L'insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nella popolazione anziana. Si stima che il 42% degli anziani abbia difficoltà ad addormentarsi e risvegli mattutini precoci. Questo disturbo è maggiore nei soggetti anziani con patologie neurodegenerative rispetto agli anziani sani. L'insonnia può verificarsi come conseguenza diretta alla malattia, all' utilizzo di medicinali per il trattamento della malattia stessa e a causa della scarsa igiene del sonno del paziente. Nella presente tesi, dopo un'attenta valutazione delle caratteristiche che contraddistinguono l'insonnia, si analizza il trattamento farmacologico e il trattamento non farmacologico dell'insonnia negli anziani. In particolare, si evidenziano le terapie in atto negli anziani con patologie neurodegenerative. Nella parte finale della tesi, ho riportato i risultati ottenuti da un'indagine epidemiologica, da me eseguita, sulla farmacoterapia dell'insonnia nei pazienti anziani con patologie neurodegenerative e istituzionalizzati presso una R.S.A. Ho evidenziato le terapie farmacologiche maggiormente utilizzate e analizzato i possibili approcci per una gestione migliore di questo disturbo del sonno. In base ai dati ottenuti, dalla letteratura scientifica e dalla mia indagine epidemiologica, è emerso che, nel trattamento dell'insonnia nei pazienti anziani con patologie neurodegenerative e istituzionalizzati, viene fatto un ampio uso di psicofarmaci, spesso combinati tra loro. Tra questi i più utilizzati sono risultati le benzodiazepine, le non-benzodiazepine, gli antidepressivi e gli antipsicotici. Questi ultimi due, in particolare, sono utilizzati rispettivamente nel caso di pazienti con insonnia associata a depressione e a stati di agitazione. I trattamenti non farmacologici quali, CBT, l'igiene del sonno, le tecniche di rilassamento, la restrizione del sonno, il controllo dello stimolo, la terapia di esposizione alla luce sono scarsamente utilizzati poiché i medici spesso non sono consapevoli della loro efficacia e, inoltre, per la gestione dei questi trattamenti, è richiesta una elevata disponibilità nonché capacità da parte degli operatori sanitari. Data la fragilità della popolazione anziana istituzionalizzata e gli innumerevoli effetti avversi che possono insorgere con l'uso degli psicofarmaci, soprattutto in combinazione, questi farmaci devono essere prescritti con cautela dai medici. Un utilizzo discontinuo dei medicinali e un approccio multidisciplinare (con trattamenti non farmacologici) spesso risultano molto efficaci.

L'insonnia nell'anziano, con particolare riguardo al trattamento in pazienti con patologie neurodegenerative

ACHINO, FEDERICA
2012/2013

Abstract

L'insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nella popolazione anziana. Si stima che il 42% degli anziani abbia difficoltà ad addormentarsi e risvegli mattutini precoci. Questo disturbo è maggiore nei soggetti anziani con patologie neurodegenerative rispetto agli anziani sani. L'insonnia può verificarsi come conseguenza diretta alla malattia, all' utilizzo di medicinali per il trattamento della malattia stessa e a causa della scarsa igiene del sonno del paziente. Nella presente tesi, dopo un'attenta valutazione delle caratteristiche che contraddistinguono l'insonnia, si analizza il trattamento farmacologico e il trattamento non farmacologico dell'insonnia negli anziani. In particolare, si evidenziano le terapie in atto negli anziani con patologie neurodegenerative. Nella parte finale della tesi, ho riportato i risultati ottenuti da un'indagine epidemiologica, da me eseguita, sulla farmacoterapia dell'insonnia nei pazienti anziani con patologie neurodegenerative e istituzionalizzati presso una R.S.A. Ho evidenziato le terapie farmacologiche maggiormente utilizzate e analizzato i possibili approcci per una gestione migliore di questo disturbo del sonno. In base ai dati ottenuti, dalla letteratura scientifica e dalla mia indagine epidemiologica, è emerso che, nel trattamento dell'insonnia nei pazienti anziani con patologie neurodegenerative e istituzionalizzati, viene fatto un ampio uso di psicofarmaci, spesso combinati tra loro. Tra questi i più utilizzati sono risultati le benzodiazepine, le non-benzodiazepine, gli antidepressivi e gli antipsicotici. Questi ultimi due, in particolare, sono utilizzati rispettivamente nel caso di pazienti con insonnia associata a depressione e a stati di agitazione. I trattamenti non farmacologici quali, CBT, l'igiene del sonno, le tecniche di rilassamento, la restrizione del sonno, il controllo dello stimolo, la terapia di esposizione alla luce sono scarsamente utilizzati poiché i medici spesso non sono consapevoli della loro efficacia e, inoltre, per la gestione dei questi trattamenti, è richiesta una elevata disponibilità nonché capacità da parte degli operatori sanitari. Data la fragilità della popolazione anziana istituzionalizzata e gli innumerevoli effetti avversi che possono insorgere con l'uso degli psicofarmaci, soprattutto in combinazione, questi farmaci devono essere prescritti con cautela dai medici. Un utilizzo discontinuo dei medicinali e un approccio multidisciplinare (con trattamenti non farmacologici) spesso risultano molto efficaci.
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