi palmo-plantari e genitali. Le immagini sono state analizzate, in cieco, da due dermatoscopisti separatamente e con un terzo esperto nei casi dubbi. Per la valutazione sono stati utilizzati i principali parametri dermoscopici, analizzando le immagini del baseline e confrontandole con quelle dei successivi controlli. Sono stati utilizzati anche gli algoritmi ABCD e 7 Point Check-list. RISULTATI: il 64,2% dei melanomi era in situ, lo spessore mediano dei melanomi invasivi era 0,35mm (IQR 0,1). 30,3% dei nevi presentava atipia lieve o moderata. Il tempo totale di monitoraggio ha avuto una durata simile nei due gruppi (10,1 mesi vs. 9,1 mesi). Al baseline, secondo l’algoritmo ABCD, 26,7% dei melanomi erano ad alto rischio (vs 33,9% dei nevi). Al contrario, secondo 7-Point Checklist, 70,2% dei melanomi e 53,5% dei nevi erano sospetti. Durante il follow up, la maggior parte dei parametri tipici di melanoma (reticolo atipico, globuli/dots atipici, streaks irregolari, reticolo invertito, strutture di regressione) non ha manifestato modificazioni differenti tra i due gruppi. Al contrario, la comparsa/accrescimento di blotches irregolari è stata più frequente nei melanomi (16,4% vs 0,9%, p<0,001), così come di isola dermatoscopica (1,49% vs 3,7%, p= 0,01), e di destrutturazione (41,8% vs 24,7%, p=0,02). Nei melanomi è avvenuta una maggior tendenza all’aumento dei bordi netti (44,8% vs 10,1%) mentre nei nevi alla diminuzione (1,5% vs 13,8%). L’accrescimento è risultato più asimmetrico nei melanomi (55,2%, p<0,001) e simmetrico nei nevi (43,1%, p<0,001). Il marrone scuro e nero sono aumentati/comparsi più nei melanomi, i quali hanno mostrato anche una maggior tendenza all’iperpigmentazione (52,2% vs 18.4%, p<0,001) e alla comparsa di nuovi colori (37,3% vs 21,2%, p = 0,023). Il grado di sospetto degli algoritmi ABCD e 7-point-checklist non è variato per la maggior parte delle lesioni. Considerando ABCD però il sospetto è peggiorato per un terzo dei melanomi rispetto a una minore percentuale di nevi (12,8%, p = 0,029). CONCLUSIONI: Il monitoraggio dermoscopico agevola la caratterizzazione delle lesioni melanocitarie quando i caratteri dirimenti sono assenti. Spesso i melanomi in situ e sottili possono essere identificati solo tramite minime variazioni. Si dovrebbe prestare attenzione a lesioni melanocitarie che presentino modifiche in incremento o nuova comparsa di alcuni parametri dermoscopici (bordi netti, blotches irregolari e destrutturazione) o variazioni cromatiche.
Caratteristiche dermoscopiche di lesioni melanocitarie in digital follow-up
PASSERINI, STEFANIA GINEVRA
2019/2020
Abstract
BACKGROUND: La capacità di diagnosi di melanoma è notevolmente migliorata grazie alla dermatoscopia, ma non è sempre facile la distinzione da un nevo melanocitico, specialmente nelle forme incipienti, in cui i parametri di malignità possono essere assenti. Sono stati pubblicati diversi studi che hanno mostrato l’efficacia del follow-up dermoscopico nel riconoscimento del melanoma nelle prime fasi, minimizzando così l'escissione di nevi. Le modalità di applicazione e i parametri da osservare devono però ancora essere standardizzati. OBIETTIVI: Scopo di questo studio è stato individuare criteri e pattern di modificazione architetturali, osservabili durante il monitoraggio dermoscopico, che possano correlare con la natura di una lesione melanocitaria atipica. Questo permetterebbe di potenziare la capacità di diagnosi precoce di melanoma, riducendo la quota di exeresi di nevi. PAZIENTI E METODI: In questo studio retrospettivo caso-controllo sono stati raccolti i dati e le immagini dermoscopiche di 67 melanomi e 109 nevi melanocitici, sottoposti a monitoraggio esitato in exeresi nel periodo 2015-2017. Sono stati esclusi i nevi displastici severi e le lesioni insorte su testa-collo, sedi palmo-plantari e genitali. Le immagini sono state analizzate, in cieco, da due dermatoscopisti separatamente e con un terzo esperto nei casi dubbi. Per la valutazione sono stati utilizzati i principali parametri dermoscopici, analizzando le immagini del baseline e confrontandole con quelle dei successivi controlli. Sono stati utilizzati anche gli algoritmi ABCD e 7 Point Check-list. RISULTATI: il 64,2% dei melanomi era in situ, lo spessore mediano dei melanomi invasivi era 0,35mm (IQR 0,1). 30,3% dei nevi presentava atipia lieve o moderata. Il tempo totale di monitoraggio ha avuto una durata simile nei due gruppi (10,1 mesi vs. 9,1 mesi). Al baseline, secondo l’algoritmo ABCD, 26,7% dei melanomi erano ad alto rischio (vs 33,9% dei nevi). Al contrario, secondo 7-Point Checklist, 70,2% dei melanomi e 53,5% dei nevi erano sospetti. Durante il follow up, la maggior parte dei parametri tipici di melanoma (reticolo atipico, globuli/dots atipici, streaks irregolari, reticolo invertito, strutture di regressione) non ha manifestato modificazioni differenti tra i due gruppi. Al contrario, la comparsa/accrescimento di blotches irregolari è stata più frequente nei melanomi (16,4% vs 0,9%, p<0,001), così come di isola dermatoscopica (1,49% vs 3,7%, p= 0,01), e di destrutturazione (41,8% vs 24,7%, p=0,02). Nei melanomi è avvenuta una maggior tendenza all’aumento dei bordi netti (44,8% vs 10,1%) mentre nei nevi alla diminuzione (1,5% vs 13,8%). L’accrescimento è risultato più asimmetrico nei melanomi (55,2%, p<0,001) e simmetrico nei nevi (43,1%, p<0,001). Il marrone scuro e nero sono aumentati/comparsi più nei melanomi, i quali hanno mostrato anche una maggior tendenza all’iperpigmentazione (52,2% vs 18.4%, p<0,001) e alla comparsa di nuovi colori (37,3% vs 21,2%, p = 0,023). Il grado di sospetto degli algoritmi ABCD e 7-point-checklist non è variato per la maggior parte delle lesioni. Considerando ABCD però il sospetto è peggiorato per un terzo dei melanomi rispetto a una minore percentuale di nevi (12,8%, p = 0,029). CONCLUSIONI: Il monitoraggio dermoscopico agevola la caratterizzazione delle lesioni melanocitarie quando i caratteri dirimenti sono assenti. Spesso i melanomi in situ e sottili possono essere identificati solo tramite minime variazioni. Si dovrebbe prestare attenzione a lesioni melanocitarie che presentino modifiche in incremento o nuova comparsa di alcuni parametri dermoscopici (bordi netti, blotches irregolari e destrutturazione) o variazioni cromatiche.File | Dimensione | Formato | |
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