Lo scopo del presente lavoro, svolto durante lo stage Erasmus presso il Laboratoire d'Automatique et de Génie des Procédés dell'Università di Lione, è stato la preparazione di una formulazione pediatrica orale di spironolattone, per il quale non esiste ancora in commercio una specialità indirizzata esclusivamente a tale fascia di età. Lo spironolattone si presenta come una sostanza poco solubile in acqua, caratterizzata da una scarsa biodisponibilità orale, gusto amaro e instabilità in ambiente acquoso. Considerando la buona solubilità dello spironolattone in mezzi lipofili, è stata proposta la formulazione del farmaco in nanoparticelle lipidiche come alternativa alla somministrazione in mezzo acquoso. Sono state studiate in parallelo due formulazioni utilizzando due lipidi, il gliceril dibenato (Compritol® 888) e lo stearoil macrogol-32 gliceride (Gelucire® 50/13), in associazione con opportuni tensioattivi. Lo spironolattone (in quantità pari a 6 mg per g di lipide) è stato incapsulato nelle nanoparticelle lipidiche attraverso omogeneizzazione seguita da ultrasonicazione. Le nanoparticelle sono state caratterizzate per quanto riguarda il diametro medio, l'efficienza di incorporazione, la percentuale di prodotti di degradazione e la cinetica di dissoluzione della molecola incorporata. Per prevenire eventuali problemi di instabilità delle nanoparticelle lipidiche, dalle nanosospensioni formulate è stata eliminata l'acqua per ottenere polveri dispersibili, utilizzando opportune sostanze per l'essiccamento (polioli e maltodestrine). E' stato condotto uno studio di comparazione tra tre metodi: oltre alle due tecniche più utilizzate a questo scopo (il freeze drying e l'atomizzazione attraverso spray drying [1]), è stato introdotto il fluid bed drying come nuovo metodo di essiccamento di particelle lipidiche [2]. Le caratteristiche studiate sono state la qualità della polvere ottenuta, la sua dispersibilità in acqua, la palatibilità e la stabilità dello spironolattone durante il processo di essiccamento. Inoltre, è stato studiato l'effetto del metodo di essiccamento utilizzato sul diametro medio delle particelle, sull'efficienza di incorporazione e sulla cinetica di liberazione della molecola. Le polveri ottenute, contenenti una quantità di spironolattone pari a circa 15 mg/g di lipide, hanno mostrato un aumento delle dimensioni delle nanoparticelle dovute a fenomeni di aggregazione; inoltre, si sono osservate differenze significative tra i metodi utilizzati per quanto riguarda la stabilità chimica e il comportamento nella dissoluzione del principio attivo. Nel complesso i risultati ottenuti hanno dimostrato che l'incorporazione dello spironolattone in nanoparticelle lipidiche permette di ottenere buoni risultati in termini di dissoluzione e stabilità del principio attivo. Inoltre, si è visto che il fluid bed drying può rappresentare un'alternativa allo spray drying e al freeze drying. Ulteriori studi saranno necessari per ottimizzare il processo, soprattutto al fine di evitare fenomeni di aggregazione delle nanoparticelle. I risultati di questo lavoro sono stati oggetto di una pubblicazione su una rivistadi carattere internazionale [3].

Nanoparticelle lipidiche contenenti spironolattone

PRESSENDA, SARA
2012/2013

Abstract

Lo scopo del presente lavoro, svolto durante lo stage Erasmus presso il Laboratoire d'Automatique et de Génie des Procédés dell'Università di Lione, è stato la preparazione di una formulazione pediatrica orale di spironolattone, per il quale non esiste ancora in commercio una specialità indirizzata esclusivamente a tale fascia di età. Lo spironolattone si presenta come una sostanza poco solubile in acqua, caratterizzata da una scarsa biodisponibilità orale, gusto amaro e instabilità in ambiente acquoso. Considerando la buona solubilità dello spironolattone in mezzi lipofili, è stata proposta la formulazione del farmaco in nanoparticelle lipidiche come alternativa alla somministrazione in mezzo acquoso. Sono state studiate in parallelo due formulazioni utilizzando due lipidi, il gliceril dibenato (Compritol® 888) e lo stearoil macrogol-32 gliceride (Gelucire® 50/13), in associazione con opportuni tensioattivi. Lo spironolattone (in quantità pari a 6 mg per g di lipide) è stato incapsulato nelle nanoparticelle lipidiche attraverso omogeneizzazione seguita da ultrasonicazione. Le nanoparticelle sono state caratterizzate per quanto riguarda il diametro medio, l'efficienza di incorporazione, la percentuale di prodotti di degradazione e la cinetica di dissoluzione della molecola incorporata. Per prevenire eventuali problemi di instabilità delle nanoparticelle lipidiche, dalle nanosospensioni formulate è stata eliminata l'acqua per ottenere polveri dispersibili, utilizzando opportune sostanze per l'essiccamento (polioli e maltodestrine). E' stato condotto uno studio di comparazione tra tre metodi: oltre alle due tecniche più utilizzate a questo scopo (il freeze drying e l'atomizzazione attraverso spray drying [1]), è stato introdotto il fluid bed drying come nuovo metodo di essiccamento di particelle lipidiche [2]. Le caratteristiche studiate sono state la qualità della polvere ottenuta, la sua dispersibilità in acqua, la palatibilità e la stabilità dello spironolattone durante il processo di essiccamento. Inoltre, è stato studiato l'effetto del metodo di essiccamento utilizzato sul diametro medio delle particelle, sull'efficienza di incorporazione e sulla cinetica di liberazione della molecola. Le polveri ottenute, contenenti una quantità di spironolattone pari a circa 15 mg/g di lipide, hanno mostrato un aumento delle dimensioni delle nanoparticelle dovute a fenomeni di aggregazione; inoltre, si sono osservate differenze significative tra i metodi utilizzati per quanto riguarda la stabilità chimica e il comportamento nella dissoluzione del principio attivo. Nel complesso i risultati ottenuti hanno dimostrato che l'incorporazione dello spironolattone in nanoparticelle lipidiche permette di ottenere buoni risultati in termini di dissoluzione e stabilità del principio attivo. Inoltre, si è visto che il fluid bed drying può rappresentare un'alternativa allo spray drying e al freeze drying. Ulteriori studi saranno necessari per ottimizzare il processo, soprattutto al fine di evitare fenomeni di aggregazione delle nanoparticelle. I risultati di questo lavoro sono stati oggetto di una pubblicazione su una rivistadi carattere internazionale [3].
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